Star Wars: The Bad Batch 1x02: la recensione
Dopo il primo episodio, davvero molto lungo e introduttivo, Star Wars: The Bad Batch ritorna su binari più tradizionali
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Dopo il primo episodio, davvero molto lungo e introduttivo, Star Wars: The Bad Batch ritorna su binari più tradizionali. Il secondo episodio della serie dura poco meno di mezz'ora, presenta una piccola avventura – ma è tanto definirla così – autoconclusiva, e si concentra sul definire meglio il gruppo dei protagonisti. La scelta sugli eventi da raccontare sembra obbligata: se la ex squadra 99 è già formata e affiatata, la novità su cui concentrarsi è l'arrivo nel gruppo di Omega. E la puntata parla proprio di questo, mostrando al tempo stesso qualcosa sul funzionamento del nuovo Impero.
L'episodio tuttavia non si sofferma solo su questo, ma ne approfitta per raccontarci la ricostruzione dei legami nella galassia dopo la fine della guerra dei cloni. Cosa farà l'Impero per distinguersi, probabilmente in negativo, dalla vecchia Repubbica Galattica? Qui – ed è qualcosa che definisce tutta la missione della puntata – sostituisce i vecchi crediti della Repubblica e impone un rigido controllo sulle identità di tutti gli abitanti, associando a loro un codice. È abbastanza per mettere in agitazione Hunter e la squadra, per i quali improvvisamente diventa molto difficile lasciare il pianeta.