Star Trek: Strange New Worlds 2x05, la recensione

Nel nuovo episodio di Strange New Worlds, ironia ed equivoci spadroneggiano, planando su un finale che sa di occasione sprecata

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Spoiler Alert

La recensione di Sciarada, quinto episodio della seconda stagione di Star Trek: Strange New Worlds, disponibile su Paramount+

Era il 1966 quando Star Trek faceva il suo esordio sugli schermi statunitensi. Era sempre il 1966 quando la sceneggiatura della serie ideata da Gene Roddenberry ironizzava per la prima volta sulla ferrea logica vulcaniana del signor Spock. Evidentemente, a distanza di più di cinquant'anni, il franchise continua a basare parte del suo umorismo sulle contraddizioni intrinseche a uno dei suoi personaggi chiave; così fa Strange New Worlds con Sciarada, quinta spassosa puntata della seconda stagione della serie.

Seconda adolescenza

La premessa è di una semplicità sconcertante: Spock (Ethan Peck) e Chapel (Jess Bush) restano coinvolti in un incidente nei pressi di un satellite. Spock riporta alcune ferite, ma viene immediatamente curato dalla misteriosa energia locale, una vera e propria entità senziente seppur immateriale. Peccato che, evidentemente inesperta di fisiologia, la suddetta entità "ripari" il nostro eliminandone ogni tratto vulcaniano.

La metamorfosi non è solo fisica, ma soprattutto psicologica. Spock è letteralmente sommerso di emozioni che la sua origine vulcaniana aveva tenuto a bada fino a quel momento. È come un bambino; peggio, come un adolescente in preda a sbalzi d'umore e tempeste ormonali fuori controllo. Come nella miglior commedia degli equivoci, l'incidente capita proprio a ridosso di un'importante cena formale tra Spock e la famiglia della sua fidanzata vulcaniana, T'Pring (Gia Sandhu). Il potenziale comico c'è, e viene sfruttato appieno da Strange New Worlds in uno degli episodi più divertenti del suo percorso fino a oggi.

Divina Commedia

Non staremo qui a dilungarci nell'elogio sperticato - e meritatissimo - delle performance comiche di tutti gli interpreti. Al suddetto Peck, liberato dallo stretto giogo della logica compostezza vulcaniana, si affianca il sempre perfetto Pike di Anson Mount nel ruolo, stavolta, di spalla culinaria, impegnata a gestire un'emergenza privata del suo amico e sottoposto. Chapeau a Sandhu, autentica brace sotto l'impeccabile cenere del contegno; e un applauso merita chiunque abbia ideato la coppia T'Pril (Elora Patniak) - Sevet (Michael Benyaer), un duo tanto mal assortito da generare, di per sé, ilarità dal primo fotogramma.

Non è tutto riso ciò che Sciarada propone, sia chiaro: le prove attoriali di Mia Kirshner nel ruolo di Amanda, madre di Spock, e della già citata Bush sono spesso velate di malinconia. È difficile amare un vulcaniano; lo sa Amanda, da anni votata a un destino di emarginata su un pianeta che la rigetta, in nome del legame con marito e figlio. Lo sa Chapel, seppur la piena consapevolezza dei suoi sentimenti per il collega Spock arrivi nel corso di questo episodio.

In riparazione

Lo status di umano di Spock è, come prevedibile, destinato a risolversi per intervento della stessa entità che ne aveva tentato la riparazione. Armata di un siero che riporterà l'ufficiale alla sua indole originaria, Chapel si appresta a dire addio a una versione più libera e passionale di Spock. Una versione che, tuttavia, non corrisponde in toto all'individuo di cui, ora lo sa, si è perdutamente innamorata.

La "guarigione" è immediata, ma Spock ha nel frattempo svelato ai futuri suoceri la sua condizione, causando un certo sgomento e, cosa più importante, una rottura con T'Pring. Non vi sono scenate tra i due fidanzati, solo l'amara consapevolezza - da parte della ragazza - di essere stata vittima di una reticenza che profuma di sfiducia. Un piccolo, doloroso tradimento, alla luce delle molte dimostrazioni di sostegno e supporto che T'Pring, a dispetto della sua natura logica, non ha mai negato al promesso sposo.

Un passo falso

E arriviamo, dunque, all'unica vera sbavatura di questo godibilissimo capitolo di bugie e omissioni. Nell'ultimissima scena di Sciarada, ormai in "pausa di riflessione" con T'Pring, Spock riceve la visita di Chapel. Dopo un breve scambio, i due cedono alla passione e iniziano ad amoreggiare. Chiunque abbia tifato per la coppia (dall'inizio di Strange New Worlds o, perché no, addirittura da TOS) avrà stappato lo spumante, certamente. Però, però però... C'è un grosso però.

Non ci interessa valutare le implicazioni che questa svolta possa avere rispetto al canone riconosciuto; Star Trek: Strange New Worlds ha dimostrato di sapersi reggere sulle proprie gambe e di saper gestire con intelligenza il materiale da cui trae origine. Piuttosto, questa conclusione odora di semplicismo, poiché uno dei conflitti più interessanti della puntata risiedeva nella rinuncia, da parte di Chapel, all'unica versione di Spock con cui sarebbe stato facile concretizzare. Non dubitiamo che questo bacio (con ciò che ne è seguito) sia solo un episodio, incapace di per sé di precludere alcuna via al racconto. Tuttavia, questa chiusura è un'occasione mancata, un saporito contentino che, tuttavia, pecca di lungimiranza. Speriamo di essere smentiti al più presto.

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