Starblood Arena, uno sparatutto competitivo in salsa realtà virtuale - Recensione
Improbabili telecronisti e velivoli armati di tutto punto: la recensione di Starblood Arena
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
Il genere di appartenenza è lo stesso, quello degli FPS online orientati al multiplayer competitivo; identico è l’espediente narrativo che giustifica e incentiva la carneficina, uno show televisivo del futuro che riprende in diretta le battaglie tra piloti di velivoli armati di tutto punto; comune è l’intento di fondo, dimostrare che il PlayStation VR è uno strumento imprescindibile per immergere il videogiocatore di turno, come mai prima d’ora, in furiosi scontro a fuoco.
Il titolo sviluppato da WhiteMoon Dreams intriga e colpisce sin dal menù principale grazie al suo stile unico e tremendamente caratterizzato. La soundtrack, l’art design di piloti e mezzi, i due strambi telecronisti che commenteranno ogni vostra azione, tutti elementi che ricordano, per più d’un motivo, Il Quinto Elemento, film sci-fi di Luc Besson, vuoi per le ambientazioni, degradate e dai colori acidi, vuoi per alcuni effetti visivi.
Spontanea e immediata la domanda: ma con un simile gameplay, memori dei mal di testa causati da RIGS: Mechanized Combat League, quanto tempo ci metterà la motion sickness a consumare e soffocare qualsiasi entusiasmo?
Che si tratta di un gioco sviluppato con tutti i crismi, lo si intuisce anche da questo dettaglio tutt’altro che secondario: grazie ad un comparto tecnico di prim’ordine, anche sul vecchio modello di PlayStation 4, grazie ad un level design sopraffino, che offre continui riferimenti al videogiocatore per capire al volo dove sia il sotto e dove il sopra, anche dopo sessioni particolarmente prolungate non sopraggiunge alcun senso di nausea.
Liberi dallo spauracchio che fino a qui a rovinato buona parte delle esperienze legate alla realtà virtuale, ci si può godere in tutta libertà uno sparatutto in soggettiva ludicamente validissimo, che purtroppo mostra il fianco ad una cronica carenza di contenuti.
[caption id="attachment_171602" align="aligncenter" width="600"] Dal punto di vista grafico c’è davvero poco di cui lamentarsi. Anche sul vecchio modello di PlayStation 4 l’aliasing è ridotto al minimo.[/caption]
Dopo un matchmaking tutt’altro che fulmineo, altra pecca che affligge la produzione, si scopre che svolazzare per l’ambientazione, a caccia di nemici da distruggere, è un’operazione immediata e piacevole nonostante un control scheme piuttosto complesso. Oltre ai dorsali e alle leve analogiche utili per controllare il mezzo, avrete a disposizione un vasto arsenale utile per cavarvela in qualsiasi situazione. Tra mitragliatori, missili a ricerca e mine di prossimità ce n’è davvero per tutti i gusti, a patto di possedere un minimo di senso tattico. Il level design, del resto, incentiva lo spirito di adattamento del videogiocatore, immergendolo in scenari che si compongono di zone più ampie, ideali per furiosi alterchi dalla distanza, e di anguste insenature, perfette per tendere trappole.
Tra fughe rocambolesche, esplosioni di ogni genere e adrenalinici inseguimenti, Starblood Arena si rivela un FPS dannatamente divertente, coinvolgente soprattutto grazie all’innegabile plus offerto dalla realtà virtuale.
Peccato che il senso di meraviglia non duri moltissimo a causa della già citata carenza di contenuti. Le modalità di gioco, tanto per cominciare, sono pochissime. Oltre ai classici deathmatch, in singolo o a squadre, Griglia di Ferro cerca di variare la formula inserendo nella mischia una palla da spingere nella porta avversaria. Purtroppo l’eccessiva libertà di movimento offerta ai giocatori, vanifica qualsiasi tentativo della difesa di imbastire una qualsiasi strategia per contrastare l’avanzata degli avversari, a tutto svantaggio del divertimento.
[caption id="attachment_171601" align="aligncenter" width="600"] In linea teorica ogni pilota e mezzo è caratterizzato da specifiche statistiche in termini di attacco, difesa e velocità. Peccato che all’atto pratico le differenze praticamente non si notino.[/caption]
Anche sotto il profilo della progressione, manca qualcosa. Se il single player è chiaramente studiato per essere un semplice allenamento in vista della mattanza online, l’assenza di extra sbloccabili degni di questo nome, di perk e di equipaggiamento disponibile solo dopo aver accumulato un certo numero di vittorie, finisce per soffocare il coinvolgimento sul lungo periodo.
Starblood Arena è un divertentissimo FPS online che, almeno allo stato attuale, ha il fiato un po’ corto. Qualche futuro aggiornamento, magari, potrà introdurre modalità e contenuti extra, ma allo stato attuale è fin troppo facile perdere qualsiasi interesse a sfidare altri giocatori online, dopo l’iniziale, innegabile, travolgente entusiasmo. Si tratta, comunque, di uno dei migliori titoli disponibili per PlayStation VR, nonché di un ottimo sparatutto che non mancherà di divertire gli appassionati del genere.