Star Trek: Discovery 1x05, "Scegli il tuo dolore": la recensione

Il quinto episodio di Star Trek: Discovery è, a oggi, il più riuscito della serie CBS; omaggia infatti la traduzione aprendosi tuttavia a nuovi orizzonti

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Spoiler Alert
Se l'intento centrale di Star Trek: Discovery è quello di omaggiare la tradizione del franchise ampliandone la prospettiva con tematiche e scenari inediti, Scegli il tuo dolore è forse l'episodio maggiormente esemplificativo di tale ambizioso proposito. È infatti una puntata formidabile quella che la serie CBS propone questa settimana al pubblico, in cui il ritmo dell'azione si concilia a meraviglia con un approfondimento credibile delle psicologie dei protagonisti e con l'introduzione di un nuovo personaggio che, intuiamo, assumerà un peso rilevante nei prossimi episodi. La cattura del capitano Lorca (Jason Isaacs) da parte di un'astronave klingon è il fecondo stratagemma drammaturgico che origina i punti d'interesse maggiore di Scegli il tuo dolore. Il primo è costituito dall'incontro del neo-prigioniero con i suoi due compagni di cella: uno di essi è nientemeno che Harry Mudd (Rainn Wilson), personaggio che i fan della serie classica ricorderanno con un sorriso, qui ammantato di un'inedita cupezza e voce, seppur nella propria meschinità, dei popoli costretti a subire il fuoco incrociato tra la Federazione e le armate avversarie.

Molti potrebbero obiettare che, vista la totale rivisitazione della figura di Mudd (originariamente interpretato da Roger C. Carmel in due episodi della serie classica, Il Filtro di VenereIo, Mudd), Star Trek: Discovery avrebbe potuto creare un personaggio ex novo, senza scomodare una figura che, finora, era stata caratterizzata da una simpatica truffaldineria; la nuova drammaticità conferitagli da Scegli il tuo dolore è tuttavia utile sia a radicare maggiormente la nuova serie nell'universo ideato da Gene Roddenberry, sia - come detto - ad ampliare i confini di quel medesimo cosmo, per arrivare là dove nessun uomo (e sceneggiatore) è mai giunto prima. Ecco quindi Mudd diventare il portavoce di un disagio inascoltato, quello di milioni di persone ridotte all'impotenza, falciate dai colpi di due fazioni contrapposte che hanno dimostrato, stando alle sue parole, di aver tenuto in ben poco conto la salvaguardia di chi, inerme, le vedeva svettare in cielo attendendo il proprio destino.

Star Trek Discovery

Il secondo motivo d'interesse della puntata risiede nell'altro personaggio in cui Lorca s'imbatte sul vascello klingon: si tratta del luogotenente Ash Tyler (interpretato dal britannico Shazad Latif, già visto nella terza stagione di Penny Dreadful e in Spooks). Il giovane è sopravvissuto alla battaglia delle Stelle Binarie, scatenata nel pilot dalla protagonista Michael Burnham (Sonequa Martin-Green); da sette mesi è prigioniero sulla nave, e la sua sopravvivenza è appesa al filo di una raggelante predilezione del capitano klingon nei suoi confronti. Dopo una detenzione che scopriamo quindi costellata di stupri ripetuti e violenza inflitta da Mudd per egoistica codardia (secondo un cinico sistema di tortura che dà il nome all'episodio), il ragazzo aiuta Lorca a fuggire su un incrociatore klingon e si unisce quindi all'equipaggio della Discovery; non dubitiamo che l'incontro con Burnham, nei prossimi episodi, possa dar luogo a dinamiche piuttosto interessanti.

Il focus sul personaggio di Lorca, forte della splendida interpretazione di Jason Isaacs, accresce esponenzialmente il carisma di una figura di cui andiamo intuendo, via via, sempre più sfaccettature: al ritratto di stratega guerrafondaio restituito dai primi episodi si va sostituendo una ben più interessante complessità, figlia di traumi messi ben in luce da Scegli il tuo dolore in un toccante confronto tra l'uomo e Mudd. L'esplosione della USS Buran, provocata da Lorca per evitare al proprio equipaggio l'umiliazione delle torture klingon, segna il labile confine tra onore e follia, sul cui filo questa figura crepuscolare si muove costantemente, sfuggendo alla scomoda gabbia del giudizio.

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La stessa raffinatezza di scrittura viene riservata anche a Saru (Doug Jones), ritrovatosi a dover occupare la sedia del capitano in assenza di Lorca e forzato a prendere decisioni critiche, che lo pongono ancora una volta in aperto conflitto con Burnham. Sebbene appaia inserito nella scia dei discendenti spirituali dell'iconica figura di Spock già incontrati nelle altre serie dell'universo Star Trek, Saru sta acquistando nel corso degli episodi una propria identità specifica e, a tratti, commovente; il suo ostinato legame con il ricordo del capitano Georgiou e l'ossessiva consultazione degli archivi, alla ricerca di una formula ideale per governare la nave temporaneamente affidatagli, divengono la spia di un'insicurezza che percepiamo straziante per il personaggio, tenuta a freno da un'intelligenza che lo spinge a riconoscere i propri errori con nobile severità. È proprio a seguito dell'ennesima autoanalisi che Saru autorizza Burnham e Tilly (Mary Wiseman) a salvare la vita del tardigrado, liberandosi così di una risorsa fondamentale per il motore a spore ma, di fatto, ridotta allo stremo delle forze.

Si conclude così il breve arco narrativo dedicato alla misteriosa bestia a bordo della Discovery: l'utilizzo del motore a spore mediante la connessione a un essere umano non ha lasciato conseguenze visibili in Stamets (Anthony Rapp), ma l'idilliaca scena finale - che lo vede nell'intima quotidianità condivisa col compagno, il medico di bordo Hugh Culber (Wilson Cruz) - viene adombrata dalla cupa presenza di un "doppio", rimasto davanti allo specchio del bagno per qualche secondo. Le ragioni di quest'anomalia saranno materiale narrativo da esplorare nei prossimi episodi e costituiranno, presumibilmente, la causa del mancato utilizzo del motore a spore nei titoli del franchise cronologicamente successivi a Star Trek: Discovery.

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