Succession 4x05, Kill List, la recensione
Succession ritorna a fare Succession. Come prima, più di prima, in un episodio che riassume tutti i tratti caratteristici della serie
Il quinto episodio della quarta stagione si è liberato dal necessario commiato a Logan Roy (dopo un dittico di episodi eccezionale). Succession ritorna a fare Succession. Come prima, più di prima, così da farci godere il meglio della sua formula più classica, a poco dalla fine. La sequenza iniziale è praticamente un remake, con Kendall che arriva in ufficio come nel primo episodio: musica per caricarsi, faccia incattivita, mille pensieri sconnessi.
Kill List è un episodio caratterizzato da lusso, paesaggi ed edifici enormi e bellissimi. Un effetto espressionista, dove tutto comunica qualcosa, che si somma all’uso accorto degli abiti dei personaggi. Le calze a compressione indossate sull’aereo strappano una risata, le battute tra Tom e Shiv sulle scarpe bianche e le orecchie di quest’ultima sono puro disagio di un matrimonio finito, ma sempre sull’orlo di riattivarsi. Ken e (soprattuto) Roman hanno un po’ del loro padre nel loro look. La prima mossa del duumvirato è già una delle più delicate che abbiano mai fatto. È come se lo volessero portare con sé, o evocare al momento giusto.
Sesso, soldi e sacche di sangue
Come sempre gli estremi sono due: i numeri da una parte, l’oggetto della contrattazione, e le follie dei ricchissimi dall’altra. Un elemento che talvolta può essere determinante per gli esiti degli accordi. Si passa così dal parlare di fluttuazioni di borsa a confrontarsi sul “problema” delle sacche di sangue inviate alla propria dipendente come gioco erotico. E mentre Tom e Greg stridono, fuori posto come delle unghie su una lavagna, a Connor resta l’ultimo compito da figlio: scegliere il vestito al corpo del padre. Si parla di abiti, ancora una volta.
Tra le righe della sceneggiatura si muove sempre lo spettro di Logan, così distante eppure così presente. Lo è nella mentalità dei vertici Waystar: “loro possono credere di essere vichinghi, ma noi siamo stati cresciuti dai lupi” dice Gerri. Lo è anche come “prova del nove” di ogni decisione presa dai figli. “È così che farebbe papà”.
In questo modo Succession riesce a tenere insieme la vecchia trama e il post Logan senza annullare tutto ciò che è stato. Si giocherà molto su questo aspetto tutto il resto della stagione che ha bisogno di chiudere le fila dando però valore a tutto l’arco di sviluppo fino ad ora.
Arrivati a metà della quarta e ultima stagione, ci si sente di fronte all’episodio 1 di una sorta di quinta parte. La difficoltà a capire dove vuole andare a parare la scrittura verso il gran finale può essere l’unico segnale preoccupante di una serie fino ad ora eccellente. Oppure l’ennesimo colpo di genio di Succession.
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