Star Trek: Strange New Worlds 2x10, la recensione

L'ultimo episodio della seconda stagione di Star Trek: Strange New Worlds introduce una vecchia conoscenza e si chiude su un cliffhanger

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Spoiler Alert

La nostra recensione di Egemonia, ultimo episodio della seconda stagione di Star Trek: Strange New Worlds, disponibile su Paramount+

Nell'immenso arazzo del cosmo, tessuto con fili di stelle scintillanti e enigmatici buchi neri, Star Trek: Strange New Worlds proietta il proprio raggio luminoso, tanto brillante e profondo quanto qualsiasi nebulosa della Via Lattea. L'ultimo capitolo della seconda stagione, Egemonia, è un saggio di suspense e nostalgia, un delicato balletto sul filo del precipizio tra speranza e disperazione.

Egemonia è un episodio che, al pari dei migliori della saga di Star Trek, ci ricorda l'eterno assioma "Spazio: ultima frontiera". Ogni scena punta a toccare direttamente il cuore, invitando lo spettatore a immergersi nell'intrigo, nel mistero e nella ben nota lotta per la sopravvivenza di fronte a probabilità schiaccianti di disfatta. Con ogni eco dei ruggiti dei Gorn e dei battiti pulsanti dell'Enterprise, il pubblico viene trascinato in un turbinio di emozioni.

"Rompere in caso di Gorn"

La puntata prende il via con un sereno ritratto della vita sulla colonia di Parnassus Beta; il quadro idilliaco di questa comunità ispirata al modello delle piccole cittadine statunitensi è bruscamente sfregiato dall'irruzione di un vascello Gorn, che annienta la USS Cayuga con a bordo l'infermiera Chapel (Jess Bush), mentre il capitano Batel (Melanie Scrofano) - rimasto a terra - risulta scomparsa. L'Enterprise, guidata dal determinato Pike (Anson Mount), giunge subito in soccorso, affrontando un campo inibitore che ostacola la comunicazione e il teletrasporto.

Nonostante le avversità, Pike, con l'aiuto di un nuovo alleato, traccia un piano audace. Simultaneamente, Spock (Ethan Peck) e Chapel affrontano un pericolo mortale sulla Cayuga nel tentativo di distruggere il campo inibitore. Ma mentre i sopravvissuti sono tratti in salvo sull'Enterprise, l'ammiraglio April (Adrian Holmes) presenta a Pike un dilemma angosciante: ritirarsi o affrontare il Gorn, mettendo a rischio la vita dei compagni rapiti dall'aggressiva forza aliena. Il destino dell'equipaggio pende precariamente in bilico, con Pike al centro del tumulto decisionale.

Gioco di contrasti

La tensione è palpabile fin dall'inizio, mentre l'equipaggio dell'Enterprise affronta dilemmi che mettono alla prova i loro principi fondamentali e sfidano la nostra stessa idea di moralità e dovere. I Gorn, feroci e misteriosi, evocano un terrore ancestrale e rappresentano l'incarnazione delle infinite incognite che giacciono negli abissi dello spazio. La loro condotta aggressiva, posta in contrapposizione con la pacifica colonia di Parnassus Beta, porta alla luce tematiche legate a colonizzazione, dominio e incomunicabilità tra popoli.

Tra il tumulto e la paura, emergono diversi momenti di vulnerabilità. La ricerca incessante di Chapel da parte di Spock sottolinea la dualità del suo carattere: la dedizione vulcaniana alla logica e l'umana capacità intrinseca di empatia. Come una volta disse James T. Kirk, "Il bene di molti prevale sul bene di pochi," ma in momenti come questi, assistiamo alla tendenza profondamente umana di dare priorità ai bisogni di una singola persona: quella che amiamo, quella che non possiamo sopportare di perdere.

Una vecchia conoscenza

Il ritorno di Montgomery Scott, affettuosamente noto come Scotty, è un brillante omaggio alle radici della serie che ancora una trama carica di tensione a un passato che i fan apprezzeranno profondamente. La rappresentazione del personaggio da parte dello scozzese (primo tra tutti gli Scotty) Martin Quinn è evocativa e autentica, perfetta combinazione di un volto nuovo con una figura fondante nella storia di Star Trek, che ne onora l'eredità pur offrendo un approccio rinfrescante.

Inoltre, la battuta di Pelia (Carol Kane) sullo scarso rendimento di Scotty a dispetto della sua eccezionale intelligenza aggiunge un tocco di leggerezza che delinea il carattere del personaggio appena introdotto, mostrando al contempo la fusione perfetta di dramma e umorismo che ha più volte caratterizzato Strange New Worlds.

Citazioni promettenti

L'eco della serie Alien, in particolare l'immagine inquietante degli xenomorfi, è innegabile nella rappresentazione dei Gorn. Egemonia volge questo omaggio a proprio vantaggio in modo vivido, specialmente quando i Gorn adulti rispecchiano in modo inquietante il comportamento degli xenomorfi. La scena con Batel e il cucciolo Gorn è un accenno a una delle svolte più traumatiche di Alien 3.

Questa abile integrazione degli elementi horror di un'altra serie nell'universo di Star Trek dimostra la versatilità di questa nuova avventura. Finora, Strange New Worlds non aveva brillato negli episodi più smaccatamente orrifici; Egemonia è un piacevole passo avanti, che promette nuovi e più efficaci brividi nel futuro della serie. Certo, i fan di TOS dovranno fare i conti con una evoluzione dei Gorn che li distacca nettamente dalle creature istintive e ferine dipinte dalla serie classica; tuttavia, siamo di fronte a un adattamento necessario in virtù del loro ruolo di villain in Strange New Worlds.

Turbine emozionale

Frattanto, la relazione tra Spock e Chapel continua a evolvere, seppur in secondo piano rispetto alla drammatica situazione che entrambi devono fronteggiare contro i Gorn. Il loro scambio, una volta rientrati sull'Enterprise, è la concisa spia di uno stallo irrisolto, che promette di trovare soluzione nelle future stagioni.

Il Pike di Anson Mount continua a brillare nella sua tridimensionalità eccezionale. In un episodio traboccante di tensione ed emozioni forti, Pike rimane l'ancora emozionale della storia. Il suo comportamento calmo, in netto contrasto con il caos circostante, fornisce un punto di riferimento rassicurante sia per l'equipaggio che per il pubblico. La sua affettuosa premura verso Batel e la sua salda guida dell'equipaggio, in rotta di collisione con il dilemma che chiude la stagione, rafforzano ulteriormente il suo ruolo di cuore pulsante della serie.

Una degna conclusione

Egemonia compone una sinfonia di suspense che culmina in un colpo di scena che lascia gli spettatori col fiato sospeso, in trepidante attesa di una risoluzione. Con la sua complessa melodia intrisa di solidarietà, disperazione, lealtà e sacrificio, questo episodio è un tributo alla resilienza dello spirito umano anche di fronte alle avversità più oscure.

Nel silente spazio dell'universo, dove le stelle sussurrano racconti di avventure passate, Egemonia risuona come una nota armoniosa nel grandioso opus di Star Trek. Come il Capitano Jean-Luc Picard ha eloquentemente affermato, "le cose sono impossibili fino a quando non lo sono più". Così, mentre si chiudono le quinte su questa stagione, volgiamo gli occhi alla volta celeste e attendiamo, con la ferma speranza che l'impossibile venga ridefinito.

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