Star Wars Rebels 1x03, "Fighter Flight": la recensione
Il terzo appuntamento con Star Wars Rebels si distingue dai due precedenti offrendoci un episodio in tono diverso...
In essenza, l’episodio in questione non è altro che una “buddy comedy” inframista a una scatenata trama d’azione e incentrata su Zeb ed Ezra. Inviati in città a recuperare provviste da Hera con l’aggiunta “pedagogica” di un frutto raro da recuperare, i due restano presto coinvolti in complicazioni di carattere Imperiale, finendo prima per rubare un caccia TIE delle forze di occupazione e poi per montare un’operazione di salvataggio volta a liberare una famiglia di coloni vessata e arrestata dagli Imperiali. La prima cosa che salta all’occhio è che oltre alla trama del giorno, di argomento minimale, anche il cast è ridotto all’essenziale: non ci sono villain noti al di là di ufficiali e truppe d’assalto generiche, e anche l’equipaggio del Ghost, fatta eccezione per Zeb ed Ezra, è ridotto a una comparsata in apertura e chiusura dell’episodio.
C’è qualcosa che non funziona a dovere in Fighter Flight, ma prima concentriamoci su quanto c’è di valido. Il fatto che sia un episodio incentrato esclusivamente su due personaggi non è necessariamente un male. Anzi, è uno dei grandi vantaggi che una serie televisiva, live o d’animazione che sia, può concedersi rispetto a un film, trovando tempo a sufficienza per esplorare e approfondire tematicamente la storia e il carattere di ogni personaggio di volta in volta. Quindi, da questo punto di vista, sapere che Rebels ha intenzione di concedersi degli excursus monotematici per approfondire i vari Kanan, Hera, Sabine, Kallus e compagni è incoraggiante e ci lascia ben sperare che altri esperimenti di questo tipo siano all’orizzonte in futuro anche per gli altri personaggi.
Tornando sul fronte positivo, Rebels continua a convincere per come tratta le scene d’azione e i combattimenti: finora nessuno scivolone dal punto di vista della plausibilità o del coinvolgimento: non ci sono salvataggi fortuiti o eroi a cui va tutto bene per diritto divino, i pericoli, anche se raramente sono letali, sono tangibili, la possibilità di fallire è sempre presente e i protagonisti continuano ad essere imperfetti ma tenaci, non sempre all’altezza della situazione in termini di abilità e potenza, ma al posto giusto con la testa e con il cuore, e questo funziona.
Altra nota invece da ascrivere sul fronte meno riuscito, la “metafora” dell’equipaggio del Ghost come nucleo familiare. Finché era considerata una metafora sui generis, poteva anche risultare interessante. In questo particolare episodio il parallelismo è un po’ troppo calcato, con Kanan che dà consigli paterni destinati a rimanere inascoltati e fa il “preoccupato”, Hera che fa la mamma intuitiva della situazione che conosce i suoi rampolli e Sabine che fa la “sorellina pestifera” che dipinge murales nella stanza dei fratellini. Idem dicasi per Zeb, che a differenza di Ezra (che è un ragazzino) si comporta per tutta la puntata a sua volta da “fratellone adolescente”, un ruolo che in più occasioni sembra leggermente accentuato e fuori parte.
In conclusione: un episodio spensierato e godibile sul fronte dell’avventura e dell’azione, ma più avaro di soddisfazioni in termini di sviluppi, trama e caratterizzazioni. Di tutti quelli comparsi finora, è palesemente quello più mirato a compiacere un pubblico giovanile a discapito di quello più smaliziato, e questa è un po’ una pecca. Se questo è il livello più basso a cui la serie rischia di scendere, abbiamo di che rallegrarci perché ci offre comunque venti minuti di avventura nel mondo starwarsiano piacevoli e divertenti. Rebels però può e deve essere molto di più, e al fine di compensare questa divagazione, sarà necessario alzare di un grado l’asticella delle aspettative per il prossimo episodio, che sulla carta promette di restituire quanto rimandato nell’attuale, con il titolo Rise of the Old Masters e l’entrata in scena ufficiale dell’Inquisitore. Avanti, stupiteci!