Star Trek: Discovery 2x02, "Nuovo Eden": la recensione

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Spoiler Alert
Dopo un inizio di stagione che ha riportato gli schemi narrativi sul binario della tradizione, Star Trek: Discovery prosegue il suo viaggio con Nuovo Eden, episodio diretto da Jonathan Frakes (il comandante Riker di The Next Generation) che recupera la classica formula del "pianeta della settimana". L'equipaggio della Discovery raccoglie infatti una richiesta di aiuto proveniente dal quadrante beta, raggiunto in men che non si dica grazie al redivivo motore a spore; giunti nei pressi del pianeta, Pike (Anson Mount) e Burnham (Sonequa Martin-Green) si trovano a dover decidere del destino di un gruppo di persone evacuate dalla Terra duecento anni prima e rimasto, per questo, tecnologicamente fermo ad allora.

La Prima Direttiva è nota a tutti i fan del franchise, e trova qui una più moderna - sebbene comunque opinabile - applicazione che costituisce uno dei due dilemmi portanti dell'episodio. Come comportarsi di fronte a chi sospetta il vero, ma non ha gli strumenti per comprendere il progresso tecnologico raggiunto? Pike e Burnham hanno punti di vista diametralmente opposti, il che consente alla puntata di mostrare l'evoluzione della nostra protagonista: se, in altri tempi, Michael sarebbe probabilmente andata contro gli ordini imposti dal suo capitano, qui - pur convinta di essere nel giusto - sottostà al volere di Pike con esemplare rispetto dell'autorità, salvo poi ottenere ciò che desidera a seguito di un successivo, ragionato confronto di idee.

Fa piacere vedere una Burnham più matura, manifestazione di un progetto di crescita emozionale che gli autori stanno portando avanti sin dal primo episodio della serie; una crescita che, lo intuiamo, passerà anche per l'altro dilemma posto da Nuovo Eden e, in generale, da tutta la stagione, legato alla contrapposizione tra scienza e fede. Non è solo la presenza dell'Angelo Rosso, fil rouge (!) di questo arco narrativo, a porre all'equipaggio della Discovery - e allo spettatore - quesiti su questa spinosa dicotomia: anche le esperienze vissute da Stamets (Anthony Rapp) nella rete miceliale e da Tilly (Mary Wiseman) dopo la lesione subita per colpa del meteorite riconducono alla sempiterna domanda sull'esistenza di un'entità superiore o di un universo "altro", precluso ai viventi.

Temi gravosi da affrontare, e che ci auguriamo costituiscano un terreno fertile per Star Trek: Discovery. Benché Nuovo Eden soffra dell'impossibilità di sviluppare approfonditamente i suoi accattivanti spunti drammatici, esso conferma come la drastica sterzata operata dalla serie in questa nuova stagione non abbia fiaccato l'energia dei suoi propulsori, lanciandola - attraverso una rotta meno impavida di quella tracciata l'anno scorso - verso un orizzonte narrativo ricco di emozionanti possibilità.

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