Star Wars: Tales of the Empire, la recensione

Star Wars: Tales of the Empire è uno spaccato molto affascinante sulle vite di Morgan Elsbeth e Barriss Offee

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La recensione di Star Wars: Tales of the Empire, la serie animata disponibile dal 4 maggio su Disney+

Come accaduto due anni fa con Star Wars: Tales of the Jedi, anche Star Wars: Tales of the Empire punta a riempire con grande consapevolezza alcuni buchi narrativi lasciati aperti da tempo. Buchi che non appartengono a opere con degli evidenti problemi di sceneggiatura, bensì a situazioni mai tratteggiate e che lasciavano spazio all’interpretazione dello spettatore. Questo approccio all’universo di Guerre Stellari contraddistingue da tempo il metodo di lavoro di Dave Filoni, deciso a creare un franchise coeso dove tutte le informazioni sono al loro posto, seppur sparpagliate nelle varie serie TV. Una scelta che toglie quell’alone di mistero potenzialmente molto affascinante, ma che gioca con il cuore degli appassionati in grado di comporre quel gigantesco mosaico che è ora Star Wars.

A partire dal quattro maggio, giorno nel quale si celebra l’intero franchise ideato da George Lucas, Star Wars: Tales of the Empire è approdato su Disney+. Sei episodi dalla durata di circa quindici minuti l’uno dedicati a due personaggi molto interessanti: Morgan Elsbeth e Barris Offee. Personaggi che provengono da Star Wars: The Clone Wars e da The Mandalorian, ma che secondo gli autori meritavano qualcosa in più: un inizio e una fine. Scoprite insieme a noi se il risultato finale ci ha convinti o meno.

MORGAN ELSBETH, LE ORIGINI DEL MALE

I primi tre episodi di Star Wars: Tales of the Empire sono incentrati su Morgan Elsbeth, ex-Sorella della Notte interpretata, come in The Mandalorian e Ahsoka, da Diana Lee Inosanto. Un personaggio negativo, che ha ceduto al Lato Oscuro e che ha forgiato la propria carriera affidandosi a figure come Thrawn. In queste puntate assistiamo alla sua corruzione, partendo da un primo episodio che tenta persino di farci empatizzare con la donna, all’epoca ancora molto giovane. Mano a mano che la storia evolve, è però evidente la fame di vendetta provata da Morgan Eslbeth. Una fame ormai incurabile e che necessita solo di essere saziata.

Lo ammettiamo: la Morgan Elsbeth di Tales of the Empire ha un carisma oscuro e magnetico. Non capita spesso, infatti, di vedere un villain così determinato e affascinante in una serie animata. Un villain che procede poi il suo arco narrativo in Ahsoka, portando a piena maturazione quella psicologia iniziata con la sua assunzione di ruolo da Magistrato sul pianeta Corvus. Siamo di fronte, comunque, a uno trittico di puntate apprezzabili soprattutto da coloro che conoscono il personaggio e il suo ruolo nelle future serie TV. Nel caso qualcuno si trovasse qui al primo contatto con Morgan Elsbeth, è possibile che provi un senso di incompiutezza al termine della sua storyline in Tales of the Empire. Un’affermazione sempre più vera quando si parla di prodotti legati a Star Wars, che ormai “costringono” gli spettatori a recuperare ogni opera per avere una visione completa della narrativa.

BARRISS OFFEE, UNA NUOVA SPERANZA

La seconda metà di Star Wars: Tales of the Empire è invece dedicata a Barriss Offee, Jedi che abbiamo imparato a conoscere (e ad amare) nella quinta stagione di The Clone Wars. In questo caso, a differenza di Morgan Elsbeth, ci troviamo di fronte a un personaggio che ha rinnegato il Lato Oscuro e che, effettivamente, non ha mai avuto una degna conclusione. Con queste tre puntate non solo Barriss ci permette di gettare uno sguardo dietro le fila nemiche per comprendere la gestione degli Inquisitori, ma riesce anche a caratterizzare Lyn, la Quarta Sorella vista nella serie TV Obi-Wan Kenobi. Una mossa astuta, che apre persino a un nuovo finale per le due rivali.

Il racconto di Barriss Offee ottiene un risultato, sotto certi aspetti, opposto a quello di Morgan Elsbeth. La protagonista risulta qui più stereotipata e meno carismatica, però la sceneggiatura ci è apparsa più solida e maggiormente comprensibile anche da coloro che non hanno visto altre opere con questi personaggi.

Troviamo un elemento che però rende omogenea questa prima stagione di Tales of the Empire: il comparto tecnico. Ogni singolo episodio dello show animato mostra ambienti al limite del realismo in contrasto con un design dei personaggi grottesco, a metà tra quello di The Clone Wars e Rebels. Un binomio affascinante e ipnotico, che conferma per l’ennesima volta quanto il franchise di Star Wars stia lavorando bene nel mondo dell’animazione.

STAR WARS: TALES OF THE EMPIRE, IL COMMENTO FINALE

Nonostante non raggiunga i livelli di Tales of the Jedi, Star Wars: Tales of the Empire è un’ottima serie antologica che va ad aggiungere importanti tasselli alle vite di due personaggi. La cura riposta dal team di Dave Filoni per questo universo narrativo è evidente e non possiamo che rimanerne per l’ennesima volta ammaliati.

Lo abbiamo ribadito a suo tempo, ma ci teniamo a sottolinearlo di nuovo: tutto quello che non sono riusciti a fare gli ultimi film di Star Wars lo stanno facendo i prodotti televisivi. Un lavoro di fino che ha contribuito a mantenere i fan del franchise attivi, bombardati costantemente da informazioni in grado di dare vita a un universo coeso e sempre più interconnesso. Proprio questa sua interconnessione è forse l’anello debole di Tales of the Empire, serie che finirà per essere apprezzata soprattutto dagli amanti della saga e da coloro che vogliono immergersi il più possibile nel mondo di Star Wars.

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