Strade Perdute, la recensione del nuovo Blu-Ray Disc
La nostra recensione della nuova edizione Blu-Ray Disc di Strade Perdute, il capolavoro di David Lynch
Video: AVC, 1080/24p (24,000), 2.35:1 (originale 2.39:1)
Audio:
2.0 Stereo Dolby Digital: Italiano Inglese
5.1 DTS HD Master Audio: Italiano Inglese
Sottotitoli: Italiano
1 disco 50gb
Region B
Amaray
Prodotto da Mustang/Minerva RaroVideo, distribuito da Cecchi Gori HV.
Edizione ITALIANA disponibile nei seguenti paesi: IT.
Film
Scritto e diretto da David Lynch, insieme a Barry Gifford, Strade Perdute, settimo film della filmografia di Lynch, è considerato da tutti come il massimo esponente della poetica di questo straordinario regista, insieme a Mulholland Drive e Inland Empire, accomunati dai fan come una trilogia tematica legata al subconscio e al mondo dei sogni. Chi ha familiarità con il cinema (e non solo) di David Lynch avrà intuito come il suo sia fatto di suggestioni, di sensazioni e che il tema della mente sia spesso presente. Non è certo un caso che il suo film di esordio fu Eraserhead, che era tutto incentrato sulle visioni oniriche ed inquietanti del protagonista, inscindibili con gli avvenimenti reali. Tutto della filmografia di David Lynch si è mosso in quella direzione, compresa anche la serie TV di culto Twin Peaks, con l'assassino Bob che vive dentro le persone inconsapevoli dei suoi crimini, rappresentazione della doppia personalità e della trasfigurazione. Strade Perdute è quindi l'evoluzione che Lynch ha compiuto dopo anni per esprimere al meglio questi temi e la voglia di sperimentare e stimolare lo spettatore. Come capita sempre, fare una critica ad un prodotto creato da David Lynch diventa un compito arduo e che poco ha a che fare con lo stabilire se sia un buon film o un prodotto pessimo, dibattito che alla fine non ha importanza, ma diventa più il capire cosa vuole raccontare e, soprattutto, le sensazioni che lascia ad ogni spettatore perché, che piacciano o no, nessuno rimane indifferente. Strade Perdute può essere facilmente riassunto come la storia di un uxoricida, ma ciò che attrae lo spettatore e lo affascina, non è la fredda sintesi dei fatti che portano a questo gesto (che comunque riserva sorprese e un crescendo di oscurità nei soggetti coinvolti), ma il modo in cui sono raccontati e messi in scena. Di fatto uno degli elementi che ha reso di culto questo film è la sua struttura associata al cosiddetto nastro di Möbius: una struttura chiusa che si ripete all'infinito, dove ad ogni giro sul nastro il punto di vista si sposta per poi tornare nuovamente a quello precedente, proprio come le due facce del nastro di Möbius. Insieme a ciò, il film fa continuamente riferimento alla psicoanalisi e alle istanze dell'Io: ogni soggetto presente nel film è una delle personalità del protagonista e ognuna di esse svolge un ruolo, mentre il protagonista stesso si trasfigura per fuggire dal suo gesto e dalla sua vita.
Peter Dayton (Balthazar Getty) è ciò che Fred Madison (Bill Pullman) vorrebbe essere: giovane, sicuro di se, con un lavoro manuale, desiderato dalle donne, traditore e non tradito e prestante amante. Entrambi sono ossessionati dalla stessa donna: Fred ama Renee (Patricia Arquette), ma i suoi continui sospetti di tradimento lo portano a guardarla sempre con diffidenza e sospetto che condurranno poi al gesto estremo. Pete ama Alice Wakefield (straordinaria trasformazione di Patrica Arquette), la donna del boss Sig. Eddy (Robert Loggia), meglio noto come Dick Laurent, che è una versione più trasgressiva e sensuale di Renee, dai capelli biondo platino e che trascina Pete in un crescendo disperato di sesso e violenza. In entrambe le situazioni, Fred/Pete è disposto a compiere i gesti più estremi per appagare l'ossessione, anche quando sospetta di essere usato. E' interessante notare come il film mantenga una parvenza di concreta realtà (basti vedere i detective che sorvegliano Pete e indagano sul caso di Fred), non dando mai alcuna certezza allo spettatore su dove finisca il sogno e inizi la realtà, né se gli eventi visti si siano verificati davvero. E alla fin fine questo non ha molta importanza perché, nonostante gli indizi e le informazioni fornite, a catalizzare l'attenzione sono, come detto, le sensazioni che il film instilla nello spettatore e Strade Perdute è un concentrato di inquietudine e surrealismo. Su tutti la casa di Fred, che sembra tutt'altro che accogliente, sia per la forma e la disposizione dei mobili, il colore delle pareti, la luce che vi penetra e le onnipresenti tende rosse (il sipario tanto amato e abusato da Lynch), tutto trasmette ansia e smarrimento, proprio come la mente di Fred, dove la casa assume toni labirintici e opprimenti, grazie anche alla sapiente regia di Lynch. Anche i personaggi ne sono un esempio, come il terrificante uomo misterioso (Robert Blake), che è protagonista del momento più assurdo ed affascinante del film, la conversazione con Fred, ed è il momento dove il film assume tinte paurose, da horror surrealista. E non mancano personaggi sopra le righe che aumenta la sensazione di grottesco, come i due secondini della prigione che ridono a crepapelle per ogni minima freddura detta, oppure lo stesso Eddy, che sembra uscire dal più stereotipato ed esagerato racconto di gangster. E poi ci sono le musiche di Angelo Badalamenti, “braccio destro” di David Lynch, capace di trasfigurare le sensazioni di Lynch in musiche per trasmetterle allo spettatore. Ogni brano o sottofondo che si sente è in perfetto concerto con la scena e con la carica di inquietudine, terrore, sgomento, ma anche di esaltazione che rendono il film un viaggio unico emozionale. E non si sottovaluti nemmeno la selezione di brani, come “I'm Deranged” di David Bowie, diventato il tema musicale principale del film, oppure le canzoni dei Rammstein. Strade Perdute è quindi uno dei prodotti di spicco del David Lynch più artistico e senza vincoli produttivi, che esprime al meglio i temi a lui cari e l'immaginario visivo che tanto ha affascinato gli spettatori, che può diventare una vera esperienza per chi vi si avvicina. Il film segna anche le ultime apparizioni di Richard Pryor e Jack Nance, quest'ultimo attore feticcio di Lynch, onnipresente, protagonista di Eraserhead, il suo primo film.
Video
A sorpresa, Minerva RaroVideo ripropone il film cult di David Lynch in una nuova edizione in alta definizione Blu-ray e in DVD. Chi ha memoria per queste cose forse ricorderà che diversi anni fa, nel 2011, questo titolo era già stato proposto, per la prima volta, in Blu-ray, grazie alla Koch Media. L'edizione rimase poco nel mercato, per poi finire fuori catalogo, quindi per chi allora non riuscì a comprarla, la nuova versione di RaroVideo è quanto mai gradita, considerato anche che il nuovo prodotto sopperisce ai problemi tecnici del prodotto Koch Media. Ma procedendo con ordine: l'edizione è tipica del catalogo RaroVideo, con una confezione in semplice amaray che riporta il poster originale del film come cover. All'interno troviamo il disco con il film e un booklet con un editoriale sul film, corposo e dettagliato che sarà molto interessante da leggere per gli appassionati del film e di cinema.
Come tutti i film di quel periodo (1997), Strade Perdute è stato girato in 35 mm Panavision (anamorfico), il master utilizzato è quello francese offerto da MK2 (probabilmente un telecine di un interpositivo), detentore dei diritti del film, e si tratta dell'unica fonte in alta definizione del film, ripresa da tutte le edizioni estere, italiana compresa appunto. Anche la precedente edizione Koch Media lo usava, ma come scopriremo, l'edizione RaroVideo è di molto superiore. Il quadro video offerto è davvero molto buono, a tratti anche ottimo ed offre primi piani e campi medi di rilievo (anche se a volte la messa a fuoco non è precisa, che sia voluto o meno). La texturizzazione sfoggia un buon microdettaglio, con incarnati solidi nei primi piani e scenografie valorizzate. Crolla nei campi lunghi, anche se il livello di definizione resta molto buono, con elementi ancora distinguibili, ma non più precisi e con linee inspessite, con evidente fusione negli sfondi. La tridimensionalità è di buon livello, grazie a un buon contrasto che riesce a dare un giusto grado di profondità, anche se il film fa un gran uso del nero che inghiotte la scena (del tutto voluto). Il punto cardine di questo master, che è poi quello si cui i puristi si scontrano puntualmente quando si parla di questo genere di cose, sono i colori: chi è riuscito a seguire la lunga vita editoriale di questo film, avrà notato che il primo master a circolare aveva una luminosità molto bassa e colori più intensi, contro l'attuale master MK2 dalla luminosità abbastanza elevata e colori più slavati. E quindi viene logico porsi il quesito: quelle dei due è il profilo corretto? Probabilmente nessuno dei due, perché ha davvero poco senso porsi tale domanda avendo come campione stampe di seconda o terza generazione. In ogni caso, è evidente che la luminosità e il contrasto siano più alti di come ci si aspetterebbe e lo si intuisce per la resa della grana mista a rumore elettrico nelle alte frequenze, dove è difficile stabilire dove finisce uno e inizia l'altro. Ciononostante il nero è di buon livello e la tridimensionalità più che sufficiente a garantire la profondità del quadro, anche in considerazione dei colori troppo slavati. Non sono presenti spuntinature rilevanti o particolari segni di usura, ma c'è qualche segno di oscillazione, specie nei secondi iniziali, mentre sono invisibili eventuali segni di deflessione o sfocature ai vertici, tipiche dell'anamorfico. Venendo poi all'authoting, si nota la principale differenza con l'edizione Koch Media: quell'edizione aveva un encoding video assai curioso, perché oltre ad un bitrate basso (e per un video così difficile, non è un bene) soffriva di un pesante aliasing ingiustificato che rendeva la visione molto poco piacevole. L'edizione RaroVideo copia la principale edizione francese e la ripropone, quindi una compressione AVC a medio alto livello, con punte elevatissime nei momenti più difficili e nessun segno di aliasing inopportuno, dando finalmente un po' di giustizia anche all'appassionato italiano.
Audio
RaroVideo propone il doppio mix per le lingue italiano e inglese, quindi si avranno queste lingue nelle seguenti configurazioni: 2.0 stereo in Dolby Digital a 224 kbps e 5.1 in DTS HD Master Audio. Lasciando per ora da parte le tracce stereofoniche, va ricordato che il doppiaggio di Strade Perdute fu eseguito da Cecchi Gori, che per il cinema è entrata nel mondo dell'audio multicanale molto tardi e quindi il film fu fatto in stereo. Il 5.1 per il film arrivò soltanto con il DVD la cui traccia sarebbe poi stata adottata da tutte le successive edizioni dei vari autori, RaroVideo compreso. E' bene ricordare questo punto, perché è impossibile non cogliere le origini “cecchigoriane” della traccia italiana. Il punto più dolente è la resa davvero sottotono della parte musicale della traccia (e in un film dove la musica svolge un ruolo primario, non è un gran complimento), rispetto alla traccia inglese dove le note di I'm Deranged travolgono lo spettatore. Meglio la resa dei dialoghi, per intensità, pulizia e integrazione nella scena. Anche gli effetti sonori, per quanto buoni, sono molto più attenuati, anche se in generale la traccia ha una dinamica di tutto rispetto. Nulla da segnalare sulla direzionalità e separazione dei canali, che si assesta sulla sufficienza, vuoi anche per il titolo non propriamente predisposto verso questo aspetto. Ritornando sulla traccia stereo, è impossibile non notare un dislivello qualitativo a favore di quest'ultima, caratterizzata da una maggiore intensità, maggiore ricchezza nelle frequenze e coinvolgimento, diventando quindi preferibile usufruire di questa che del 5.1. Si segnala che le traccie in inglese sono caratterizzate dalla presenza dei sottotitoli in italiano forzati, cosa che farà molto arrabbiare gli appassionati della visione in lingua originale.
Extra
Come prevedibile, il comparto extra è solamente accessorio e non molto interessante, comprendendo gli stessi contenuti dell'edizione Koch Media. C'è quindi un teaser trailer, un breve B-Roll del film e un'intervista a David Lynch. Troppo pochi e troppo poco interessanti per poter essere definiti extra.
Trailer
Making of
Intervista al regista
Conclusioni
Strade Perdute è uno dei film più rappresentativi del genio di David Lynch, ma anche la miglior forma di noir moderno, intriso di tematiche legate alla psicoanalisi e di suggestioni che solo uno come David Lynch è in grado di indurre. Certamente non un film per tutti, ma un'esperienza che tutti dovrebbero provare e che non lascia indifferenti a fine visione. Finalmente, grazie a RaroVideo, questo titolo ha ottenuto un po' di giustizia nel formato in alta definizione, in un'edizione di buona fattura che ripropone il film nella sua forma migliore ad oggi e che manda in pensione la precedente proposta Koch Media. Appuntamento imperdibile per gli appassionati e per chi ama il cinema.