Street Fighter 30th Anniversary Collection, il museo di Capcom apre i battenti – Recensione

Trent’anni di storia in un unico gioco: la recensione di Street Fighter 30th Anniversary Collection

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Sono due gli approcci con cui è possibile avvicinarsi a Street Fighter 30th Anniversary Collection con l’intento di analizzarlo, studiarlo ed eventualmente consigliarlo. Da una parte c’è la proposta storiografica di Capcom, la volontà di offrire al pubblico di nostalgici e non un compendio, l’ideale e pratico bignami di una delle saghe più acclamate e conosciute di tutti tempi. Dall’altra, calando ed immergendo la produzione in piena epoca contemporanea, va valutata la sua adattabilità ad un contesto competitivo, in linea con gli standard richiesti e previsti dai moderni esport.

In questo senso, la collection del publisher nipponico è un titolo lievemente controverso, mortificato da qualche ingenuità di troppo, che tuttavia non elimina il divertimento che sa garantire ed elargire copiosamente, soprattutto in singolo o magari in locale, in compagnia di amici amanti dei picchiaduro vecchio stampo.

Contenutisticamente parlando siamo di fronte ad un discreto titano. Dal primissimo Street Fighter del 1987, sino al 3rd Strike pubblicato nel 1999, avrete la bellezza di ben 12 iterazioni con cui sollazzarvi, tutte rigorosamente riprodotte ed emulate a partire dalle corrispettive edizioni arcade, diverse, per forza di cose, dagli eventuali porting per console.

[caption id="attachment_185758" align="aligncenter" width="1000"]Street Fighter 30th Anniversary Collection screenshot Naturalmente si può scegliere se giocare con il formato d’immagine originale, impostato sui 4:3, o con lo sconsigliatissimo 16:9.[/caption]

Il curioso godrà della lenta, ma evidente progressione, ludica ed estetica, che intercorre tra un capitolo e l’altro, un viaggio temporale che, tramite il Museo, una delle voci principali del menù, viene scandito e specificato tramite utili ed interessanti schermate che esplicitano i progressi e le scelte compiute da Capcom nella maturazione della propria saga.

Il percorso guidato è assolutamente piacevole, soddisfacente per la quantità di aneddoti che vengono dispensati, mentre tra una partita e l’altra ci si allieta nello scovare le innumerevoli migliorie apportate alle animazioni, splendide quelle del 2nd Impact; agli sprite progressivamente più dettagliati; alle musiche, che pur rimanendo fedeli al formato MIDI arricchiscono gradualmente gli arrangiamenti.

Dal punto di vista prettamente ludico, pretendere di appassionarsi al capostipite della saga è una prova che difficilmente supererete. Resta il valore affettivo e storico, ma va da sé che solo a partire dalle più recenti versioni di Street Fighter II ci si può divertire ancora oggi."Se in singolo e in locale tutto fila per il meglio, online c’è qualcosa di troppo che va storto"

Come anticipato, avrete a che fare con le versioni arcade di ciascun episodio, con tanto di filtri, opportunamente disattivabili, che riproducono i “disturbi” visivi dei vecchi tubi catodici. All’atto pratico ciò si traduce in un input lag ridotto al minimo, feature che vi costringerà a sviluppare un’abilità sopra la media per l’esecuzione delle combo più complesse.

Per l’occasione, proprio per permettere a neofiti ed esperti di impratichirsi, rispetto agli originali sono state aggiunte le modalità allenamento per Street Fighter II Hyper Fighting, Super Street Fighter II Turbo, Street Fighter Alpha 3 e Third Strike, gli stessi ed unici episodi che è possibile giocare online.

Se in singolo e in locale tutto fila per il meglio, esattamente come ve lo ricordavate, nel caso siete giocatori di vecchia data, o come vi aspettereste, se invece siete più giovani, online c’è qualcosa di troppo che va storto, al punto da indispettire i fan accaniti del multiplayer competitivo senza compromessi.

Il matchmaking, sfortunatamente, non permette di scegliere gli sfidanti in base alla regione e alla velocità di connessione. Questa scelta di design, che speriamo verrà rivista in futuro tramite apposite patch, unita ad un netcode già di per sé non sempre impeccabile, dà vita ad alcune partite semplicemente in giocabili, che manderanno su tutte le furie i fan più intransigenti. Come se non bastasse, gli odiati rage quitter non verranno sanzionati in alcun modo.

Dal punto di vista prettamente competitivo, insomma, Street Fighter 30th Anniversary Collection è ben lungi dall’essere perfetto, avvilito da problematiche online che lo rendono un prodotto che non mancherà di suscitare le ire di chi pretende un netcode granitico in qualsiasi condizione, soprattutto in un picchiaduro a incontri dove una partita può essere decisa da una singola parata.

[caption id="attachment_185757" align="aligncenter" width="1000"]Street Fighter 30th Anniversary Collection screenshot Di fronte al capitolo originale della serie non si può che provare un’immensa tenerezza.[/caption]

Come reperto storico, come raccolta di titoli da gustarsi in singolo o in locale, al contrario, ci troviamo di fronte ad un prodotto semplicemente splendido, validissimo, godibile anche dalle nuove leve, nonostante le iterazioni più vetuste siano inesorabilmente superate e sorpassate.

Consigliato agli amanti del genere e ai nostalgici, dunque, ma tenendo ben a mente che la componente online soffre di qualche magagna di troppo.

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