Step Up 2 - La strada per il successo

Andie, ballerina in una crew che organizza happening particolari, si ritrova in una scuola professionale. Ma l'istinto ha la meglio. Tonnellate di ballo, ma la storia l'abbiamo vista 1000 volte...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloStep Up 2 - La strada per il successoRegiaJon Chu Cast

Briana Evigan, Robert Hoffman,  Adam G. Sevani,  Cassie, Will Kemp

Uscita18 aprile 2008

Cosa rende (o meno) un film di ballo un musical? E cos'è che differenzia una pellicola come Cantando sotto la pioggia da Step Up 2, considerando che entrambe hanno numerosi numeri musicali, tra cui un'importante scena sotto la pioggia in tutti e due i casi?
Mah, qualcuno potrebbe rispondere che questi sono i film che parlano ai giovani oggi e che quindi può risultare un po' snob fare paragoni del genere. Eppure, 50 anni fa, il film che ha creato tutto il filone della ribellione giovanile che dura ancora (e che sempre lo farà), Gioventù bruciata, presentava una storia forte e delle interpretazioni notevoli con un cast fantastico. Perché è impossibile avere qualcosa del genere oggi e non dei film mediocri?

Difficile rispondere, di sicuro comunque non sarà questa pellicola ad invertire la tendenza di prodotti del genere. Che sanno sicuramente come parlare ad un certo pubblico e con qualche elemento pseudoraffinato (lo stile documentaristico all'inizio della pellicola e lo 'spettacolo' in metro). Inoltre, non mancano tutti gli elementi fondamentali per permettere l'identificazione al pubblico adolescenziale: problemi in famiglia, contrasti con gli amici, difficoltà a scuola, il bisogno di mantenere una propria identità, relazioni complicate e una spruzzatina di lievissima violenza (mica vorrete perdere il Pg-13, vero?). 

In realtà, è difficile credere alla sincerità di un'operazione del genere. Vogliamo pensare che la galleria di personaggi strambi protagonisti della nuova crew sia frutto di una scelta artistica o meglio di una di marketing (così tutti possono riconoscersi)? Che la sua anticonvenzionalità (ovviamente molto di facciata) sia frutto di una scelta politica o perché, semplicemente, la ribellione chic funziona sempre? Ma forse è sbagliato porsi tutti questi problemi con una pellicola che, quando non sa cosa dire, butta lì una scena di ballo o comunque un momento musicale fino alla nausea (o meglio, fino ai titoli di coda compresi).

Ci si chiede (seriamente) cosa avrebbe potuto fare uno Spike Jonze con un materiale del genere. Nome non fatto a caso, perché il regista Jon Chu sembra voler prendere in prestito qualche idea (penso ai meravigliosi video di Sabotage dei Beastie Boys e di Praise You di Fatboy Slim), ma senza crederci troppo. Tanto che quando ci sarebbe l'occasione di fare una bella scenetta pseudoribelle e divertente, la possibilità viene lasciata cadere senza problemi. D'altronde, l'importante è che i contrasti (tutti) finiscano sempre a tarallucci e vino e che i personaggi (tutti) siano felici. Certo, quando il protagonista Robert Hoffman guarda la sua amata vestita in maniera elegante, viene da chiudere gli occhi per la sua (mancanza di) espressività.   
Ma d'altronde, ogni cosa serve per far vedere qualche spettacolare momento di ballo, no? Per quello, obiettivo sicuramente riuscito. Forse però, come sembra consigliare anche il film, si possono vedere cose del genere anche su YouTube, senza spendere. Eppure, quando una pellicola ottiene 120 milioni di dollari a fronte di un budget infimo, bisogna ammettere che hanno avuto ragione i produttori e che le chiacchiere stanno a zero...

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