Star Wars: L'Erede di Jedi, la recensione

Abbiamo recensito per voi Star Wars: L'Erede dei Jedi, romanzo di Kevin Hearne dedicato a Luke Skywalker

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Annunciato nel 2012 in occasione dalla Star Wars Celebration VI, L’Erede dei Jedi doveva essere il terzo volume della trilogia Empire and Rebellion, insieme a Razor's Edge e Honor Among Thieves. Con l’acquisizione di Lucasfilm da parte di Disney, il romanzo venne rielaborato per aderire alla continuity del nuovo canone, secondo il quale è ambientato appena dopo Una Nuova Speranza e prima della serie a fumetti Star Wars edita dalla Marvel.

Specifichiamo subito che il lettore che si aspetti grandi sorprese e colpi di scena non li troverà ne L’Erede dei Jedi. Il periodo, anche per quanto riguarda la continuity Disney, è ormai piuttosto pieno di materiale e lo spazio di manovra è limitato: non ci si può ovviamente aspettare di trovare grandi rivelazioni circa Luke Skywalker, Leia Organa o gli altri comprimari che appaiono nel romanzo.

L’Erede dei Jedi, però, ha il pregio di porre l’accento su una piccola questione su cui molti fan (incluso chi scrive) si sono fatti delle domande guardando L’Impero Colpisce Ancora: come fa Luke, prigioniero del Wampa su Hoth, ad utilizzare la telecinesi per recuperare la spada laser cadutagli? Perché, se torniamo con la mente alle scene di Episodio IV, Ben Kenobi non ha mai insegnato al giovane Skywalker questo trucco.

Kevin Hearne, raccontando la vicenda in prima persona, dal punto di vista di Luke, ci fa ritrovare il ragazzo spaesato e sognatore del primo Guerre Stellari. Un giovanotto che, dopo aver fatto il suo “primo passo in un mondo più vasto” non sa come procedere nel cammino in cui è stato iniziato dal vecchio Obi-Wan, e che dovrà trovare da solo le risposte che cerca.

La scoperta della possibilità di muovere gli oggetti tramite la Forza, procede di pari passo con lo svolgersi di un’avventura piacevole seppur non esaltante: quella che potrebbe essere definita la “normale amministrazione” nella vita di un combattente della Ribellione. I nuovi comprimari sono personaggi interessanti, seppur sia chiaro fin dal principio che non sono destinati lasciare grandi tracce nella vita di Luke, soprattutto per quanto riguarda Nakari Kelen, interesse romantico del giovane Jedi. Qualunque sia il destino della ragazza, figlia di un capitano d’industria e votata alla ribellione, la sua assenza - non solo dai successivi film ma anche dai fumetti Marvel - lascia supporre fin dal principio che il legame che sembra crearsi tra lei e Luke non sia destinato ad essere qualcosa di importante.

L’Erede dei Jedi - così chiamato dalla nuova dirigenza Lucasfilm per omaggiare, seppur in modo che pare ironico, L’Erede dell’Impero di Timothy Zahn, considerato il primo storico romanzo dell’Universo Espanso - è comunque un caso isolato all’interno del nuovo Canone. I libri voluti dalla Disney, da Una Nuova Alba ad Aftermath, fino a quelli ancora inediti (e che speriamo vengano tradotti quanto prima nella nostra lingua), paiono prodotti decisamente più mirati ad ampliare l’esperienza cinematografica o televisiva (pensiamo, oltre a quelli appena citati, anche a Catalyst, Thrawn, o L’Apprendista del Lato Oscuro), piuttosto che singoli volumi la cui portata degli eventi è limitata alle pagine del libro stesso.

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