Star Wars: L'Erede di Jedi, la recensione
Abbiamo recensito per voi Star Wars: L'Erede dei Jedi, romanzo di Kevin Hearne dedicato a Luke Skywalker
Specifichiamo subito che il lettore che si aspetti grandi sorprese e colpi di scena non li troverà ne L’Erede dei Jedi. Il periodo, anche per quanto riguarda la continuity Disney, è ormai piuttosto pieno di materiale e lo spazio di manovra è limitato: non ci si può ovviamente aspettare di trovare grandi rivelazioni circa Luke Skywalker, Leia Organa o gli altri comprimari che appaiono nel romanzo.
Kevin Hearne, raccontando la vicenda in prima persona, dal punto di vista di Luke, ci fa ritrovare il ragazzo spaesato e sognatore del primo Guerre Stellari. Un giovanotto che, dopo aver fatto il suo “primo passo in un mondo più vasto” non sa come procedere nel cammino in cui è stato iniziato dal vecchio Obi-Wan, e che dovrà trovare da solo le risposte che cerca.
L’Erede dei Jedi - così chiamato dalla nuova dirigenza Lucasfilm per omaggiare, seppur in modo che pare ironico, L’Erede dell’Impero di Timothy Zahn, considerato il primo storico romanzo dell’Universo Espanso - è comunque un caso isolato all’interno del nuovo Canone. I libri voluti dalla Disney, da Una Nuova Alba ad Aftermath, fino a quelli ancora inediti (e che speriamo vengano tradotti quanto prima nella nostra lingua), paiono prodotti decisamente più mirati ad ampliare l’esperienza cinematografica o televisiva (pensiamo, oltre a quelli appena citati, anche a Catalyst, Thrawn, o L’Apprendista del Lato Oscuro), piuttosto che singoli volumi la cui portata degli eventi è limitata alle pagine del libro stesso.