Star Trek: Picard 2x01 "The Star Gazer", la recensione

Star Trek: Picard ricomincia da zero, con una storia costruita su uno dei trope più classici della serie creata da Gene Roddenberry

Condividi
Spoiler Alert
Star Trek: Picard: la recensione in anteprima del primo episodio della seconda stagione, intitolato The Star Gazer. ATTENZIONE! Contiene leggerissimi SPOILER sulla trama del primo episodio

La prima stagione di Star Trek: Picard si apriva con Patrick Stewart felice nella vigna di famiglia e si concludeva con la sua morte e resurrezione, e con la formazione di un gruppo di personaggi che sembrava potesse formare la base per il nuovo “equipaggio dell’astronave”, uno dei punti-cardine di Star Trek. La seconda stagione dello show si apre con il protagonista felice nella vigna di famiglia, e si chiude con la promessa di una stagione molto diversa dalla precedente, e che sarà con ogni probabilità un omaggio a uno dei 54 episodi a tema “viaggio nel tempo” che hanno punteggiato questi 58 anni – e sette diverse incarnazioni televisive – di Star Trek.

Se volete arrivare a questa seconda stagione di Star Trek: Picard sapendone il meno possibile potete anche smettere di leggere qui; accontentatevi di sapere che quello che sembra essere all’inizio un episodio superfluo e d’atmosfera, utile solo per farci riacclimatare all’universo di Star Trek, subisce sul finale un’accelerata improvvisa e soprattutto – sempre che vi siate tenuti alla larga da ogni informazione promozionale sulla serie – inaspettata, imprevedibile e che cambia completamente la prospettiva del resto della stagione.

Star Trek Picard recensione Picard

Star Trek: Picard 2x01 introduce le tematiche affrontate nei nuovi episodi

Se invece possiamo dirvi qualcosa di più: la prima stagione di Picard parlava ovviamente di Jean-Luc Picard, ma parlava anche di identità e di cosa significa essere umani in un universo in cui esistono entità come Data e sua figlia. E parlava soprattutto dello scorrere del tempo, dell’inevitabilità del futuro, di invecchiamento: tutte tematiche inestricabilmente legate al suo protagonista ma anche al resto del cast. La resurrezione di Picard che caratterizzava (e forse un po’ rovinava) il finale di stagione era il coronamento di un lungo percorso tra i meandri della caducità umana e del sempiterno scontro tra volere e potere; sembrava potesse essere un modo per mettere la parola “fine” sulla questione, e ripartire con una seconda stagione più classicamente Star Trek.

Invece Jean-Luc Picard è tornato sulla Terra, a coltivare la sua vigna e a guardare le stelle con aria nostalgica. Vive con una romulana che lo ama e sogna il momento in cui l’ammiraglio in pensione la smetterà di sognare un ritorno all’azione e deciderà di mettere radici sul serio – con lei. Starfleet lo chiama solo per tenere discorsi motivazionali all’accademia, per rimarcare ancora di più il suo status di pensionato. E quello che nella prima stagione sembrava un equilibrio al quale Picard agognava con tutto sé stesso qui è già diventato un peso, una pastoia dalla quale il nostro si libererà in un modo o nell’altro. Sembra paradossale ma le prime scene di questo primo episodio, idilliache, atmosferiche, lente, rilassate, ribollono in realtà di tensione latente: perché è chiaro che l’equilibrio prima o poi si romperà, si tratta solo di capire che forma assumerà la famosa goccia.

Picard

Una puntata con un'importante rivelazione finale

La risposta è l’unica cosa che non espliciteremo per lasciarvi un minimo di fattore sorpresa. Vi basti sapere che tutto l’episodio conduce più o meno inconsciamente verso la rivelazione finale, che da sola è motivo sufficiente per voler seguire il resto della stagione. The Star Gazer non è, di per sé, un episodio particolarmente originale o spettacolare, e anche a livello produttivo Star Trek: Picard non sembra voler ancora mostrare davvero i muscoli. Ma gli ultimi minuti, gli ultimi secondi, sono un grandissimo momento di televisione – che richiede una certa conoscenza del passato della serie, ma che siamo sicuri regalerà molte gioie anche a chi non sa nulla di… be’, come detto ve lo lasciamo scoprire.

Continua a leggere su BadTaste