Star Trek Beyond: la recensione
La nostra recensione di Star Trek Beyond di Justin Lin
La stessa identica filosofia è stata adottata fin dall’inizio nel rilancio sul grande schermo del brand Star Trek. J.J. Abrams, che qui lascia il testimone a Justin Lin, ha più volte ribadito di aver realizzato la propria idea di film d'avventura inquadrandola nell’universo del Capitano Kirk. Il pubblico è ovviamente libero di rifiutare quest’approccio, ma chi ha dato fiducia ai due precedenti capitoli apprezzerà nel film di Lin la naturale evoluzione dello spirito abramsiano: prendere in carico un film con un marchio già avviato infarcendolo di tutto ciò che risponde al proprio immaginario. È come avere a disposizione una vettura d’epoca e modificarla con i pezzi delle nostre auto preferite: l’importante, alla fine, è sentirsi a proprio agio nel guidarla.
Sostituendo ai lens flare le inquadrature oblique, Lin si appropria del film con attenzione e cura sia per le ambientazioni che per i personaggi: alterna umorismo e pathos in maniera scientifica e nel ritmo vorticoso della vicenda inserisce lunghe sequenze di presentazione dei mondi che l’Enterprise raggiunge. È lo stile adottato da molti JRPG quando i protagonisti entrano in una nuova ambientazione: l’arrivo della nave in un luogo maestoso e scintillante ricorda un filmato introduttivo dei vecchi Final Fantasy, condito dalla potenza del 3D e amplificato da un paio di decenni di evoluzione della CGI.
Se Simon Pegg, qui anche in veste di co-sceneggiatore, si è ritagliato il suo ruolo classico, come attore ha scelto di essere meno sopra le righe: accantonando gran parte delle gag di Montgomery Scott, in una delle storyline interne il lato buffo dello script azzarda una divertente versione buddy di un duo che si ritrova malauguratamente a condividere viaggi e sfortune. Lin è abilissimo, e frulla tutto in una compilation citazionista che non risparmia richiami a Star Wars, Alien e persino ad Avatar, catapultando il pubblico nell’occhio di un ciclone che segue tuttavia una rotta ben precisa, opportunamente affiancata dalla misteriosità dell'ottimo villain di Idris Elba.
Oltre a garantire intrattenimento e spettacolo, Star Trek Beyond grida che questa saga può spingersi oltre e andare potenzialmente ovunque, finché avrà la fiducia del pubblico, per ribadire concetti semplici. E se la semplicità è l’ultimo stadio della complessità, l'equipaggio dell'Enterprise è pronto a ribadire la banalità del bene: la paura della morte ci tiene in vita, ma è meglio morire salvando vite che vivere portandone via.