Star Trek: Discovery 1x06, "Lete": la recensione

Il nuovo episodio di Star Trek: Discovery fa chiarezza sul passato di Michael Burnham tra i vulcaniani e sul suo rapporto con l'ambasciatore Sarek

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Spoiler Alert
Settimana dopo settimana, Star Trek: Discovery sta allacciando sempre più strettamente i fili con l'universo creato dalle serie preesistenti: un episodio come Lete, sesta puntata di questa prima stagione che sta soddisfando appieno le aspettative, ne è l'esemplificazione più chiara. Prescindendo dalla veloce citazione dell'Enterprise da parte della protagonista Michael Burnham (Sonequa Martin-Green) a inizio puntata - una mera strizzata d'occhio ai fan della serie classica - è nel vivido ritratto del rapporto di quest'ultima con l'ambasciatore Sarek (James Frain) che una tra le tematiche più interessanti presentate dal franchise ritorna alla vita con un nuovo smalto.

Lo scontro tra la ferrea logica vulcaniana e l'istintuale emotività umana è stata al centro di Star Trek sin dagli esordi, attraverso la costruzione del personaggio di Spock (metà vulcianiano, metà umano), divenuto archetipo televisivo più volte ricalcato, all'interno dell'universo trekkiano così come al di fuori di esso. Discovery si assume la responsabilità di un'integrazione non da poco nella storia di Sarek, padre di Spock, e della moglie umana Amanda (Mia Kirshner), attribuendo loro una figlia adottiva che è, appunto, la protagonista di questa nuova serie. Per quanto la scelta di inserire un personaggio "spurio" in nucleo familiare così cardinale rischi di far storcere il naso a molti, essa risulta funzionale alla chiarificazione del background di Burnham, delineneandone un senso di inadeguatezza riconducibile a una menzogna a lungo celata da Sarek.

La decisione che viene imposta all'ambasciatore, determinato a dimostrare una parità tra umani e vulcaniani fortemente respinta dagli estremisti logici, richiama alla mente - sebbene con toni assai meno drammatici - la celeberrima Scelta di Sophie: come si può chiedere a un padre di indicare chi, tra i suoi due figli, possa ottenere un diritto che poi verrà inequivocabilmente negato all'altro? Il meccanismo narrativo è semplice, ma la sua efficacia resta immutata, anche grazie all'ottima interpretazione di Frain, che qui fuga ogni dubbio eventualmente sollevato sulla sua scelta come Sarek nel primo episodio della serie.

Star Trek Discovery

Ecco dunque il capovolgimento - prevedibile ma intenso - delle premesse iniziali: Sarek, agonizzante dopo un tentato omicidio da parte di un fondamentalista, è devastato dal ricordo del giorno in cui Michael fu respinta dal Gruppo di Spedizione Vulcaniano; la ragazza, in connessione mentale con il padre, fa risalire il dolore dell'ambasciatore alla delusione per la sua conformità agli standard richiesti per l'ammissione, mentre il nucleo dell'angoscia di Sarek è invece legato alla vergognosa bugia con cui ha assicurato a Spock l'ingresso nel Gruppo, a scapito di Michael (ingresso che il giovane declinerà, preferendo entrare nella Flotta Stellare e vanificando, di fatto, la tragica scelta del genitore).

L'episodio contribuisce anche a introdurre il nuovo arrivato Ash Tyler (Shazad Latif) nell'equipaggio della Discovery in qualità di ufficiale addetto alla sicurezza, e a gettare le basi per quello che, prevediamo, potrebbe essere un risvolto romantico del suo neonato rapporto con Michael. È per ora solo un pronostico, dato che le uniche note erotiche della puntata sono offerte dall'incontro tra Lorca (Jason Isaacs) e l'ammiraglio Cornwell (Jayne Brook). Inedita e accattivante è la dinamica tra i due personaggi, con Lorca che si riconferma la figura più ricca di sfumature ineffabili finora presentata in Star Trek: Discovery. Dal canto suo, Cornwell si distacca dalle figure di potere già viste nel franchise, facendosi portavoce degli ordini della Federazione ma conciliando la propria preoccupazione per le sorti della guerra a quella per la salute psichica del travagliato Lorca.

Sulle reali intenzioni del capitano aleggia ancora una fitta coltre di mistero; sebbene la sua reazione violenta, nel pieno della notte, sia perfettamente ascrivibile allo stress post-traumatico, sorgono legittimi dubbi sulla sua proposta di inviare l'ammiraglio Cornwell - al posto del convalescente Sarek - all'incontro diplomatico con i Klingon, rivelatosi ben presto una trappola. Si tratta, tuttavia, di dubbi non deleteri, che anzi accrescono la curiosità nei confronti di una storia che è ormai entrata nel vivo e che sta dimostrando di poter coniugare compiutamente il respiro orizzontale della sua trama e lo schema procedurale - qui inteso con maggiore elasticità - tipico delle altre serie dell'universo di Star Trek.

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