Studio Illegale, la recensione
Dal blog già diventato libro un film che non riesce a creare una storia a livello degli spunti ma che conferma il talento di Carteni, capace di creare un immaginario quasi da fantascienza...
Se il titolo di questo film vi ricorda l'omonimo blog poi diventato libro di Duchesne, alias Federico Baccomo, non è un caso. Baccomo infatti figura anche tra gli sceneggiatori di Studio Illegale (anche perchè il libro come il blog mancavano di una trama propriamente detta) assieme a Francesco Bruni (del quale davvero non si nota l'apporto o lo stile) e Alfredo Covelli.
Gli immensi spazi e le costruzioni giganti che paiono schiacciare i piccoli e pochi uomini che li abitano sembrano uscire dal miglior cinema di fantascienza (inquietano nella loro vastità, spiazzano nella solitudine anonima che comunicano), anche se il racconto è quanto più italiano sia possibile, una storia d'amore fatta di corse (ce ne sono almeno 3!) e piccinerie da ufficio.
Questo purtroppo non basta a rendere Studio Illegale una perla (troppo dilatati i tempi, troppo assente il ritmo, troppo inconsistenti i suoi risvolti) ma se non altro a far sperare in un domani migliore per il suo regista.