Stray Gods: The Roleplaying Musical, la recensione
Stray Gods: The Roleplaying Musical è uno splendido titolo pensato per coloro che amano i musical e i titoli dalla forte componente narrativa
Stray Gods: The Roleplaying Musical è l’ennesima prova di quanto il mercato dei videogiochi si stia espandendo, ma anche di quanto siano ancora presenti dei veri e propri buchi neri da poter esplorare. Vi basti pensare a quanto poco spazio sia dato alle commedie romantiche e ai musical, due generi narrativi quasi del tutto inesplorati in campo videoludico. Un ragionamento che devono aver fatto anche i ragazzi di Summerfall Studios, che con la loro opera prima hanno tentato di porre rimedio a questa lacuna.
Si tratta, senza dubbio, di un’esperienza innovativa, che riduce al minimo la componente ludica, per dare vita a un progetto fortemente narrativo. Un progetto caratterizzato da un cast vocale di tutto rispetto. Se stavate aspettando questa piccola chicca estiva, ma siete spaventati dal prezzo e non sapete se valga la pena o meno spendere i vostri soldi, siete nel posto giusto. Scaldate l’ugola, accendete le casse, impugnate il microfono e unitetivi insieme a noi nella scoperta di questa nuova avventura tutta musicale.
IL SUONO DELLE EMOZIONI
La trama di Stray Gods: The Roleplaying Musical vede una giovane cantante di nome Grace trovarsi nel bel mezzo di qualcosa di più grande di lei. Una sera, la musa Calliope bussa alla sua porta in fin di vita, morendo tra le sue braccia e trasmettendole il suo potere. Prima che possa realizzare cosa è accaduto, Grace viene portata da un ragazzo di nome Hermes di fronte al Coro, un consiglio di Dei composto da Apollo, Atena, Afrodite e Persefone. La cantante viene considerata inizialmente colpevole, ma grazie all’intervento di Apollo le viene dato il beneficio del dubbio. Per evitare la propria condanna a morte, Grace avrà quindi sette giorni per scovare il vero colpevole. Ad aiutarla ci saranno alcuni misteriosi individui e le sue nuove abilità, che le permettono di spingere le persone a cantare per manifestare le loro reali emozioni.
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Stray Gods: The Roleplaying Musical, prima di tutto, è infatti un gioco emozionante. Un titolo che punta a raccontare una storia non particolarmente complessa, ma semplice e diretta, dalla durata inferiore alle cinque ore.
UN GAMEPLAY RIDOTTO ALL’OSSO
Come anticipato, il comparto ludico di Stray Gods è ridotto veramente al minimo indispensabile. Il giocatore dovrà prendere delle decisioni che porteranno avanti la trama. Nulla di più e nulla di meno. Non c’è mai la possibilità di esplorare gli ambienti in stile Life is Strange e non ci sono QTE per valorizzare le sequenze action (che, appunto, mancano). Tutto è pensato per dare spazio alla storia, come accade spesso all’interno del genere delle visual novel.
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L’elemento del gameplay che più ci ha conquistato, però, è la possibilità di scegliere gli argomenti delle strofe di alcune canzoni. In questo modo, i brani mutano di significato, portando avanti la storia verso nuove direzioni. Questa varietà è legata da una scelta che ritorna due volte nel corso dell’avventura. Una scelta che permette di caratterizzare la psicologia di Grace in tre modi differenti per intensità e ardore. Propendere per una frase più “dura”, porterà quindi la canzone a virare verso note più rock e dirette. Utilizzare un profilo più “basso”, invece, renderà la musica più melodica e meno aggressiva. Si tratta di un’interessante aggiunta, che rende l’opera di Summerfall Studios unica nel suo genere.
È inoltre possibile tessere relazioni amorose con quattro personaggi. Una caratteristica di gameplay che spingerà coloro che ameranno l’opera a rigiocarla più e più volte per trovare tutti i finali, le strade e le canzoni uniche per ogni route. Una volta terminata la partita, abbiamo sentito effettivamente il desiderio di ripartire da capo, con la curiosità di scoprire cosa sarebbe successo se avessimo preso delle decisioni differenti.
A QUANDO IL FUMETTO?
Stray Gods: The Roleplaying Musical vanta un’estetica animata in stile motion comic. Una scelta che rende l’opera meravigliosa da vedere, ma che potrebbe infastidire qualche giocatore meno appassionato a questa tipologia di animazione. È innegabile, infatti, che questa scelta comprometta alcuni dialoghi, che non riescono a dare il meglio di sé attraverso questo linguaggio.
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Discorso diverso, invece, per il comparto sonoro, vero fiore all’occhiello della produzione. Siamo rimasti estasiati dalle canzoni composte da Austin Wintory (Journey, Abzu), alcune delle quali non riusciamo a togliercele dalla testa. Non tutte brillano in ugual modo, ma è innegabile in una produzione con tante tracce e con così tante variabili di ogni singolo brano. Immenso, invece, il doppiaggio in inglese, che vanta voci del calibro di Laura Bailey (Grace), Troy Baker (Apollo), Ashley Johnson (Calliope), Mary Elizabeth McGlynn (Persefone), Janina Gavankar (Freddie) e Rahul Kohli (Asterion). Che sia per la recitazione o per le magnifiche prove canore, il cast di Stray Gods è una vera chicca, che merita da solo la vostra totale attenzione.
Segnaliamo, infine, come il titolo non sia disponibile in italiano, ma presenti un inglese non particolarmente complesso. Magari non elementare come altri titoli, ma sicuramente comprensibile. A questo aggiungiamo la presenza di un paio di problemi con alcune scene, che ci sono apparse sgranate, come se i disegni fossero in bassa risoluzione. Nulla di disastroso, ma si tratta di piccoli dettagli che ci teniamo comunque a segnalarvi.
UN'OPERA NON PER TUTTI
Stray Gods: The Roleplaying Musical non è un gioco per tutti, ma allo stesso tempo è un titolo che tutti dovrebbero giocare. Una chicca che scava in un genere quasi del tutto estraneo nel mondo dei videogiochi e che è riuscita sinceramente a emozionarci. Speriamo che i ragazzi di Summerfall Studios decidano di portare avanti questa loro inclinazione narrativa, visto quanto sono stati bravi a lavorare sulla storia e sulle interpretazioni del ricco cast. Amate i musical e le avventure fortemente story driven? Stray Gods è ciò che state cercando. Una perla magari imperfetta da un punto di vista ludico, ma che brillerà nel nostro cuore a lungo.