Stupefacenti X-Men: Fino alla fine, la recensione

L'ennesima dichiarazione d'amore di Matt Rosenberg agli X-Men viene parzialmente rovinata da Greg Land

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Astonishing X-Men #13, anteprima 01

Non tutti i super eroi nascono sotto una buona stella (figuriamoci i mutanti), e Alex Summers è senza dubbio uno di questi. Del resto, avere per fratello un certo Ciclope, pupillo di Charles Xavier, marito di Jean Grey e leader degli X-Men, farebbe sentire in soggezione chiunque. Nonostante abbia sempre provato a fare la cosa giusta, Havok ha spesso fallito; questa volta, però, è determinato tornare a pieno titolo tra le fila del gruppo guidato da Kitty Pryde.

"Le disastrose avventure di Alex Summers e dei suoi non così incredibili amici": questo potrebbe essere il sottotitolo della rocambolesca storia presentata sulle pagine di Stupefacenti X-Men: Fino alla fine, brossurato da fumetteria edito da Panini Marvel Italia che raccoglie l’arco narrativo scritto da Matthew Rosenberg (Uomo Multiplo) e disegnato da Greg Land (Ultimate Power) per la serie Astonishing X-Men, rilanciata un anno prima da Charles Soule.

Partendo dal desiderio di riscatto di Havok, recentemente tornato in sé dopo gli eventi di AXIS, lo scrittore statunitense raduna un team di mutanti che negli ultimi anni non hanno esattamente brillato: Bestia, che ha danneggiato il flusso temporale portando nel presente i cinque X-Men fondatori; Warpath, finito per l'ennesima volta nelle retrovie; Dazzler, tornata a una poco esaltante carriera di cantante dopo una brutta esperienza con Mystica e a una effimera con A-Force; Banshee, mai tornato davvero in auge dopo la sua resurrezione; Colosso, da poco mollato sull'altare dalla Pryde.

Tutti sono più o meno riluttanti all'idea di far parte della sgangherata squadra di Alex, ma allo stesso tempo necessitano di un nuovo inizio. Nonostante la buona volontà, la situazione inizia da subito a degenerare, con una serie di errori di valutazione che spingono tutti quanti in rotta di collisione con O.N.E.

"Un susseguirsi di situazioni improbabili e a tratti tragicomiche in un crescendo che conduce a un epilogo appagante."Quello che trovate in queste elettrizzanti pagine è un susseguirsi di situazioni improbabili e a tratti tragicomiche in un crescendo che conduce a un epilogo appagante. La struttura dell'arco narrativo è ben congegnata, ricca di svolte e impreziosita dalla capacità di Rosenberg di creare interazioni di gruppo convincenti. Ognuno dei protagonisti viene da un momento doloroso, cosa che viene trattata con la giusta sensibilità dallo scrittore, ma senza prendere tutto troppo sul serio. Vedere Colosso affogare le sue delusioni nell’alcol o Dazzler provare in tutti i modi a riesumare la sua carriera non può che scaldare il cuore, creando un'immediata empatia con loro; così come risultano deliziosi i siparietti tra Bestia e Havok.

Da grande appassionato delle serie dei Figli dell'Atomo, Rosenberg ha saputo infondere nuova linfa al sottobosco mutante riuscendo a creare un cosmo narrativo coeso e affascinante. Dopo le ottime prove su Uomo Multiplo: Alla fine torna tutto e New Mutants: Anime perse, lo sceneggiatore di Quattro ragazzini entrano in una banca aggiunge un nuovo tassello al suo affresco rivitalizzando i protagonisti di Astonishing X-Men tramite una storia vibrante e non fine a sé stessa; confluirà infatti nel rilancio di Uncanny X-Men, firmato da Rosenberg insieme agli sceneggiatori Ed Brisson e Kelly Thompson.

Perfettamente inserita in questo contesto di rinascita mutante, Fino alla fine ha però una pecca: è disegnata da un Greg Land altalenante. Per quanto siano evidenti alcuni passi in avanti nella sua crescita artistica (in particolare per quanto riguarda la fluidità delle sequenze d'azione), lo stile del fumettista americano non riesce a trasmettere la vivacità dei dialoghi di Rosenberg, disperdendo spontaneità e immediatezza. Alcune splash page impressionano per la cura con cui sono state realizzate, ma la sensazione generale è quella di vedere la scrittura di Rosenberg maltrattata da tavole non sempre all’altezza.

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