Star Ocean: The Divine Force, tri-Ace riporta in vita il suo franchise di punta | Recensione

Star Ocean: The Divine Force può essere tutto o niente. Può riportare in vita il franchise o affossarlo una volta per tutte

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Per coloro che sono cresciuti negli anni Novanta a pane e JRPG, Star Ocean è stata una saga senza dubbio molto importante. Creata da tri-Ace, azienda che ha portato avanti il franchise sino ai giorni nostri, Star Ocean ha da sempre dimostrato di possedere dei combat system frenetici, ma allo stesso tempo tattici. Un risultato che ha poi contaminato diverse altre produzioni, rendendo i giochi di ruolo di stampo orientale quelli che sono oggi. Allo stesso tempo, però, tri-Ace si è dimostrata spesso una realtà a basso budget. Una realtà in grado di generare dei capolavori, ma scivolando impunemente in altre occasioni.

Una prova di questa incertezza è proprio l’ultimo capitolo di Star Ocean, uscito nel 2016 su PlayStation 3 e PlayStation 4 e incapace di conquistare il grande pubblico. Decisi a dare il tutto e per tutto con un nuovo titolo, gli sviluppatori si sono quindi concentrati su Star Ocean: The Divine Force, disponibile da pochi giorni su console Sony, Microsoft e, questa volta, anche su PC. Scoprite insieme a noi se i loro sforzi sono riusciti a riportare in vita il franchise, oppure se si tratta di un nuovo buco nell’acqua.

UN UNIVERSO TRA FANTASY E FANTASCIENZA

Partiamo con un’affermazione che speriamo possa tranquillizzarvi: la storia di Star Ocean: The Divine Force è davvero ben scritta e i suoi protagonisti ci hanno convinti quasi del tutto. Detto questo, la trama vede Raymond “Ray” Lawrence, capitano della nave spaziale Ydas, dover abbandonare la propria astronave in seguito a un attacco inatteso. Attacco che disgrega l’equipaggio, facendolo precipitare sul barbaro pianeta Aster IV. Qui Ray, pochi minuti dopo l’atterraggio di emergenza, incontra la principessa Laetitia Aucerius, che si offre di dargli una mano a rimettere in piedi la sua squadra in cambio di un aiuto reciproco.

Questo è solo l’inizio di una storia dalla lunghezza di circa 30 ore che ci permette di fare la conoscenza di numerosi personaggi, alcuni provenienti dal passato di Ray e altri da quello di Laetitia. Proprio la differenza tra il carismatico sopravvissuto e la regale principessa è la base del racconto, dato che prima di cominciare l’avventura ci verrà chiesto con quale eroe iniziare. Questo non solo ci permette di incontrare e di mettere in squadra combattenti differenti, ma regala anche una visione unica sugli avvenimenti. Si tratta di una scelta che sicuramente contribuisce alla rigiocabilità generale, ma che in qualche occasione crea delle incomprensioni. Si ha la percezione, talvolta, di aver perso qualche elemento di trama, ma vi possiamo garantire che la colpa non è vostra, ma della suddivisione del racconto tra le due campagne.

In ogni caso, The Divine Force mescola gli stereotipi narrativi degli shonen con un design più maturo, che permette all’opera di tri-Ace di allontanarsi da produzioni più orientali come la saga di Tales of. Questo è un elemento che contraddistingue questa nuova iterazione di Star Ocean e che, non lo nascondiamo, abbiamo particolarmente apprezzato per coraggio e per messa in scena.

Star Ocean: The Divine Force

UN COMBAT SYSTEM SEMPLICE SOLO ALL’APPARENZA

Da un punto di vista ludico, ci troviamo di fronte a un JRPG con numerosi elementi action. Il punto di forza della produzione, ancora una volta, sono i combattimenti, che presentano una meccanica solo all’apparenza semplice, ma davvero complessa da padroneggiare. È possibile assegnare diverse mosse ai tasti Quadrato, Triangolo e Cerchio (nel caso si utilizzi una macchina Sony), alcune da attivare alla semplice pressione del comando, altre nel caso si mantenga premuto il testo.

Ogni azione consuma AP e, per questo, il giocatore è portato a creare combinazioni di mosse sensate per evitare di rimanere a secco. Basteranno pochi secondi di inattività per recuperare questi punti, ma nelle fasi avanzate di gioco questo può fare la differenza tra la vita e la morte. Eroi che potranno essere inseriti in squadra sino a un massimo di quattro componenti, che potremo decidere di "interpretare" a comando premendo la croce direzionale.

A questo si aggiunge il D.U.M.A., un drone che vanta funzionalità molto interessanti sia in combattimento, che nell’esplorazione. Ogni personaggio può venir supportato da questo robot volante, ottenendo non solo la possibilità di difendersi con una barriera, ma anche di attaccare con uno scatto in avanti gli avversari. Questa seconda strategia può condurre al Blindside, ovvero un attacco potenziato che si attiva nel caso deviassimo all’ultimo istante dopo aver assaltato un nemico. Il risultato è non solo un danno maggiore, ma anche la possibilità di lasciare il bersaglio confuso, guadagnando ulteriore tempo prezioso. Si tratta di una meccanica davvero divertente, ma che talvolta si scontra con una telecamera imprecisa e con l’azione eccessivamente frenetica.

Star Ocean: The Divine Force

LA MERAVIGLIA DI UN MONDO DA ESPLORARE

Star Ocean: The Divine Force è un gioco appagante anche nell’esplorazione, data la velocità con la quale è possibile muoversi nelle varie aree. Aree che possono essere superate anche in aria, grazie a un importante scatto aereo reso possibile proprio dal succitato drone D.U.M.A.. Se muoversi nel mondo di gioco è davvero divertente, lo stesso non possiamo dire della gestione delle missioni secondarie, di stampo un po’ troppo classico. A supporto di questo troviamo anche dei menù davvero datati, che ci impediscono di accedere comodamente ai vari personaggi e alle numerose slide interne per le varie opzioni. Niente di disastroso, ma è evidente che ci sia ancora qualche elemento da limare prima di raggiungere la forma definitiva.

Come in ogni JRPG che si rispetti, sono ovviamente presenti numerose attività secondarie. Attività che vanno dal crafting, spesso abbastanza inutile, all’Es’owa, un divertente minigioco che ha saputo portarci via diverso tempo. Se amate perdervi in mondi fantastici ricchi di cose da fare, The Divine Force è pronto ad accogliervi a braccia aperte.

Star Ocean: The Divine Force

DESIGN VS TECNOLOGIA

Come già anticipato, il design maturo dei vari personaggi ci ha convinto appieno, a differenza della modellazione poligonale con la quale sono rappresentati. Ogni singolo combattente sembra una bambola di porcellana, con espressioni facciali mediocri e un movimento delle labbra che ci ha spesso trasportati al di fuori del racconto, costringendoci a ragionare sul comparto grafico. Un vero peccato, soprattutto perché alcuni scorci di gioco sono davvero impressionanti e dimostrano la bravura dei ragazzi di tri-Ace. Discorso simile anche per alcune animazioni, che ci hanno spesso fatto storcere il naso per la loro legnosità, soprattutto nelle cut-scene.

Ottima, come sempre, la colonna sonora di Motoi Sakuraba, autore sensazionale noto recentemente per i vari Tales of e Dark Souls. Peccato, però, che capiti che la musica si sposi poco con quanto accade a schermo, risultando incalzante quando in situazioni fuori contesto o troppo lenta quando dovrebbe invece premere il piede sull’acceleratore. Buono il doppiaggio in inglese, pur senza mai stupire davvero, e del tutto assente la lingua italiana, sottotitoli compresi. La grande mole di testo, di conseguenza, ci spinge a consigliare l’acquisto del titolo solo nel caso parliate discretamente la succitata lingua inglese. Questo soprattutto in seguito alla presenza di termini un po’ più complessi rispetto la media di questi giochi.

Star Ocean: The Divine Force è un titolo onesto. Promette di intrattenere il giocatore e riesce nella propria missione, pur senza mai stupirlo davvero. In apertura ci chiedevamo se fossimo di fronte al riscatto del franchise o alla sua morte. La verità, ancora una volta, sta nel mezzo. Tri-Ace ha dato vita a un’opera meritevole di attenzione, in grado di dimostrare a tutti quanto il brand possa ancora essere forte. Allo stesso tempo, però, ha evidenziato la necessità di maggiori fondi e di un supporto più attento per poter dar vita a un vero capolavoro. Se amate i JRPG e la lingua d’Albione non vi spaventa, The Divine Force potrebbe essere il titolo giusto per voi. Soprattutto se in un’opera di questo tipo amate combattere ed esplorare le vaste aree, piuttosto che passare la maggior parte del tempo nei menù.

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