The Strangers

Una coppia in una casa isolata inizia a ricevere strane visite, che poi diventano attacchi feroci. Inizio molto interessante, seconda parte più convenzionale, per un horror al di sopra della media...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloThe StrangersRegiaBryan Bertino
CastScott Speedman, Liv Tyler, Gemma Ward, Kip Weeks, Laura Margolis, Glenn HowertonUscita2 gennaio 2008 

Ultimamente, vedere un horror prodotto da Hollywood non è proprio il massimo della vita. Lo schema è: mettiamo insieme un po' di adolescenti (magari già noti per qualche serie televisiva), un regista videoclipparo e una trama con omicidi più o meno ingegnosi e truculenti. The Strangers non sovverte le regole del genere e non entrerà nella storia del cinema, ma almeno ha il pregio di non far parte della massa di tanti film tutti uguali. Intanto, la regia di Bryan Bertino non sembra quella del classico tarantolato che ha fatto scorta di anfetamine, visto che il film è girato con movimenti di macchina lenti, per non parlare di inquadrature fisse e inquietanti, senza puntare ad assordare lo spettatore con rumori violenti (anche se il sonoro ha un ruolo importante, basti pensare al lavoro sulla musica e sui dischi).

 Poi, il montaggio non è frenetico come ci si potrebbe aspettare, espediente utilizzato spesso per creare una tensione artificiale ma poco convincente. Così come la fotografia (del veterano Peter Sova) non cerca un'eleganza patinata a tutti i costi. Insomma, si ha l'impressione di assistere, più che a una pellicola moderna, a un prodotto uscito dagli anni settanta, magari un Non aprite quella porta meno violento e più d'atmosfera. Così come sembrano evidenti i rimandi a prodotti come Funny Games, per fortuna senza soluzioni appariscenti e imbecilli come la videocassetta rimandata indietro. E il fatto che la storia venga raccontata in flashback, dopo aver visto armi e sangue, non diminuisce la tensione della prima mezz'ora, davvero efficace e ben fatta.

Il merito va anche ai due protagonisti Liv Tyler e Scott Speedman, che come detto hanno il pregio di non essere la solita coppia adolescenziale, ma una con dei problemi e in una situazione oggettivamente complicata, che all'inizio sembra portare più verso la pellicola sentimentale che l'horror in senso stretto. Insomma due personaggi non piatti, ma costruiti discretamente (almeno per la media di prodotti di questo tipo) e che suscitano un interesse da parte dello spettatore. Liv Tyler, in particolare, compie un ottimo lavoro, considerando i tanti momenti in cui rimane a recitare completamente da sola.

Purtroppo, la seconda parte è decisamente più convenzionale. Intanto, i personaggi mascherati sembrano una banale concessione agli stereotipi del genere (una delle maschere peraltro sembra quella di Orphanage). Poi le scelte compiute dai protagonisti, che sembrano più frutto di esigenze di tensione (ma non è possibile vedere ancora persone che si separano in frangenti così pericolosi!) che ragioni di logica. Soprattutto, negli ultimi venti minuti l'impressione è di un gioco del gatto e del topo tirato decisamente troppo per le lunghe. Va detto che il regista riesce comunque a dare dei tocchi personali a momenti che potrebbero essere banalmente efferati (e che invece tendono più al documentaristico). Ma il rapporto con i maniaci forse non è giocato benissimo e lascia un po' interdetti.

Ah, già che ci siamo, rassicuriamo tutti. Nonostante le scritte iniziali, il film non è basato su una storia vera, anche perché altrimenti avrebbe ricevuto cause penali pesanti. Ovviamente, questo non vuol dire che non sia ispirata a fatti realmente accaduti (il regista parla soprattutto degli omicidi di Charles Manson). Ma le dichiarazioni iniziali ovviamente sono più una scelta di marketing à la Blair Witch Project che altro...

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