Star Trek II - L'ira di Khan, la recensione del Blu-Ray Disc della

La nuova edizione Blu-Ray di Star Trek - L'Ira di Khan riporta la versione director's cut del film, rilasciata tra il 2002 e il 2003 in DVD, con un nuovo master 4K di gran qualità

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Dati Tecnici

Video: AVC, 1080/24p (23,976), 2.39:1
Audio:
2.0 Surround Dolby Digital: Francese Spagnolo Tedesco
5.1 Dolby Digital: Italiano Giapponese
7.1 Dolby TrueHD: Inglese
Sottotitoli: Italiano Inglese Inglese NU Danese Finlandese Francese Giapponese Norvegese Olandese Spagnolo Svedese Tedesco
1 disco 50gb
Region free
Amaray
Prodotto da Paramount, distribuito da Universal.
Edizione ITALIANA disponibile nei seguenti paesi: IT, ES, DE, FR, JP, UK.

Film

Durante la ricerca di un pianeta adatto per il misterioso progetto Genesis, la USS Reliant si imbatt nel pianeta Ceti Alpha V, dove quindici anni prima il capitano James T. Kirk aveva confinato un criminale di guerra, il potenziato Khan Noonien Singh, e la sua gente. Khan, dopo aver conquistato la Reliant, medita vendetta verso Kirk e gli tende una trappola per sconfiggere la sua nemesi e impadronirsi del potere del Genesis per i suoi ambiziosi propositi. Kirk, che nel frattempo è diventato ammiraglio, si troverà nuovamente a dover comandare l'Enterprise insieme ai suoi compagni per far fronte a questa nuova terribile minaccia dallo spazio profondo.

Benché venga considerato un buon successo commerciale, la verità è che Star Trek The Motion Picture di Robert Wise fu una delusione per la Paramount. Il film, che aveva alle spalle l'enorme (per l'epoca) investimento di ventidue milioni, alla fine ne costò quasi il doppio e non riscosse lo sperato favore della critica, né quello del pubblico, viste anche le ambizioni di andare a competere con Star Wars, uscito due anni prima e che aveva fatto scattare ad Hollywood la corsa per il proprio prodotto spaziale da lanciare nel mercato. Comunque il ricavato ottenuto convinse la major a riprovarci di nuovo, ma cambiando totalmente direzione: la produzione del film fu affidata alla sezione televisiva della Paramount. A dispetto di quel che può sembrare, il prodotto non voleva essere destinato alla TV, ma la Paramount voleva ottimizzare i costi il più possibile e farlo attraverso la produzione televisiva avrebbe assolto il suo scopo di economizzare ed accelerare i tempi. Harve Bennett, storico produttore televisivo, prese in mano il progetto, insieme al suo socio Robert Sallin, produttore pubblicitario. La conseguenza fu che Gene Roddenberry venne tagliato fuori dalla produzione, rifiutando anche il ruolo di consulente che gli venne offerto (in seguito Roddenberry avrebbe ottenuto la sua rivincita con The Next Generation...). Bennett, che studiò tutta la serie originale, si convinse che uno dei problemi del precedente film di Wise era la mancanza di una vera nemesi da contrapporre ai protagonisti e vide nel personaggio di Khan (Ricardo Montalbàn), apparso nell'episodio “Spazio Profondo” della prima stagione, l'avversario perfetto per Kirk (William Shatner). La produzione stentava a decollare e anche trovare il regista che volesse accettare l'incarico non fu facile (c'era anche Ron Howard tra i papabili). Nicholas Meyer, noto per le sue sceneggiature, tra cui “Sherlock Holmes: soluzione settepercento”, e per aver diretto “L'uomo venuto dall'impossibile”, venne assunto per la direzione. Meyer prese in mano la situazione scrivendo la sceneggiatura del film in meno di due settimane, dopo varie stesure fallimentari precedenti, salvando la realizzazione del film, che aveva le sale già prenotate. La preproduzione de L'Ira di Khan è stata quindi all'insegna della fretta e dei tempi stretti e sempre con il pericolo che alla fine non se ne sarebbe fatto niente. Eppure da tutto questo, non solo ne è uscito un grande successo di critica e pubblico, ma anche il film più importante del franchise di Star Trek e il più conosciuto in assoluto. Ma perché questo film è tanto importante? Benché Gene Roddenberry avesse dato un'impronta precisa di come dovesse essere Star Trek, con un futuro luminoso e scevro dai difetti che governano l'uomo e la società attuale, Nicholas Meyer, che non ha mai amato molto Star Trek, gli diede maggiore concretezza, ridefinendo la flotta come maggiormente militare, lo arricchì di dettagli, come le uniformi che mostrano gradi e mostrine e che ricordano le uniformi napoleoniche, e cambiò quel tanto che basta gli interni della nave per renderla più credibile anche agli occhi dei non appassionati. Tutti questi dettagli divennero delle linee guida per tutti gli Star Trek successivi, non solo cinematografici ma anche televisivi sotto l'egida di Roddenberry e Rick Berman. In un certo senso rappresenta la vera svolta che porta Star Trek alla sua fase successiva. Il film ha anche il merito di raccogliere l'eredità del prodotto televisivo originale molto di più di quanto fece The Motion Picture, concependo il film come un'avventura emozionante e senza tregua, mettendo al centro lo storico triumvirato di protagonisti: Kirk, Spock (Leonard Nimoy) e Bones (DeForest Kelley). Ma come ogni prodotto di Star Trek che si rispetti, il film non è certo privo di tematiche: il tempo, la vecchiaia sono sicuramente quelli più presenti e importanti, seguiti poi da quello dell'amicizia, della paternità e della morte. Kirk non è più il giovane capitano baldanzoso che si lancia sempre all'avventura. Si sente vecchio, depresso, relegato dietro ad una scrivania, specialmente quando scoprirà di avere un figlio che non ha mai conosciuto. Questo è anche il motivo per cui nel primo confronto con Khan risulterà perdente.

Ma sarà proprio lo scontro con Khan, il passato che torna a bussare alla sua porta (rappresentato anche dalla sua vecchia fiamma, Carol Marcus), a far rievocare la sua vera indole e ciò che è sempre stato bravo a fare. Ricardo Montalbàn riprende magistralmente il ruolo di Khan, un uomo dall'intelletto superiore, ma consumato dalla propria ossessione per Kirk, al quale da la colpa di ogni male che gli è successo, che lo porterà alla rovina e in questo Meyer è stato molto abile a fare un continuo parallelo con Moby Dick. Leonard Nimoy accettò di tornare a interpretare Spock unicamente se gli avessero fatto interpretare una scena di morte memorabile, convinto che quello sarebbe stato l'ultimo film su Star Trek. E così fu: una delle scene più iconiche di Star Trek, che è entrata nella memoria, è proprio l'ultimo incontro tra Kirk e Spock, dove quest'ultimo, intrappolato nella sala del reattore e ormai morente a causa delle radiazioni, da un ultimo saluto al suo amico. E nonostante siano passati anni e si abbia la consapevolezza che il personaggio sarebbe risorto nel film successivo, la scena mantiene ancora tutta la sua potenza emozionale. Nel cast spicca anche una giovane Kirstie Alley nel ruolo della vulcaniana Saavik. James Horner firma la colonna sonora in sostituzione di Jerry Goldsmith del film precedente, confezionando una partitura più eroica ed avventurosa e meno da epopea, che ben si sposa con le immagini spettacolari e il tono del film. Benché visibilmente inferiore per via del budget, l'apparato visivo del film è ancora capace di sorprendere, grazie ad una sapiente regia e ad un montaggio che valorizzano gli effetti speciali e visivi. L'Ira di Khan è il film che apre l'era dello Star Trek di Bennett, ha ridato nuova linfa vitale al franchise ed è ricordato a ragione come uno dei migliori capitoli di sempre.

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Video

In occasione del cinquantesimo anniversario del franchise di Star Trek e dell'uscita in sala del nuovo film Star Trek Beyond, Paramount spinge, come prevedibile, su marketing e merchandise vario. Tra ristampe varie dei film e delle serie in DVD e Blu-ray, come le nuove edizione steelbook dei primi dieci film o i cofanetti completi di Star Trek La Serie Classica e Star Trek The Next Generation, ciò che più ha attirato l'attenzione degli appassionati dell'home video e che rappresenta l'unica vera novità proposta, è la nuova edizione del film Star Trek II L'ira di Khan in Blu-ray, denominata Director's cut. Facendo un ripasso veloce, i dieci primi film di Star Trek beneficiarono di edizioni estere o director's cut (per The Motion Picture una rivisitazione quasi totale) tra il 2001 e il 2003 in edizioni DVD lussuose. Nel 2009, con l'arrivo del film di Star Trek di J.J. Abrams nelle sale, Paramount fece delle nuove edizioni dei film in DVD e, per la prima volta, in Blu-ray, rimasterizzate, ma soltanto nelle versioni originali cinematografiche. Come è ben noto, quelle edizioni lasciarono molto a desiderare sotto il profilo tecnico, perché nonostante un nuovo master, questo era pesantemente filtrato digitalmente con DNR ed Edge Enhancement, chi più chi meno. Ad essere risparmiati da questo trattamento furono i film La Nemesi e L'ira di Khan, quest'ultimo l'unico ad essere anche restaurato in un master a 2K. Oggi come allora, quell'edizione è da considerarsi ottima e un buon acquisto per chiunque. A dispetto delle prime indiscrezioni, questa nuova edizione non utilizza il medesimo master ma, proprio per l'occasione, è stato creato un nuovo restauro e relativo master a risoluzione 4K ed è stato concepito specificatamente con l'HDR applicato in vista della futura uscita in Ultra HD. Per chi non sapesse cosa sia l'HDR, per farla breve, è l'unico vero motivo che giustifica il passaggio all'UHD, che in sostanza permette una riproduzione delle gamma dinamica molto più ampia del vecchio SDR, quindi vale a dire neri più neri, bianchi più bianchi e contrasto più intenso senza perdita di dettaglio. Questo per dirla in parole povere. Ovviamente, nella versione HD, il master è stato reso in SDR ed è qui che il dubbio si insinua, visto anche quello che è poi il risultato finale del prodotto che andremo a vedere, specie nel confronto con l'edizione del 2009: se il master è concepito in HDR, chi ci garantisce che in versione SDR non assisteremo ad una versione non solo monca, ma del tutto estranea alla versione supervisionata e approvata dal regista?

A pensar male ci si prende a volte, ma non avendo la possibilità di fare un confronto con la futura edizione UHD, di cui al momento non c'è una data di uscita, i dubbi è meglio accantonarli e concentrarci su quel che si ha di fronte. Il film è girato tutto in 35 mm Panavision anamorfico, cosa comunissima in quegli anni. In termini di dettaglio, la differenza tra la nuova edizione del 2016 e quella del 2009 non è poi così marcata: in entrambi i casi ci troviamo di fronte ad un quadro video di alto livello, dove la definizione dei dettagli riesce a rappresentare perfettamente anche la grana fine della pellicola, conferendo una perfetta resa granitica come ogni pellicola che si rispetti. Tuttavia chi ha un occhio più clinico ed un pannello generoso, noterà una maggiore precisione nel nuovo master, dove al confronto la vecchia risulta più impastata. La texturizzazione ci regala splendidi primi piani ricchi di microdettagli, incarnati porosi, tessuti delle uniformi identificabili e pattern sempre chiari. Ne godono anche i campi medi e lunghi, in particolare gli effetti speciali, dove il lavoro svolto con i modellini viene valorizzato come si conviene, e l'Enterprise è uno spettacolo da vedere in ogni suo particolare, così come la Reliant. Anche gli effetti ottici, come la Mutara Nebula, i vari Phaser e siluri, sono splendidamente riprodotti e sono davvero belli da guardare in alta definizione. Il girato non è certo esente da difetti e sono frequenti i cali fisiologici e messe a fuoco non sempre precise, come la plancia quando è in allarme rosso e tutta la stanza si illumina di un'intensa luce rossa e la definizione viene meno, come anche nelle sequenze più scure.

Ciò che lascia perplessi e ci rimanda al dubbio iniziale viene dalla nuova correzione colore imposta al nuovo master: il quadro è molto cupo e la paletta cromatica assai ridotta rispetto alla versione del 2009, tanto che se dopo una visione della versione del 2016 si ritorna a quella del 2009, l'effetto è come quello di lanciare un bengala in una grotta. La vecchia versione aveva dalla sua una colorimetria brillante e luminosa, con colori più saturi. La nuova versione risulta molto più tenue e desaturata, al punto che i toni come quello della pelle non convincono, apparendo troppo pallidi, quasi grigi. C'è da dire che il livello del nero è migliorato (anche se non ne guadagna la profondità generale), dato che nella vecchia versione forse era un po' troppo alto, ma viene da chiedersi se non fosse giusto nella versione del 2009. Insomma, benché il lavoro sia approvato e supervisionato da Nicholas Meyer, il risultato finale colorimetrico non convince e lascia molti dubbi specie per via della versione UHD in HDR che potrebbe far sembrare la versione in Full HD una beffa da questo punto di vista, ma rimangono comunque delle speculazioni. Il master è totalmente privo di spuntinature, peli o graffi, forse anche di più della precedente versione, ma lascia perplessi uno sfarfallio nei titoli di testa che era assente nella versione del 2009. L'encoding in AVC ha meno bitrare rispetto alla versione del 2009, ma in ogni caso la compressione è trasparente come sempre. In ultima analisi, l'edizione è presentata nuovamente in un disco singolo, contenente il film sia in versione director's cut che cinematografica in seamless branching, insieme ai contenuti speciali, il tutto confezionato in amaray. Degna di nota la nuova cover che presenta un poster in stile pop art davvero di gran qualità.

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Audio

Dal punto di vista audio non è cambiato niente, la nuova versione ricicla le tracce della precedente, e così abbiamo il doppiaggio italiano in Dolby Digital a 5.1 canali a 640 kbps, mentre l'originale inglese è in Dolby TrueHD a 7.1 canali. Rimane sempre ottimo il mix italiano in questa traccia 5.1, con dialoghi sempre chiari e mai saturi nelle medie frequenze, effetti sonori convincenti e musica dirompente, riuscendo sempre a coinvolgere lo spettatore, grazie ad un ottima separazione e direzionalità dei canali. La traccia inglese ha dalla sua una maggiore dinamica, effetti con alti e bassi molto più profondi e un maggiore coinvolgimento dei canali posteriori. Di contro però non convince molto la qualità di registrazione dei dialoghi, non molto naturali.

Extra

Il comparto extra si presenta come il più completo mai fatto in relazione a questo film. Non solo l'edizione raccoglie tutti i documentari e featurette pubblicati in DVD, ma anche gli extra della precedente versione Blu-ray. E non solo, a farla da padrone è il nuovissimo documentario Effetto Genesi, realizzato per l'occasione, che racconta attraverso le interviste del regista, produttore e altre voci autorevoli del mondo di Star Trek, la difficile lavorazione del film e cosa ha rappresentato per i fan di tutto il mondo. A concludere sono presenti tutti i commenti audio, compreso il nuovissimo commento testuale di Mike e Denise Okuda. Davvero un ricchissimo bottino.

  • Commento del regista Nicholas Meyer

  • Commento del regista Nicholas Meyer e di Manny Coto (versione cinematografica)

  • Commento testuale di Michael e Denise Okuda (versione director's cut)

  • Bibliocomputer (versione cinematografica)

  • Effetto Genesi: la realizzazione de L'ira di Khan

  • Produzione

  • Diario del Capitano

  • La creazione di Khan

  • Interviste originali con William Shatner, Leonard Nimoy, DeForest Kelley e Ricardo Montalbàn

  • Dove nessuno è mai giunto prima: gli effetti visivi di Star Trek II: L'ira di Khan

  • James Horner: la composizione della genesi

  • L'universo di Star Trek

  • Collezionare cimeli di Star Trek

  • Un nuovo approccio

  • Accademia della Flotta Stellare – Sezione scientifica 002: il mistero di Ceti Alpha VI

  • Addio un tributo a Ricardo Montalbàn

  • Gli Storyboard

  • L'idea dei titoli di testa

  • la Kobayashi Maru

  • Ceti Alfa V

  • Regula 1

  • Chekov e Terrell trovano Khan

  • L'ispezione dell'Ammiraglio Kirk

  • La vendetta di Khan

  • Kirk contrattacca

  • La scoperta della grotta di Genesi

  • La Mutara Nebula

  • Attacco a sorpresa

  • Genesi

  • Una morte onorevole

  • Trailer cinematografico

Conclusioni

Diventato un vero punto di riferimento per tutti gli appassionati di Star Trek, L'Ira di Khan è la chiave di volta che ha permesso al franchise di evolvere e passare alla generazione successiva, diventando il modello base da cui tutti i cineasti di Star Trek hanno attinto. Il film è una vera cavalcata nello spazio, una corsa senza esclusione di colpi, carica di tematiche e scene iconiche entrate nell'immaginario. La nuova edizione Blu-ray riporta la versione director's cut del film, rilasciata tra il 2002 e il 2003 in DVD, con un nuovo master 4K di gran qualità, ma con scelte colorimetriche aperte a discussioni. Ricchissimo di contenuti speciali, la nuova edizione de L'ira di Khan è un appuntamento imperdibile per ogni appassionato che si rispetti.

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