Star Trek: Discovery 2x09, "Progetto Daedalus": la recensione

Il nono episodio della seconda stagione di Star Trek: Discovery ci regala un vivido ritratto di Airiam e chiarisce il vaticinio dell'Angelo Rosso

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Spoiler Alert
Addio, Airiam. Avremmo voluto conoscerti meglio. O meglio: avremmo preferito conoscerti prima. Per fortuna Progetto Daedalus, nono episodio della seconda stagione di Star Trek: Discovery, contribuisce a colmare ogni lacuna tratteggiando un vivido ritratto del personaggio interpretato da Hannah Cheesman. Non era facile recuperare il tempo perduto, ma il regista Jonathan Frakes e la suddetta Cheesman sono riusciti a creare un collante emotivo a presa rapida tra lo spettatore e la vedova bionica della Discovery, che in meno di un'ora tradisce i compagni suo malgrado e si redime con una morte eroica.

Fino a oggi, Airiam era semplicemente uno dei tanti volti della plancia della Discovery atti a garantire un senso di continuità al flusso narrativo; tuttavia, le sue interazioni col resto del cast si sono sempre limitate a poche battute, e poco o nulla sapevamo del suo passato. Lo stesso mistero avvolge, tuttora, anche il timoniere Keyla Detmer (Emily Coutts), l'ufficiale Joann Owosekun (Oyin Oladejo), l'ufficiale tattico Gen Rhys (Patrick Kwok-Choon) e l'ufficiale addetto alle comunicazioni Ronald Bryce (Ronnie Rowe Jr.). Per la prima volta, in Progetto Daedalus ci viene offerta la possibilità di uno sguardo più ravvicinato su uno di questi personaggi, e la sensibile trattazione della figura di Airiam ci fa sperare che non rimanga un unicum.

E dire che le premesse - il canonico stratagemma di hackeraggio subito da Airiam - non faceva davvero ben sperare. Avrebbe potuto risolversi in modo insoddisfacente come già successo per la storyline di May nei primi episodi, o restare sullo sfondo senza incidere in modo realmente significativo come la vicenda del dottor Culber. Così non è stato: sin dall'inizio, Progetto Daedalus ci svela la verità su Airiam, umana "potenziata" a seguito di un gravissimo incidente in cui rimase ucciso anche il suo fresco sposo. Se finora i modi e i gesti della cyborg erano stati modellati sull'archetipo - a dir poco familiare nel franchise di Star Trek - dell'androide programmato da zero, la rivelazione che in realtà si tratti di un nostro simile con un tragico passato alle spalle decreta un'immediata attrazione magnetica dell'attenzione del pubblico, ansioso di scoprire di più.

Star Trek: Discovery alza la posta in gioco sentimentale, mostrandoci una struggente sequenza in cui Airiam analizza i propri ricordi decidendo quali cancellare, essendo dotata di una limitata capacità di archiviazione. A dispetto di questa malinconica routine bisettimanale, il personaggio ha relazioni e sentimenti profondi, sulla base dei quali sceglie di archiviare alcuni ricordi che coinvolgono i suoi amici, fondamentali per lei. È un contraltare sapientemente gestito, che sposta irrimediabilmente l'ago della simpatia del pubblico dalla parte di Airiam e aumenta la rabbia nei confronti dell'entità che la sta manipolando, portandola ad agire contro le persone a cui vuol bene.

Inevitabile, dunque, arrivare al tragico epilogo col cuore in gola e le lacrime che bussano per uscire. Tra lo struggente confronto tra Tilly (Mary Wiseman) e Airiam e la richiesta di quest'ultima a Burnham (Sonequa Martin-Green) affinché apra il portellone della base abbandonata per decretarne la morte, Progetto Daedalus si gioca tutte le carte commozione finora usate con una certa parsimonia da Star Trek: Discovery, sebbene la seconda stagione stia dimostrando un'inclinazione più netta verso una vena di patetismo sapientemente gestita.

E gli ultimi momenti di Airiam, sospesa nello spazio con negli occhi quell'ultimo ricordo di suo marito, sono tra le conclusioni più liriche che il franchise di Star Trek ci abbia mai regalato. Se a questo uniamo il fatto che, finalmente, siamo giunti a comprendere quale fosse la minaccia vaticinata dall'Angelo Rosso, possiamo definire Progetto Daedalus come un'autentica gemma di questa seconda stagione, in grado di calibrare alla perfezione il lato più action - avvincente il combattimento tra Burnham e Airiam - e la sfera emozionale legata all'interiorità dei protagonisti.

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