Storia di cani - I barbari tra noi, la recensione
Abbiamo recensito per voi Storia di cani - I barbari tra noi, di Giuseppe Ferrandino e Giancarlo Caracuzzo
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
A questo proposito, tornando indietro di vent'anni, risulta fondamentale la lettura di Storie di cani, opera seminale di Giuseppe Ferrandino (testi) e Giancarlo Caracuzzo (disegni), proposta a puntate sulle pagine della rivista Nero agli inizi degli anni ’90. Dopo una prima versione deluxe pubblicata nel 2017, Editoriale Cosmo ha recentemente rieditato questo fumetto in formato bonellide.
Giocando con atmosfere noir, hard boiled e pulp, lo scrittore ischitano imbastisce una storia cruda – tanto nel lessico quanto nei contenuti – non immediata e corale, dalla quale emerge il ritratto di una società marcia in ogni suo aspetto. Il morbo della camorra ha ormai contaminato il quotidiano di una città segnata da eventi drammatici che si susseguono senza soluzione di continuità, proprio come gli imprevisti che si parano lungo il cammino del protagonista.
In questo scenario spicca prepotente Mimì, criminale dalle origini umili e senza un particolare substrato motivazionale: il suo delinquere sembra più legato a un’incapacità a costruirsi un’alternativa che a una vera e propria predisposizione. A differenza del protagonista del romanzo dello stesso Ferrandino, Pericle il nero, non esiste possibilità di redenzione per Mimì, o forse manca proprio l'intenzione di redimersi. In tal senso, la vignetta che chiude il brossurato esemplifica la scelta di abbracciare il lato più brutale, diventando il cane rabbioso che richiama il titolo dell'opera. Grotteschi e spesso sgradevoli, i personaggi di cui si compone il cast – tra cui ritroviamo anche una precedente creazione dell'autore, Zampino – sono una cupa rappresentazione della realtà, per la quale pare ormai persa ogni speranza.
La grande profondità della prosa dell'ex scrittore di Dylan Dog viene completata dalla maestria al tavolo da disegno e dallo storytelling di Caracuzzo. Lo stile asciutto dell’artista romano cattura le sfumature emozionali che ogni gesto e situazione sottende: l’espressività delle figure di Caracuzzo è così intensa da rendere quasi superfluo didascalie e ballon, accompagnando ogni sequenza con il giusto ritmo e recitazione.
Ben prima dei Savastano e del Libanese era già forte la tradizione italiana di genere, animata da personaggi estremamente magnetici. Storia di cani, di Ferrandino e Caracuzzo, è un’opera da leggere assolutamente che ha infuso a suo tempo nuova linfa a quel filone e che regala ancora oggi un personaggio principale decisamente affascinante.