Star Wars Rebels 1x05, "Breaking Ranks": la recensione
Dopo i fasti dell’episodio precedente era lecito aspettarsi un episodio “tranquillo”, invece Rebels non perde tempo...
L’episodio non perde tempo nell’immergerci nelle atmosfere dell’Accademia, che con più di una strizzata d’occhio all’Hogwarts di Harry Potter (o, se vogliamo restare più sul generico, a qualsiasi film o telefilm di ambientazione “scolastica”) ci dipinge quello che in altre occasioni sarebbe stato il classico mondo dei “campus” scolastici con le sue rivalità e le sue amicizie, ma tinto da un’aura latente severa e malevola che incoraggia le prime e scoraggia le seconde. Nei vari test a cui i cadetti vengono sottoposti (e che Ezra supera agevolmente, sia grazie alle acrobazie che ha imparato nella sua vita di strada che ai suoi primi rudimenti di Forza) si delineano i rapporti con gli altri cadetti, nella fattispecie quello con due potenziali amici e alleati Jai Kell e Zare Leonis, e l’immancabile rivale di turno, uno pseudo “Draco Malfoy” che risponde al nome di Oleg.
Ma sotto la superficie dell’episodio c’è di più.
Sicuramente rivedremo Oleg, il cadetto Imperiale zelante e convinto, e il fatto che di tutti sia l’unico di cui non ci è stato mai mostrato il volto potrebbe essere semplicemente una scelta “stilistica”, ma anche un ottimo modo per poterlo riportare in scena in circostanze inaspettate e improvvise. Ma più interessante di tutte è la sorte di Zare, sia a livello personale (il ragazzo apre gli occhi sulle mire sinistre dell’Impero, ma decide di restare in accademia simulando lealtà al Nuovo Ordine per indagare sulle manovre degli Imperiali e passare informazioni, e chiude la puntata finendo sotto l’inquietante ala “protettiva” dell’Inquisitore in persona) sia per ciò che la sua quest implica per la trama globale della serie.
“Unendo i puntini” inizia a emergere un tema interessante e potenzialmente devastante che Rebels promette di affrontare: nella scena bonus aggiunta al primo episodio, Darth Vader incarica l’Inquisitore di occuparsi delle nuove generazioni che nascono “aperte alla Forza” e in questo episodio l’inquietante verità che Ezra e Zare scoprono è che chi si dimostra troppo bravo nei test di selezione scompare senza lasciare traccia, sorte toccata alla sorella di Zare e su cui il ragazzo vuole fare luce.
Dubitiamo che simili linee narrative siano gettate a caso senza avere un piano preciso dove andare a parare, e le manovre dell’Inquisitore per sopprimere o plagiare i potenziali nuovi fruitori della Forza potrebbero condurre le future puntate di Rebels su binari molto intensi ed oscuri: una lotta per il controllo e la salvezza dei giovani fruitori della Forza che ricominciano ad affiorare dopo l’epurazione dell’Ordine 66 tra Kanan e l’Inquisitore potrebbe essere materia di leggenda, e speriamo di essere buoni profeti augurandoci che sia lì che la trama portante della serie vada a parare.
Sul fronte delle buone notizie c’è da dire che Breaking Ranks corregge la rotta su un passo falso che aveva compiuto in precedenza, vale a dire quello di estromettere totalmente alcuni protagonisti. Anche se la puntata è essenzialmente incentrata su Ezra e sui suoi compagni d’Accademia, stavolta gli sceneggiatori trovano il modo di assegnare comunque al resto dell’equipaggio uno spazio e un ruolo interessante, seppur limitato, e anzi il montaggio in parallelo della fuga dall’Accademia e dell’assalto al convoglio è uno dei topoi più classici e divertenti di Star Wars, ottimamente reso in questa occasione.
Sul fronte delle cattive notizie c’è invece la conferma di voler prendere a volte qualche scorciatoia narrativa di troppo, per esempio facendo in modo che Ezra scopra la verità sulla potenziale brutta fine che fanno i cadetti troppo promettenti passando “per caso” sopra le teste degli ufficiali e sentendoli chiacchierare al riguardo (a questo punto sarebbe stato molto più plausibile fargli scoprire l’informazione direttamente nell’ufficio dello stesso Kallus). Semplificazioni non gravi, ma che proprio perché inserite in quelle che sono trame altrimenti ottimamente congegnate e calibrate, quando accadono spiccano più del dovuto.
In conclusione, un solido episodio, forse meno epocale o memorabile del pilot e di Old Masters, ma che si fa valere e soprattutto pone le fondamenta per delle potenziali ottime puntate e sviluppi futuri.