Star Trek: Discovery 2x03, "Punto di luce": la recensione

Alcuni volti a noi ben noti tornano in campo per il terzo episodio di Star Trek: Discovery, che ci offre una splendida prova attoriale di Mary Wiseman

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Giunti al terzo episodio dall'inizio della seconda stagione, qualcuno tra il pubblico di Star Trek: Discovery può anche essersi chiesto che fine avesse fatto Ash Tyler (Shazad Latif), interesse amoroso della protagonista Michael Burnham (Sonequa Martin-Green) nel primo arco di puntate della serie.  Sì, d'accordo: buona parte degli spettatori aveva probabilmente già archiviato la guerra klingon e la love story tra Michael e Ash, specie in considerazione del buon numero di storyline avviate nei primi due episodi. Punto di Luce arriva tuttavia a svelare cosa ne sia stato del giovane, sottoposto a una bizzarra ibridazione che l'aveva reso, di fatto, l'involucro del leader klingon Voq.

Ebbene, Ash si trova ora nella scomoda posizione di braccio destro - con aspetto umano - della cancelliera L'Rell (Mary Chieffo), cui però nega le proprie grazie, inibito dal ricordo degli stupri subiti durante la fusione con Voq. La scoperta dell'esistenza di un figlio, tenuto nascosto da L'Rell fino a quel momento, cambia gli equilibri e porta l'ex ufficiale della Flotta Stellare a dover trovare una nuova casa: l'astronave della rediviva Philippa Georgiou (Michelle Yeoh, che piacere ritrovarla).

Tutto, in Punto di Luce, sottolinea il cambio di rotta rispetto alla prima stagione di Star Trek: Discovery, dalle venature romantiche del rapporto tra Ash e L'Rell, che vanno a sostituire una relazione che non aveva risparmiato allo spettatore venature inquietanti e morbose, correlate al trauma degli abusi subit dall'uomo, per arrivare al restyling scenografico e costumistico dei klingon, qui più accostabili a guerrieri di un sanguinario medioevo europeo che non ad abitanti di un pianeta alien. L'intenzione è palese, che sia condivisibile o meno.

Punto di Luce apre timidamente alla possibilità di un ritorno di fiamma tra Michael e Ash, sebbene a oggi l'eventuale prosieguo della loro love story rappresenti l'elemento meno interessante messo in campo finora dalla seconda stagione. Se, tuttavia, esso fornisse l'occasione di un prossimo rendez-vous tra Burnham e la sua ex mentore Georgiou, potremmo chiudere un occhio su una storia d'amore che, tornando con la mente la season finale, sembrava essersi conclusa al momento giusto.

Frattanto, il problema di Tilly (Mary Wiseman) perde i propri connotati soprannaturali per essere scientificamente spiegato e risolto da Saru (Doug Jones) e Stamets (Anthony Rapp). Il tutto non prima di aver offerto a Wiseman l'occasione di stupirci ancora una volta con una serie di scene interpretativamente formidabili, che non fanno che aumentare la nostra simpatia e stima nei confronti di uno dei personaggi secondari più riusciti di Star Trek: Discovery.

Oltre al capitano Georgiou, vediamo tornare un altro volto del passato di Burnham: Amanda (Mia Kirshner), moglie di Sarek e madre della protagonista, nonché del disperso Spock. Proprio per ritrovare il figlio perduto, la donna si rivolge a Michael portandole le cartelle cliniche del ragazzo, trafugate dal centro psichiatrico da cui egli è fuggito dopo - a quanto risulta - aver ucciso ben tre persone. Il mistero dell'Angelo Rosso s'infittisce: come mai sia a Spock che a sua sorella? E, soprattutto: cosa avrà mai fatto la nostra eroina per meritare l'imperitura indifferenza del fratello? Sono solo due tra le molte domande che Star Trek: Discovery sta ponendo in questo nuovo corso della sua storia; la speranza è che l'intreccio di trame non diventi un groviglio inestricabile per gli stessi autori.

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