Star Wars Rebels 1x07, "Empire Day": la recensione

Già dal titolo, il “Giorno dell’Impero” promette cose grosse. E anche in questo caso l’episodio di Star Wars Rebels non delude...

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Spoiler Alert
Già dal titolo, il “Giorno dell’Impero” promette cose grosse. E anche in questo caso l’episodio non delude, andando ad affiancare il pilot e Rise of the Old Masters tra gli episodi di che segnano un punto di svolta in Star Wars Rebels. Non è un titolo scelto a caso, Empire Day, perché la propagandistica giornata dedicata alle celebrazioni dell’Impero è al centro della puntata odierna e in più di un senso. Innanzi tutto funge da cornice perfetta della storia, obbligando i protagonisti a muoversi su un palcoscenico dove gli elementi dell’oppressione Imperiale sono onnipresenti ed estremizzati, dai piloti di TIE che tiranneggiano gli avventori di una taverna e obbligano il gestore a sintonizzarsi sulla trasmissione della parata, alla parata stessa, ottimamente congegnata come un possente dispiegamento di mezzi bellici ufficialmente volti a garantire la sicurezza e la protezione della popolazione, ma con l’allusione nemmeno troppo velata che vedrebbe quegli stessi mezzi pronti a sopprimere e ad annientare chiunque pensasse di contestare la supremazia Imperiale. In uno scenario del genere gli atti di sabotaggio dei Ribelli assumono un significato e un’eco ancora più forte e alzano la posta della serie, portando lo scontro a un nuovo livello.

Ma gli autori legano il Giorno dell’Impero anche alle vicende personali del protagonista della serie, scegliendo di far coincidere le celebrazioni per la nascita dell’Impero con il compleanno di Ezra, atto che già da solo, simbolicamente, potrebbe bastare a legare a filo doppio la figura del “proto-Ribelle” per eccellenza al destino che lo attende, ma che per di più apre la porta a un essenziale filone narrativo che attendeva da tempo di essere esplorato, vale a dire il destino della famiglia Bridger.

Sulle tracce di un disertore Imperiale che custodisce dati importanti negli innesti cibernetici applicati al suo cervello (piacevole il richiamo al Lobot di Cloud City della trilogia originale, meno piacevole la snervante frequenza con cui qualsiasi dato sensibile Imperiale continua ad essere immancabilmente trafugato e divulgato!), Ezra fa ritorno alla casa dei suoi genitori, un edificio ormai abbandonato e pericolante, e quella visita rievoca tutta una serie di fantasmi del passato e tormenti irrisolti da risolvere con cui il giovane Ribelle dovrà finalmente confrontarsi.

Ma Empire Day è anche un ottimo episodio di azione, e a sottolineare la sua importanza come pietra miliare nella trama c’è anche una sorta di casting call che riporta sulla scena tutti i personaggi della serie per una “royal rumble” d’eccezione, dove ognuno dà il meglio di sé: Kallus torna a dimostrare la sua tenacia e la sua determinazione nell’esporsi personalmente pur di portare a termine la missione, l’Inquisitore sfoggia le sue doti da pilota e un prototipo di caccia e di tuta da volo che non possono non richiamare alla mente quelle del suo “boss”, ma anche tutti i personaggi minori che sono affiorati fugacemente negli episodi precedenti fanno la loro comparsa, dal ministro Imperiale di Droids in Distress, impeccabile nel suo odioso ruolo di propagandista di facciata, ai due ufficiali Imperiali dell’accademia, ancora senza un nome ma ormai una presenza ricorrente nel panorama cittadino di Lothal, fino al senatore Gall Travis, che continua a inserirsi nelle comunicazioni ufficiali Imperiali con i suoi messaggi di contestazione (a proposito, gli dà la voce lo storico Brent Spiner/Data di Star Trek: The Next Generation... che la Disney si stia comprando un pezzettino alla volta anche Star Trek?!). Tutte queste piccole attenzioni nei confronti della continuity, pur se non essenziali, sono utilissime per rendere l’universo di Rebels coerente e credibile, e ci piace credere che siano merito soprattutto di Greg Weisman, che già ai tempi di Gargoyles aveva regalato alla Disney trame sofisticatissime e un’attenzione al dettaglio e alla coerenza ineguagliate da molte produzioni più adulte.

Empire Day ci regala anche qualche momento comico molto piacevole (primo fra tutti un Kanan che simula di essere un “tifoso” Imperiale ubriaco che inneggia alla parata) e qualche trovata meno riuscita (il rodiano “mentalmente confuso” che contiene i dati Imperiali nei suoi banchi di memoria, nel suo inciampare, sbattere e dire frasi senza senso si avvicina un po’ troppo ai pericolosi territori di Jar Jar Binks), ma nel complesso si guadagna un posto ai vertici nella classifica degli episodi usciti finora, anche e soprattutto grazie al “colpo di scena” finale: entusiasmati dall’ottima sequenza di combattimenti, inseguimenti e scontri che coinvolgono tutto il cast, un’occhiata all’orologio che scorre farebbe temere che la vicenda debba risolversi all’ultimo istante nel giro di pochi secondi con una qualche trovata in stile “deus ex machina” che guasterebbe, e di molto, il sapore all’avventura odierna.

E invece tutto questo non accade, in quanto Rebels col suo settimo episodio inaugura ufficialmente gli archi narrativi in più puntate, e interrompe l’azione sul più bello, promettendo una seconda dose - si spera altrettanto ricca - della Giornata dell’Impero. Forse ad alcuni potrà non piacere la scelta di non rendere autoconclusivi tutti gli episodi, ma in retrospettiva è anzi uno sviluppo quasi naturale della serie, che dovrà necessariamente prendersi gli spazi e i tempi necessari per affrontare con la cura dovuta gli snodi narrativi principali. Il Giorno dell’Impero non è ancora finito, e molte cose dovranno ancora accadere prima della sua conclusione... Ma già questa prima parte ci regala di nuovo un Rebels in uno stato di grazia!

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