Vicina al giro di boa della prima stagione,
Star Trek: Discovery questa settimana sembra tornare sul sentiero procedurale consuetamente battuto dalle altre serie del medesimo franchise, seppur mantenendo un'indubbia originalità nella sua personale declinazione. In
Il coltello del macellaio non si cura del pianto dell'agnello - emblematico titolo fiume che promette più profondità di quanta non ne garantisca l'episodio - osserviamo la Discovery impegnata nel tentativo di salvataggio di una colonia mineraria attaccata dai Klingon. Il numero crescente di morti impone alla nave di utilizzare, per la prima volta in assoluto, il trasporto via spore teorizzato nelle prime tre puntate e alla base dell'incidente mortale occorso sulla USS Glenn.
Nel frattempo, sull'astronave che fu di T'Kuvma, il suo erede designato Voq prova a portare avanti il suo piano, ma viene ben presto tradito dal proprio equipaggio in favore del più carismatico - e fornito di provviste - Kol, che abbandona l'albino sul relitto della USS Shenzhou. Si tratta del secondo atto d'ammutinamento a cui assistiamo, dopo la solitaria ribellione della protagonista Michael Burnham nell'episodio pilota, causa scatenante della guerra in corso; è interessante notare come, tuttavia, Star Trek sottolinei la disparità dei due contesti sociali che sta andando a delineare: al rigore della Flotta Stellare si contrappone, in questo episodio, la logica della sopravvivenza che vige presso il popolo Klingon, avvezzo a perseguire sempre e comunque la legge del più forte come unico credo.
Parallelamente alla caduta in disgrazia di Voq, Michael sta invece recuperando rispettabilità agli occhi della ciurma della Discovery: riesce infatti a concludere con successo la missione di salvataggio, sfruttando la simbiosi tra le spore studiate nella nave e il misterioso animale rinvenuto a bordo della USS Glenn e responsabile, per istinto di difesa, del massacro del relativo equipaggio. Intuiamo, tuttavia, come lo sfruttamento di tale connessione per teletrasportarsi istantaneamente in luoghi reconditi della galassia comporti uno stress non indifferente per la bestia (soprannominata "lo Squartatore"), visibilmente straziata alla fine dell'episodio; e parecchie sofferenze, possiamo predirlo, attendono anche Burnham, il cui destino si va legando sempre di più a quello del capitano
Gabriel Lorca e di quella che ha ormai smesso i panni della nave d'esplorazione per indossare quelli del vascello da guerra.
Non mancano, in questo episodio, i richiami a personaggi ed eventi dell'universo di Star Trek: su tutti, farà piacere al pubblico sentir nominare Zefram Cochrane, inventore del motore a curvatura comparso, per la prima volta, nell'episodio Guarigione da forza cosmica della serie classica. Il luminare, in seguito rivisto anche nel film Star Trek: Primo Contatto e nell'episodio pilota di Star Trek: Enterprise, viene citato da Lorca per far leva sull'orgoglio dell'ufficiale scientifico Paul Stamets, intenzionato a lasciare la nave una volta scoperta la destinazione prettamente bellica delle sue missioni.
Per il resto,
Il coltello del macellaio non si cura del pianto dell'agnello è una puntata di passaggio che ben alterna la vita a bordo della Discovery col necessario aggiornamento sulla situazione tra le fila dei Klingon, senza perdere di vista l'evoluzione psicologica della protagonista, il cui ego percepiamo venir solleticato sin dalla prima occhiata alla sua uniforme nuova di zecca. È presto per dire di conoscere Michael Burnham, e non abbiamo ancora motivi a sufficienza per affezionarci; come già successo nei primi episodi, i suoi scambi con il primo ufficiale
Saru costituiscono il più interessante spunto d'indagine sul contrasto tra ciò che la nostra protagonista vorrebbe essere e ciò verso cui la spingono le peculiari circostanze in cui si è venuta a trovare. Questa settimana, però, il commovente lascito del capitano
Georgiou aggiunge un tassello importante all'universo sentimentale del personaggio di Burnham, regalandole la consolazione - per quanto effimera e fallace - di un'assoluzione post-mortem da parte del suo superiore.
Il divario tra bene individuale e bene collettivo è stato già più volte al centro delle storie ambientate nell'universo di Star Trek: la collocazione di questa tematica, come pure dell'intero schema procedurale, in una cornice inedita come quella di una guerra aperta con i Klingon conferisce a Discovery un appeal originale che, se coniugato a una sceneggiatura altrettanto fresca, costituirà un accattivante punto d'incontro tra trama orizzontale e verticale.