Star Wars: Tarkin, la recensione
Abbiamo recensito per voi il romanzo Tarkin, di James Luceno, parte del nuovo Canone di Star Wars
L’arrivo nei cinema dei prequel, tra il 1999 e il 2005 fece sperare in un rinnovato interesse da parte degli editori di turno - Fabbri primae Piemme poi - che invece si palleggiarono i diritti pubblicando pochi sporadici volumi (sulla cui scelta specifica ci sarebbe qualcosa da ridire) e lasciando, ancora una volta, incompiute serie avviate, come quella di Apprendista Jedi.
James Luceno, l’autore, non è un nome nuovo per i lettori dei libri di Star Wars: sono ben dodici, infatti, i suoi lavori ambientati nella Galassia lontana lontana, tra romanzi e racconti. E tutti, prima di quest’ultimo, sono ovviamente parte dell’Universo Espanso originale. Luceno, come racconta in un’intervista, ha lavorato a Tarkin con lo stesso approccio, verso la continuity, che ha avuto per tutti i suoi romanzi precedenti:
L’Universo Espanso esiste ancora. C’è e ho scelto di utilizzarne degli elementi. Guardando al futuro penso che più di un autore preferirà costruire attorno ad eventi già stabiliti dal materiale che ora è classificato come Legends, piuttosto che sovrascriverli. Dovremo aspettare un po’ per capire che cos’è il cosiddetto "nuovo canone".
Il reboot del canone di Star Wars può fare più danni che altro. Suppongo che abbia una sua logica a livello di marketing, ma sono preoccupato che possa finire per alienare i fan più accaniti, quelli che seguono questo franchise da molto tempo. Perché sono un gruppo numeroso ed estremamente fedele alle storie che amano.
Così, nel redigere la biografia del Grand Moff Whiluff Tarkin, Luceno fa uso a piene mani di elementi provenienti sia dalla serie TV Clone Wars (in particolare al trittico di episodi The Citadel, che mostra l’incontro tra il protagonista del romanzo e il futuro Darth Vader), che da due dei suoi più grandi successi: Dark Lord: The Rise of Darth Vader e Darth Plagueis.
La narrazione della vita del personaggio portato sul grande schermo da Peter Cushing in Una Nuova Speranza, procede alternando eventi ambientati cinque anni dopo La Vendetta dei Sith, alla sua giovinezza sul pianeta natale, Eriadu.
Chi si aspetta che la Morte Nera, tradizionalmente legata alla figura di Tarkin, giochi un ruolo di peso nella vicenda del romanzo, potrebbe rimanere deluso. Ma il fatto che la super-arma, pur presente, resti sullo sfondo, è un bene. Tarkin è molto di più della stazione di battaglia, come Luceno ci racconta magistralmente. Rampollo di un’importante famiglia di Eriadu, viene temprato dal prozio Jova tramite le durissime prove a cui lo sottopone sull’Altopiano delle Carogne, zona selvaggia e pericolosa del suo pianeta natale.
Scoprendo i dettagli circa il periodo di formazione del futuro Grand Moff, comprendiamo, pur non condividendo, le motivazioni che lo portano ad essere il gelido e spietato figuro che tutti conosciamo dalla sua versione cinematografica. E proprio a un aspetto del film il romanzo dà particolarmente spazio: il rapporto tra lui e Darth Vader, personaggio molto presente in Tarkin.
In Una Nuova Speranza, la gerarchia tra i due è quantomeno singolare. È palese che Vader non sia un superiore del Grand Moff, come lo è di qualsiasi altro ufficiale dell’esercito e della marina. Tarkin va a fondo alla questione, grazie a memorabili scene tra i due e, in alcuni casi, in compagnia dell’Imperatore, personaggio che - quando appare - ruba la scena con potenza. E leggere riguardo al cosiddetto “triumvirato oscuro” riunito è un piacere, in quanto Palpatine e Tarkin non si sono mai incontrati nelle pellicole.
Nel definire la personalità del Grand Moff, come nessun autore aveva mai fatto prima, Luceno ci racconta come Tarkin, acuto e intelligente, abbia intuito ben più di quanto non dica. Senza però correre rischi e perdere tempo per verificare la correttezza della sue intuizioni. Il Moff, ad esempio, è praticamente sicuro che Darth Vader sia Anakin Skywalker, o che la Morte Nera, di cui è a capo della costruzione, provenga in realtà da un progetto dei Separatisti, ma entrambe le informazioni, decide in modo pragmatico, possono rimanere senza una verifica, che a nulla gli servirebbe.
Estremamente interessante è inoltre lo sguardo sulla situazione politica della Galassia, a cinque anni dalla fine della Guerra dei Cloni e dalla nascita dell’Impero. La memoria del conflitto è ancora fresca e presente. Il neonato Impero non se la deve ancora vedere con un’Alleanza Ribelle organizzata e strutturata, quanto con ex Separatisti e con oppositori isolati. Assistiamo ai cambiamenti sociali, ma anche estetici e architettonici, oltre che, ovviamente politici, che hanno trasformato la Galassia vista nei prequel in quella della Trilogia Classica. Le persone, fondamentalmente, hanno accettato l’Impero di buon grado, in quanto è l’unico modo per lasciarsi alle spalle la guerra.
Ci sono poi trovate geniali che strappano un sorriso. Non può, ad esempio, non divertire il riferimento ai fastidiosi stivali troppo stretti di cui si lamenta il Grand Moff, sapendo che Peter Cushing girò delle scene in pantofole perché non li sopportava. Ed è azzeccatissima la scelta di Luceno di narrarci un’incontro avvenuto tra Tarkin e il Conte Dooku, facendo “recitare” nuovamente insieme, e anche in Star Wars, Cushing e Christopher Lee.
Si tratta di una vera e propria biografia, insomma, che ci svela come e perché Tarkin è l’uomo che conosciamo da Una Nuova Speranza e cosa ha portato alla nascita della famosa Dottrina Tarkin, il tutto raccontando una bella storia, che tiene alta la tensione fino alla fine, dove il passato e il presente di Whiluff Tarkin si congiungono proiettandolo verso il futuro e verso il compito che lo definirà agli occhi dei più.
Tarkin è un romanzo imperdibile, tanto per i fan del nuovo corso che per quelli dell’Universo Espanso originale. E ora non ci resta che sperare che la prossima “biografia” imperiale, quella dedicata al Grand Ammiraglio Thrawn - attesa per quest'anno - si inserisca nello stesso solco tracciato da James Luceno.