Star Wars: The Clone Wars

Il figlio di Jabba the Hutt viene rapito: è stato il conte Dooku, che ora complotta per far accusare i Jedi. Per fortuna Anakin e Obi-Wan intervengono, ma nel frattempo noi ci siamo già addormentati...

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Recensione a cura di Andrea

TitoloStar Wars: The Clone Wars
RegiaDave FiloniCastSamuel L. Jackson, Matt Lanter, Christopher Lee Uscita19 settembre 2008
Trailer e i video

La premessa con cui ci si accinge a vedere Star Wars: The Clone Wars non è delle migliori, almeno per quanto riguarda lo specifico cinematografico: un film annunciato quasi all'ultimo momento, che serve da "premiere" per una serie televisiva e che, molto probabilmente, verrà riproposto spezzato a puntate all'inizio della prima stagione della serie (uno dei motivi per cui ha deluso al botteghino in USA). Il "film" soffre di tutte le conseguenze legate alla premessa.

Innanzitutto bisogna dire che la trama della serie (e del film) nasce da una sola frase, detta nella prima Trilogia: "Ho combattuto nella Guerra dei Cloni". Per fortuna Lucas non ha deciso di fare una serie basandosi su un'altra frase: "Aprire 1-5-7 e 1-5-9. Assicurare via libera". Ma forse il risultato sarebbe stato altrettanto noioso.

Il film inizia subito con una battaglia, e subito si inizia a parlare di complotti e sei trame diverse si mescolano, tanto da far perdere da subito la voglia di seguirle. Tra scene d'azione che sembrano tratte dai videogiochi di Star Wars Battlefront (e a volte verrebbe da cercare un joystick per pilotare i droidi, visti certi comportamenti demenziali che tengono in battaglia) e brevi dialoghi riusciamo a farci strada nella trama, finché non viene introdotto il peggior personaggio dall'epoca di Jar-Jar, ovvero la piccola Ahsoka. Insopportabile e presuntuosa, manca costantemente di rispetto ai suoi maestri Jedi e questo comportamento viene inspiegabilmente lasciato correre - cosa totalmente incoerente con lo spirito della saga. A lei e a Anakin sono da imputare alcune delle battute più idiote del film: lei si riferisce al suo Maestro come "Sky-coso", ed entrambi si riferiscono al figlio di Jabba chiamandolo "Puzzolo".

Sì, perché nel film ci sono sia Jabba, che suo figlio (una bozzuta e orrenda lumachina), che lo ZIO di Jabba, ovvero il primo personaggio chiaramente gay della saga di Guerre Stellari (ovviamente un personaggio negativo, mezzo drag queen e pervertito). Ma non è finita qui: per inserire qualche elemento comico, i produttori hanno pensato di trasformare i droidi in un branco di incapaci, con scenette in stile slapstick. E ancora, da quando in qua si inserisce un personaggio chiave della trama a metà del terzo atto, facendo peraltro sparire Obi-Wan dalla circolazione (riapparirà alla fine, come al solito, quando i rinforzi ormai non serviranno a un bel niente)? Insomma, diciamo che non è la coerenza della trama a lasciare lo spettatore incollato davanti allo schermo.

Saranno gli effetti speciali? Neanche. Lucas ha utilizzato l'animazione 3D per vari motivi: risparmiare sul budget (le star animate costano molto meno), scene d'azione estreme più facili da realizzare e un look forse più trendy. Il problema? Innanzitutto il risparmio sul budget è andato a intaccare anche la realizzazione dei modelli 3D, che se per quanto riguarda architetture e design sono molto realistici, diventano stilizzati quando si tratta dei personaggi (inespressivi come non mai). Addirittura, Jabba è un modello poligonale (il che fa decisamente un brutto effetto, visto che si tratta di un lumacone con pieghe e curve). Incredibilmente, Yoda è molto simile alla sua versione digitale nei film in live-action, ma questo non va molto a favore di questi ultimi. C'è poi il fatto che potendo fare di tutto con i personaggi animati, le scene d'azione sono completamente irreali, e mostrano una fusione ormai completa tra i film di Guerre Stellari e le serie di videogame tratti da essi.

L'unica cosa interessante a livello visivo è l'uso dei fondali: matte painting visibilmente realizzati come sketches, che danno un effetto molto particolare andando però a intaccare ulteriormente il fotorealismo.

Insomma, se sul prodotto televisivo ancora non possiamo pronunciarci, sicuramente possiamo dire che The Clone Wars al cinema risulta una pura operazione commerciale, peraltro non riuscita. Detto questo, va sottolineato un ultimo problema di fondo: il continuo bisogno di George Lucas di distruggere la sua stessa creazione. E visti i risultati al botteghino, è chiaro che ormai anche i fan di Guerre Stellari si sono resi conto di ciò che il creatore della saga sta facendo: bisogna solo sperare che questi danni non finiscano per intaccare le opere originali, quella Trilogia che da molti è ancora considerata un capolavoro.  

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