Star Trek: Strange New Worlds 2x09, la recensione

Con Rapsodia Subspaziale, Star Trek: Strange New Worlds esplora con grazia e brio un territorio finora rimasto ignoto al franchise: il musical

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Spoiler Alert

La nostra recensione di Rapsodia Subspaziale, nono episodio della seconda stagione di Star Trek: Strange New Worlds

Se l'alternativa all'innovazione è la morte, Star Trek: Strange New Worlds ha scelto la vita. Con il nono episodio della seconda stagione, la serie ha osato navigare in acque inesplorate, tra le insidiose onde del musical. Lasciate da parte ogni aspettativa per godervi un capitolo originale e coraggioso: Rapsodia Subspaziale è, infatti, non solo il primo episodio musicale del franchise, ma una testimonianza della volontà audace di sperimentare.

La premessa dell'episodio può sembrare assurda: l'idea di un campo di incertezza quantica causa, nell'equipaggio, una contaminazione nel modo di comunicare. Un concetto audace, che apre le porte a una tavolozza di emozioni, sviluppo dei personaggi e creatività raramente visti in una serie di fantascienza. Sebbene i punti iniziali della trama sembrino goffi, preparano il terreno per un episodio che si rifiuta di prendersi troppo sul serio, invitando il pubblico a godersi semplicemente il viaggio.

Coscienza di sé

Uno dei punti di forza della puntata è la propria autocoscienza. Mentre Spock canta l'assurdità della situazione, il pubblico è invitato ad accettare la realtà dell'episodio, un cenno sottile alla sospensione dell'incredulità necessaria per apprezzare qualsiasi universo fantastico. Questa continua consapevolezza, accoppiata con l'inaspettata profondità di sviluppo dei protagonisti e delle relazioni, miscela sapientemente umorismo e connessione emotiva, creando un risultato fresco e brioso.

Rebecca Romijn, Paul Wesley, Jess Bush, Celia Rose Gooding, Ethan Peck e Christina Chong regalano performance vocali sorprendentemente incisive che guidano l'episodio con mano sicura. L'esplorazione emotiva, sebbene enfatizzata dalle canzoni, fornisce un'occasione unica per approfondire le dinamiche dei personaggi. In particolare, il discorso di La'an con Kirk rivela il suo tumulto interiore in un modo inedito, rendendo ancor più facile l'immedesimazione con il personaggio.

Una carrellata di stili

Rapsodia Subspaziale non è solo un musical, ma un mosaico di generi musicali, ognuno rappresentato da un personaggio diverso. Si pensi a Una, il cui stile evoca i grandi classici del genere, in uno sfoggio di melodie che sembrano uscite direttamente da una scena di My Fair Lady o da uno spettacolo di Gilbert e Sullivan. Abbondano i riferimenti agli anni '80 con i suoi toni sintetici, connubio di nostalgia e innovazione, mentre Uhura strizza l'occhio ai grandi pezzi solisti in stile Disney.

La commedia trova il suo apice in un esilarante messaggio dei Klingon, eseguito in perfetto stile boy-band, un momento che rompe la tensione e dona leggerezza all'episodio. Infine, abbiamo sonorità più moderne che ricordano la colonna sonora di The Greatest Showman, aggiungendo una sensazione di freschezza e attualità. Un mix di sfumature, sapientemente integrate nel tessuto dell'episodio, che non solo arricchiscono la trama, ma offrono una panoramica completa del genere musical, dal passato al presente.

Tra il serio e il faceto

Peraltro, il musical si presta meravigliosamente alla parodia e allo sviluppo di emozioni complesse, e Star Trek ne fa qui un uso astuto e calzante. L'episodio inizia con un tono chiaramente parodistico, che crea un'atmosfera di divertimento ed esilarante autoironia. Tuttavia, man mano che la storia si sviluppa, il genere diventa un veicolo per l'espressione di emozioni che non avrebbero trovato posto in una puntata "ordinaria". Dal dolore di Spock per l'abbandono di Chapel (prossima all'incontro con quel dottor Korby che, come mostrato in TOS, diverrà molto importante) ai dilemmi di La'an su Kirk, il musical diventa un palcoscenico per l'espressione di una gamma di emozioni complesse.

Il genere, con la sua intrinseca teatralità ed enfasi sull'espressione emozionale, permette agli spettatori di entrare in contatto con l'universo intimo e finora inespresso dei personaggi in un modo unico e toccante. In questo senso, Rapsodia Subspaziale utilizza la parodia non solo come strumento di intrattenimento, ma anche come lente attraverso la quale esplorare i cuori e le menti dei suoi protagonisti. Un esempio perfetto di come l'elemento parodistico possa essere sfruttato non solo per la risata, ma anche per un più profondo viaggio emotivo.

Non per tutti

I creatori di questo episodio hanno raggiunto un equilibrio notevole tra commedia, romanticismo e autoconsapevolezza, il tutto mantenendo la storia ancorata all'universo di Star Trek. È un approccio impavido, alla base di una parentesi unica e sperimentale che, sebbene non per tutti, sicuramente si ritaglia una nicchia in questo variopinto universo. Lo fa con sprezzo del pericolo e, va detto, con una luminosa leggerezza che mancava al franchise da un bel po'.

Certo, Rapsodia Subspaziale sa di aver scelto una via difficile, scontrandosi col gusto di una larga fetta di pubblico. Ciò rende questa puntata un esperimento audace, un piatto soddisfacente o quantomeno interessante per coloro che sono aperti a un gusto narrativo fuori dagli schemi. La miscela di umorismo, emozione e assurdità lo rende un episodio d'eccezione in Strange New Worlds, dimostrando l'abilità della serie di sfidare le norme ed esplorare strane nuove frontiere.

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