Star Trek: Picard 2x07: la recensione

Star Trek: Picard ci porta ai confini del fantasy con un viaggio nella mente del capitano Picard che ci regala risposte attese da tempo

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Spoiler Alert
Non contenta di disorientarci con differenti piani temporali, universi paralleli e versioni alternative di personaggi ben noti del canone, Star Trek: Picard ha deciso di mandarci definitivamente in confusione con un crossover inaspettato. Il settimo episodio della seconda stagione, il promesso (visto come finiva il precedente) viaggio nella mente di Jean-Luc Picard, ha infatti un Virgilio d’eccezione: James Callis nella sua miglior imitazione di Gaius Baltar, il suo personaggio di Battlestar Galactica e una delle più grandi figure tragiche ai confini dello shakespeariano della storia della TV. Non stiamo esagerando: Monsters assomiglia spesso ad alcuni degli episodi più introspettivi e psicologici della serie di Ronald D. Moore, ed è un sorprendente – ma come detto non del tutto inaspettato – calo di ritmo in una seconda parte di stagione che stava finalmente prendendo velocità.

Un viaggio nella mente di Picard

Non è necessariamente un male: è ormai dal primissimo episodio che Star Trek: Picard ci stuzzica promettendoci di rivelare lati nascosti della personalità del fu capitano dell’Enterprise, di scavare davvero nel torbido del suo passato non con vaghe allusioni ma mostrandocelo in prima persona. Dopo tanti antipasti, Monsters è l’episodio nel quale questa promessa viene mantenuta – e in linea con la tradizione di TNG, cioè la versione di Star Trek più vicina a Picard spiritualmente e non solo narrativamente, lo fa nel modo più inaspettato e insieme classico: la sterzata di genere.

RiosPer lunghi tratti, Monsters è una creatura a metà tra l’horror gotico e il fantasy contemporaneo-metaforico tipo Il labirinto del fauno. Si svolge su almeno quattro diversi piani di realtà tre dei quali esistono solo nella testa e nei ricordi di Picard, e mischia immagini allegoriche a momenti adiacenti al realismo e che coinvolgono un giovane Picard e la sua altrettanto giovane madre. Ogni tanto c’è uno stacco e torniamo letteralmente sulla Terra, tanto per ricordarci che stiamo ancora guardando una serie di fantascienza; ma nella maggior parte dei casi si tratta di siparietti utili a ricordarci che ci sono altri personaggi, ma chiaramente superflui in un episodio così radicalmente concentrato su Picard.

Una gestione dell'episodio non perfetta

Non funziona tutto come la serie stessa spera. L’immaginario utilizzato è inaspettato per Picard, ma abusato altrove, e non sempre realizzato con l’eleganza di cui avrebbe bisogno per sfuggire al rischio di pacchianeria. E anche le rivelazioni che arrivano hanno un impatto relativo una volta che le si contestualizza nel quadro più ampio – quello in cui un equipaggio venuto dal futuro sta provando a prevenire una modifica irreversibile della linea temporale ma così facendo ha liberato una regina Borg onnipotente nel 2024 e che rischia quindi di assimilare l’intero pianeta, facendo quindi un danno molto superiore a quello che si stava cercando di prevenire.

Star Trek: Picard PicardPer quanto un po’ dimenticata per cause di forza maggiore, comunque, Alison Pill e la sua ospite mentale tornano in auge sul finale dell’episodio, a dimostrazione che i destini intrecciati di Picard, di Jurati, della regina Borg e dell’intero universo convergeranno in un qualche modo inaspettato negli ultimi tre episodi della stagione. Speriamo solo che sia finito il tempo delle sperimentazioni, perché per quanto Monsters sia un’interessante deviazione che aspettavamo da anni, la seconda stagione di Star Trek: Picard non può più permettersi di perdere tempo.

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