Star Wars: Doctor Aphra #1, la recensione
A metà strada tra Indiana Jones e Lara Croft, la Dottoressa Aphra di Kieron Gillen e Kev Walker diventa protagonista
A curarne i testi rimane l’autore che l’ha creata sulle pagine di Darth Vader, Kieron Gillen, mentre ai disegni Kev Walker si sostituisce a Salvador Larroca, che ne aveva definito per la prima volta look e fattezze sulle pagine di Darth Vader #3.
Ironicamente, Aphra in questa scena svolge il ruolo che nell’originale era di Belloq, aspettando l’archeologo rivale fuori dal tempio e strappandogli di mano il trofeo... arrivando addirittura a freddarlo! L’avventuriera spiega poi che era stato "l’aspirante Indiana" per primo ad averla tradita e lasciata per morta, e di avergli reso pan per focaccia.
L’avventura prosegue ruotando attorno alla reliquia recuperata, che Aphra spera di vendere a prezzi esorbitanti per rifarsi una vita, ora che è costretta alla clandestinità per avere tradito l’Oscuro Signore, e qui entrano in scena i comprimari della serie, i due droidi assassini BT-1 e Triplo Zero e il Wookiee Black Krsantan, anch’essi nati dalla penna di Gillen sulle pagine di Darth Vader.
Qui si avverte forse il primo limite della serie, perché oltre a essere una contrapposizione molto speculare ai personaggi tradizionali di C-3PO, R2-D2 e Chewbacca, si avverte l’assenza di un contraltare o di una seconda figura che possa tenere testa e fare da foil ad Aphra, come paradossalmente accadeva con lo stesso Vader, quindi la sensazione è che il cast vada ampliato con qualche altra figura di spicco, magari che esca dal divertente ma restrittivo gioco delle “varianti malvagie” dei personaggi classici e che dia alla Dottoressa Aphra maggiori occasioni di interazione e di sviluppo.
La storia procede veloce, scorrevole e divertente fino all’ultima scena, dove viene rivelato il potenziale nemico di Aphra; e qui forse si rischia il secondo punto di cedimento, perché - salvo cambi di rotta futuri - la nemesi di Aphra pare essere destinata a essere... suo padre!
Proprio così, in una saga che ha già visto scontri generazionali decennali tra Luke Skywalker e Darth Vader e tra Kylo Ren e Han Solo, ripercorrere ancora una volta questo tema suona ben poco emozionante, e si spera che Gillen abbia qualche asso nella manica per sorprenderci, o quanto meno per movimentare un po’ le acque.
Validi i disegni di Kev Walker, sufficientemente dettagliati ed esotici da trasmettere una buona vibrazione starwarsiana, ma che non disdegnano di concedersi a volte un tratto caricaturale o da cartone animato, vista la natura scanzonata e ironica dell’avventura.
In conclusione: la partenza di Doctor Aphra è buona e la serie sembra essere destinata a essere divertente e coinvolgente quanto basta. Si porta dietro potenzialità e pericoli delle storie di Star Wars incentrate su personaggi originali: da un lato la maggiore libertà creativa e di trama che Luke e compagni non potrebbero mai concedere, dall’altro il dubbio di poter assistere a vicende epocali o “incidenti” in un periodo in cui la storia galattica è necessariamente dominata dalle figure e dagli eventi cinematografici. Ai prossimi numeri l’ardua sentenza!