Star Trek: Strange New Worlds 2x01, la recensione

Il primo episodio della nuova stagione di Star Trek: Strange New Worlds non patisce l'assenza di Pike e regala ritmo ed emozioni

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La nostra recensione del primo episodio della seconda stagione di Star Trek: Strange New Worlds, intitolato Il cerchio spezzato, disponibile su Paramount+

Chiunque abbia apprezzato la prima stagione di Star Trek: Strange New Worlds può stare sicuro: con Il cerchio spezzato, incipit della nuova tranche di episodi, la serie riprende il cammino da dove aveva interrotto il racconto. Una puntata varia e movimentata, che promette di proseguire un percorso di approfondimento psicologico sui personaggi principali garantendo una gradevole miscela di azione, strategia e sentimento.

Congedo temporaneo

Come detto, la storia riprende più o meno da dove ci eravamo interrotti; ecco quindi le conseguenze del cliffhanger della prima stagione, dove Numero Uno, Una Chin-Riley (Rebecca Romijn), veniva arrestata per aver mentito sulla propria origine illyriana. Si potrebbe pensare che il primo episodio ruoti attorno a questo problema, che ha diviso Una dal capitano Pike (Anson Mount) e, in generale, dall'Enterprise. E invece no: dopo pochi minuti, Pike ottiene un momentaneo congedo dal comando per potersi dedicare alla difesa della sua compagna d'avventure.

La sparizione di Pike dallo schermo al quinto minuto fa di Il cerchio spezzato un esordio di stagione decisamente sui generis. Per carità, Star Trek: Strange New Worlds si è sempre posta come serie corale, ben più di quanto avvenuto con la sua sorella maggiore Discovery. Non ci aspettavamo però di dover rinunciare al nostro capitano sornione proprio in corrispondenza del ritorno della serie. Poco male: lo Spock di Ethan Peckconferma il proprio carisma, facendo uscire indenne tanto l'Enterprise quanto la Federazione dall'ennesimo rischio di guerra con i klingon.

Un focus ben studiato

Dopo aver ricevuto un S.O.S. che sembrerebbe arrivare da La'an (Christina Chong), Spock viene obbligato dall'ammiraglio April (Adrian Holmes) a ignorare il messaggio onde evitare di approdare sul pianeta minerario Cajitar IV e violare un trattato che ne regola lo sfruttamento alternato da parte di Federazione e Impero Klingon. April sostiene che la posta in gioco sia troppo alta per rischiare, non essendo neanche sicuri che il messaggio provenga effettivamente da La'an. Spock, tuttavia, si fida del suo istinto e, logicamente, fa l'unica cosa che possa garantirgli una certa libertà d'azione: rubare l'Enterprise.

Per chiunque conosca lo Spock raccontato dalla serie classica e dai successivi film (in particolare L'ira di Khan), questa decisione appare del tutto coerente con la psicologia costruita in anni e anni di scrittura del personaggio. Una scelta apparentemente folle viene infatti resa non solo comprensibile, ma ferreamente logica dalle circostanze straordinarie in cui essa viene compiuta. Inoltre, Star Trek recupera così il fil rouge lasciato in sospeso dal finale della precedente stagione, che vedeva in Spock la chiave irrinunciabile alla risoluzione degli attriti con i popoli esterni alla Federazione.

Una sagace new entry

L'inganno a scapito di April viene tessuto con la complicità di diversi membri dell'equipaggio. La simulazione di una perdita di refrigerante consente infatti lo sbarco indisturbato di una squadra su Cajitar IV. Qualcuno, tuttavia, non cade nella trappola: trattasi del comandante Pelia. L'ufficiale, interpretato da Carol Kane, scopre il trucchetto ordito da Spock in un baleno. Tuttavia non fa rapporto alla Flotta Stellare, elargendo consigli e offrendosi persino di dirigere la sala macchine (rimasta sguarnita dopo la morte di Hemmer).

Sebbene la presenza di Pelia non sia fondamentale a livello di trama, essa è interessante per diversi motivi. Anzitutto, ci introduce a una nuova razza (i lanthaniti) costituita da esseri immortali dall'aspetto umano, vissuta sulla Terra senza essere scoperta fino al ventiduesimo secolo. Inoltre, ci viene presentata come una confidente della madre di Spock, quell'Amanda Grayson presente sin da TOS. Osservare Pelia è, per ora, uno spasso. Kane riesce a infondere nel personaggio una giusta dose di umorismo e di rilassatezza derivata dall'esperienza secolare maturata nella sua lunga vita. Una figura che promette bene, anzi, benissimo.

Ombre dal passato

La missione incontra diversi ostacoli, tra cui il rapimento - da parte dei klingon - del dottor M'Benga e dell'infermiera Chapel. Dopo aver curato i genitori di Oriana (la bambina al centro dell'episodio della prima stagione Tutti coloro che vagano), avvelenati da un eccesso di radiazioni ioniche, i due si trovano invischiati in un malvagio piano. A manovrare i fili, un misterioso gruppo (chiamato "il cerchio spezzato") intenzionato ad accendere una scintilla di guerra che consentirebbe loro di lucrare sulla vendita del dilitio.

A seguito della cattura, M'Benga e Chapel sono costretti ad agire ben al di fuori dei loro metodi abituali. Non è senza sorpresa che osserviamo il dottore alle prese con gli spettri del suo servizio durante la guerra. L'apice della tensione viene raggiunto quando l'uomo assume una droga per acuire la propria forza in combattimento, manifestando un lato di sé finora rimasto inesplorato. A rendere memorabile questo spiraglio sull'anima nera di M'Benga interviene il talento del suo interprete, Babs Olasunmokun. Concluso l'arco dedicato alla malattia della figlia, si apre un nuovo capitolo per M'Benga. Un capitolo meno pacato, indubbiamente, di cui non vediamo l'ora di scoprire i dettagli.

Per Nichelle

La puntata si chiude col commovente omaggio alla recentemente scomparsa Nichelle Nichols, che per prima vestì i panni di Nyota Uhura nella serie classica. Una dedica che acquista un senso profondo, tributata da una serie da subito dichiaratasi debitrice di TOS, in una puntata che mette ben in luce i talenti di Uhura, ora promossa a guardiamarina. Plauso alla sobrietà di Star Trek: Strange New Worlds nell'aver gestito la decisione dell'ex cadetta di non abbandonare la Flotta Stellare, al netto di rischiose verbosità che, alla luce degli avvenimenti della prima stagione (in particolare la scomparsa di Hemmer) sarebbero risultate ridondanti.

A prescindere dal personale, Il cerchio spezzato ribadisce l'intento di restituire al pubblico il sentimento di pura meraviglia e avventurosa scoperta che appartenne alla serie originale. La speranza è che Strange New Worlds si mantenga al di sopra della tentazione del fanservice, continuando a puntare nuovi mondi senza rinunciare a un'aura piacevolmente familiare. Per Nichelle, che è stata la prima a varcare la porta e ci ha mostrato le stelle. Frequenze di chiamata aperte per sempre...

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