Star Trek: Discovery 1x06, "Lete": la recensione
Il nuovo episodio di Star Trek: Discovery fa chiarezza sul passato di Michael Burnham tra i vulcaniani e sul suo rapporto con l'ambasciatore Sarek
Lo scontro tra la ferrea logica vulcaniana e l'istintuale emotività umana è stata al centro di Star Trek sin dagli esordi, attraverso la costruzione del personaggio di Spock (metà vulcianiano, metà umano), divenuto archetipo televisivo più volte ricalcato, all'interno dell'universo trekkiano così come al di fuori di esso. Discovery si assume la responsabilità di un'integrazione non da poco nella storia di Sarek, padre di Spock, e della moglie umana Amanda (Mia Kirshner), attribuendo loro una figlia adottiva che è, appunto, la protagonista di questa nuova serie. Per quanto la scelta di inserire un personaggio "spurio" in nucleo familiare così cardinale rischi di far storcere il naso a molti, essa risulta funzionale alla chiarificazione del background di Burnham, delineneandone un senso di inadeguatezza riconducibile a una menzogna a lungo celata da Sarek.
Ecco dunque il capovolgimento - prevedibile ma intenso - delle premesse iniziali: Sarek, agonizzante dopo un tentato omicidio da parte di un fondamentalista, è devastato dal ricordo del giorno in cui Michael fu respinta dal Gruppo di Spedizione Vulcaniano; la ragazza, in connessione mentale con il padre, fa risalire il dolore dell'ambasciatore alla delusione per la sua conformità agli standard richiesti per l'ammissione, mentre il nucleo dell'angoscia di Sarek è invece legato alla vergognosa bugia con cui ha assicurato a Spock l'ingresso nel Gruppo, a scapito di Michael (ingresso che il giovane declinerà, preferendo entrare nella Flotta Stellare e vanificando, di fatto, la tragica scelta del genitore).
Sulle reali intenzioni del capitano aleggia ancora una fitta coltre di mistero; sebbene la sua reazione violenta, nel pieno della notte, sia perfettamente ascrivibile allo stress post-traumatico, sorgono legittimi dubbi sulla sua proposta di inviare l'ammiraglio Cornwell - al posto del convalescente Sarek - all'incontro diplomatico con i Klingon, rivelatosi ben presto una trappola. Si tratta, tuttavia, di dubbi non deleteri, che anzi accrescono la curiosità nei confronti di una storia che è ormai entrata nel vivo e che sta dimostrando di poter coniugare compiutamente il respiro orizzontale della sua trama e lo schema procedurale - qui inteso con maggiore elasticità - tipico delle altre serie dell'universo di Star Trek.