Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, un esperimento riuscito a metà | Recensione

Abbiamo passato numerose ore giocando a Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin e siamo finalmente pronti per darvi la nostra opinione

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Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin è un titolo alquanto strano. Dopo essere stata anticipata da numerosi leak nel maggio del 2021, l’opera diretta da Daisuke Inoue, Hiroya Usuda e Nobumichi Kumabe ha fatto la sua prima comparsa nel corso della conferenza di Square Enix all’E3 dello scorso anno. Sono bastati i (pochi) minuti di gioco della prima demo per instillare nel pubblico sia speranza che paura. Da un lato il fascino di un titolo action sviluppato dal team di Nioh. Dall’altro un comparto grafico e alcune scelte stilistiche ampiamente criticabili. 

Ebbene, dopo un lungo periodo di attesa, Team Ninja ha finalmente pubblicato la propria ultima fatica. Abbiamo passato le ultime settimane a esplorare il bizzarro mondo del primo Final Fantasy, venendo travolti da emozioni contrastanti tra loro. È giunto quindi il momento di raccogliere tutte queste sensazioni, di metterle in ordine e di comunicarvele attraverso la nostra recensione. Se siete quindi curiosi di scoprire quanto sia interessante la nuova avventura di Jack Garland, non dovete far altro che continuare a leggere!

UN PASSATO CONTROVERSO

Come già accennato, Final Fantasy Origin è ambientato nell’universo del primo capitolo del franchise. Esattamente come per Final Fantasy VII Remake, anche in questo caso troviamo però delle situazioni e dei personaggi completamente rivisitati. Una scelta controversa, ma perfettamente in linea con quanto ci hanno abituato Tetsuya Nomura e Kazushige Nojima negli ultimi anni. 

La storia vede protagonista il già citato Jack Garland che, dopo aver stretto rapidamente amicizia con Ash e Jed, decide di partire per un lungo viaggio con lo scopo di uccidere Chaos. Quest’ultimo sembra stia compromettendo l’equilibrio dell’intero regno, corrompendo i quattro Cristalli degli elementi. 

Bastano pochi secondi per capire come Stranger of Paradise non punti minimamente sul comparto narrativo. I dialoghi sono scialbi, la regia pigra e non ci siamo affezionati nemmeno per un secondo ai protagonisti della storia. Jack in primis è un personaggio al limite del fastidioso, privo del benché minimo carisma. Per i fan del primo Final Fantasy le ultime ore di gioco saranno anche d’intrattenimento, ma l’evoluzione del racconto non ci ha convinti per nulla. Persino i (pochi) personaggi secondari interessanti entrano ed escono di scena alla velocità di una singola cut-scene, risultando dei veri e propri deus ex-machina per portare avanti la storia.

La possibilità di chiacchierare con i vari NPC per approfondire la lore viene relegata a un menù nella mappa del mondo di gioco. Dopo qualche caricamento potrete quindi parlare con gli abitanti della vostra città, scoprendo rapidamente di poter fare a meno di qualsiasi loro dichiarazione. Una vera noia che, se associata al brand “Final Fantasy”, potrebbe rischiare di tenervi lontani da questo strano spin-off. Una scelta che, però, potreste rimpiangere in futuro.

Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin

IL FULCRO DEL GIOCO

La vera anima di Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin è da ricercare interamente nel suo gameplay. Pad alla mano, Team Ninja ci proietta all’interno di un titolo dal Combat System variegato, che non stanca nemmeno dopo molte ore. Il core del gioco è tutto nella perfetta suddivisione dei vari Job ai quali i nostri guerrieri potranno avere accesso. Stiamo parlando di una serie di classi che introducono nuove abilità da poter accrescere attraverso un comodo skill tree fino al livello 30. 

Questi Job non solo sono molto diversi tra loro, ma potenziandoli ci daranno accesso ad altre classi sempre più potenti. Un “semplice” Mago potrà diventare Mago Nero, Mago Rosso o Mago Bianco, il Ronin potrà evolvere in Samurai e così via. Accedere ad alcune di queste personalizzazioni secondarie richiede di portare ai livelli massimi alcuni Job precedenti. In questo modo al giocatore viene sconsigliato di fossilizzarsi su una singola tipologia di personaggio. Il risultato? Un gioco carismatico e frenetico, che regala al giocatore un grande senso di progressione e di soddisfazione.

Team Ninja ha tentato di portare questa soddisfazione anche nella miriade di equipaggiamenti che si potranno raccogliere nei vari livelli di gioco. Peccato, però, che in questo caso la quantità di oggetti sia quasi soverchiante. Basti pensare che, in circa un’ora di gioco, si raccolgono quasi cinquanta pezzi differenti di armi e armature. Una cifra spaventosa che mal si sposa con la rapida crescita del proprio personaggio. C’è il rischio, infatti, che passate decine di minuti per trovare la build perfetta per iniziare un livello, per poi doverla cambiare del tutto al termine dello stesso, quando avrete trovato decine di altri oggetti.

Per questo motivo abbiamo fatto ricorso al tasto di ottimizzazione dell’equipaggiamento, che rozzamente ci fa indossare gli elementi dalle statistiche migliori. Tutto ciò che è in eccesso lo si può rapidamente smaltire nella Fucina, un luogo dove poter distruggere oggetti in cambio di materiali con i quali migliorare le proprie statistiche.

Nonostante Final Fantasy Origin presenti delle meccaniche simili a quelle dei titoli FromSoftware, l’opera prodotta da Square Enix rimane più vicina agli action classici. Dimenticatevi quindi la barra della Stamina, in favore di una statistica denominata Logoramento. Quando i nemici azzereranno il nostro Logoramento, Jack rimarrà parzialmente tramortito, mostrando il fianco a nuovi possibili attacchi per qualche secondo. A nostra volta, quando azzereremo le barre nemiche, potremo sferrare una rapida mossa in grado di mettere KO il bersaglio. Una soluzione ottima anche per ripristinare i propri PM, necessari per attivare le mosse più potenti. 

Dimenticatevi hub di gioco o vasti mondi da esplorare. Stranger of Paradise ci permette di accedere alle varie aree attraverso una grande mappa del mondo di gioco. Una volta deciso di intraprendere la quest principale o una missione secondaria, ci lanceremo in combattimento in una serie di corridoi e arene dove poter dimostrare tutta la nostra forza. Questo linguaggio videoludico è senza dubbio datato, ma ammettiamo di averlo comunque apprezzato, soprattutto ora dove la maggior parte dei giochi punta a mondi sconfinati e interminabili.

La nuova opera di Team Ninja può essere affrontata sia in solitaria, che al fianco di altri due giocatori. Una scelta che abbiamo particolarmente apprezzato e che, soprattutto nei livelli di gioco più avanzati, ci ha permesso di procedere molto rapidamente. Il matchmaking ci è sembrato rapido e ammettiamo di esserci davvero divertiti a dare la caccia ai vari mostri insieme ai nostri amici.

Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin

UN DESIGN ALTALENANTE

Sotto il profilo meramente tecnico, Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin presta il fianco a non pochi difetti. I modelli dei personaggi risultano stilisticamente piatti e animati in modo legnoso. Le texture degli ambienti appaiono spesso slavate e l’illuminazione non riesce a trasmettere il fascino del mondo del primo capitolo della Fantasia Finale. Si salvano giusto i nemici che, pur non brillando per il design, ricalcano le creature che i fan del franchise hanno imparato ad amare. Senza infamia e senza lode il doppiaggio in inglese e la colonna sonora, che passa spesso in secondo piano quando si gioca. Segnaliamo, infine, la presenza dei sottotitoli in italiano, perfetti per tutti coloro che non parlano bene la lingua d’Albione.

Stranger of Paradise: Final Fantasy è un esperimento riuscito a metà. Se la narrativa e il lato tecnico non ci hanno fatto particolarmente impazzire, il discorso è ben diverso per quasi tutti gli elementi ludici. Team Ninja ha dato vita a un titolo divertente, vario e appagante. Un titolo che ci auguriamo possa ricevere presto un seguito dove poter vedere risolte tutte le criticità evidenziate in questo primo tentativo. Se amate i giochi d’azione e, soprattutto, se amate Final Fantasy, Stranger of Paradise potrebbe essere il titolo che state cercando. Il nostro consiglio è quello di provare la demo e solo allora decidere se procedere con l’acquisto. Non fatevi demotivare dai personaggi goffi visivamente e narrativamente. Gli autori di Nioh sanno benissimo come creare un gioco accattivante e ce l'hanno dimostrato ancora una volta.

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