Star Trek: Picard 2x09 “Hide and Seek”: la recensione

Star Trek: Picard accelera all’improvviso con un episodio ricco di azione e soprattutto di discorsi chiusi a un ritmo forsennato

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Spoiler Alert
James Blish è stato uno scrittore di fantascienza che, tra le altre cose, inventò il termine “gas giant”; secondo un altro scrittore, Damon Knight, è anche l’inventore del concetto di “idiot plot”, cioè una trama che funziona solo in virtù del fatto che le persone coinvolte sono tutte irrimediabilmente idiote. Hide and Seek, nono e penultimo episodio della seconda stagione di Star Trek: Picard, soffre in più punti della sindrome da idiot plot. Succede quando ti sono serviti otto episodi per costruire un intricato labirinto di sottotrame e te ne rimangono solo due per chiuderle tutte: diventa necessario prendere delle scorciatoie, far fare a certi personaggi delle scelte che in situazioni normali non avrebbero fatto.

Dalla sua, Hide and Seek ha il fatto di essere di gran lunga la puntata più ritmata e ricca d’azione dell’intera seconda stagione di Star Trek: Picard: succedono tantissime cose a un ritmo forsennato (e nonostante questo c’è comunque tempo per altri flashback sull’infanzia di Picard) e si tende ad accettare quindi ogni snodo di trama per non distrarsi troppo. A mente fredda, parecchi di questi snodi sono rivedibili, a partire dalla scelta dell’ormai-quasi-perduta-per-sempre Jurati di formulare un piano complicatissimo e a prova di bomba per fermare la regina Borg e immediatamente dopo spiegargliene i dettagli e suggerendole di fatto come neutralizzarlo.

Star Trek: Picard BorgatiDie Hard in versione Shakespeare

Ma poco importa perché Hide and Seek è soprattutto un assedio notturno – e quindi inevitabilmente virato al blu – a Chateau Picard, fatto di sparatorie, inseguimenti nei tunnel sotterranei della magione e momenti di grande dramma nei quali Patrick Stewart e Brent Spiner si divertono a rimbalzarsi battute altisonanti e quasi shakespeariane (se Shakespeare avesse scritto un Die Hard). Sembra quasi, e fa strano dirlo per una serie così mortalmente compassata anche nei suoi momenti più leggeri, che Picard per un attimo smetta di prendersi sul serio e si diverta con un po’ di azione fantascientifica vecchio stile – come si faceva quando Jean-Luc Picard comandava l’Enterprise, e come questo spin-off non è mai riuscito a fare fino in fondo.

La stagione si avvia verso il finale

Questa improvvisa accelerata consente alla squadra autoriale di chiudere molti dei discorsi aperti negli episodi precedenti, accumulando una scena madre dopo l’altra soprattutto sul finale; come delle pulizie primaverili utili a preparare la strada all’ultimo episodio che si concentrerà esclusivamente sul lancio della missione Europa (almeno così immaginiamo).
Non tutte le chiusure, come accade sempre in questi casi, sono soddisfacenti: in particolare preparatevi a fiumi di polemiche sul modo in cui Alison Pill e Alison Pill fanno pace tra loro, ridefinendo così i tratti fondamentali di uno degli elementi fondamentali del canone trekkiano.

RiosRimangono comunque ancora parecchie questioni irrisolte, a partire dal destino di Q passando per quello di Kore, la figlia del dottor Soong che dopo essere stata centrale nell’episodio precedente sembra essere stata dimenticata. Ma tra una pistolettata e una coltellata in gola Hide and Seek ha chiuso molte delle troppe parentesi che Star Trek: Picard teneva ancora aperte, e ora la serie dovrebbe avere la strada spianata per un vero Gran Finale.

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