Star Ocean: Integrity and Faithlessness, la recensione

Tri-Ace debutta su PlayStation 4 con il nuovo capitolo di una serie decennale: la recensione di Star Ocean: Integrity and Faithlessness

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Dopo un’intera generazione di console passata ad arrancare, Square Enix sembra ormai pronta a riconquistare il proprio ruolo di riferimento per quanto riguarda i giochi di ruolo giapponesi. Final Fantasy XV, in sviluppo da ben dieci anni e su cui si è scommesso il tutto e per tutto arriverà nel corso del prossimo settembre, ma il quindicesimo episodio della fantasia finale non è l’unica produzione tramite la quale la compagnia giapponese punta a ritornare ai suoi fasti: l'uscita di I am Setstuna è vicina ed è da poco disponibile in Europa Star Ocean: Integrity and Faithlessness, quinto episodio della saga sci-fi ideata da tri-Ace, che mancava dalle scene internazionali da ormai sette anni.

Uno degli elementi maggiormente caratterizzanti di Star Ocean è sempre stato l’intrigante comparto narrativo che inseriva all’interno di una forte base fantascientifica numerose componenti provenienti dal fantasy classico. Anche Star Ocean: Integrity and Faithlessness mantiene intatta questa tradizione rivelando ben presto al manipolo di eroi protagonisti dell’avventura che sì, non sono affatto soli nel vasto universo che li circonda. Quando però giunge il momento di fare effettivamente i conti con l’intreccio ideato da tri-Ace per l’occasione, ciò che emerge non risulta assolutamente all’altezza di quanto offerto dai suoi predecessori. Tutti i cliché più abusati dalle produzioni giapponesi e non sembrano essere stati inseriti in questo quinto episodio, con risultati tutt’altro che incoraggianti. Il cast è infatti dannatamente prevedibile in ogni sua singola reazione o decisione e nemmeno i vari colpi di scena che si incontreranno lungo tutta la narrazione riusciranno a levare dalla testa  la sgradevole sensazione di dejà vu e mancanza di personalità.

[caption id="attachment_158461" align="aligncenter" width="600"]Star Ocean: Integrity and Faithlessness screenshot Star Ocean: Integrity and Faithlessness - screenshot[/caption]

Una regia pressoché inesistente azzera il già carente phatos dei dialoghi. Anche il più importante degli eventi viene spesso trattato con sconcertante superficialità, non concedendo ad esso neppure uno straccio di scena d’intermezzo e relegando il tutto ad una manciata di dialoghi durante l’esplorazione. Per certi versi sembra essere tornati ai JRPG degli anni '90, con la rilevante differenza che PlayStation 4 non ha più i limiti tecnici imposti dagli hardware di quel periodo.

E' nella componente prettamente ludica che il gioco riesce a dare il meglio di sé. Si presenta come un classico JRPG nel quale il viaggio e l’esplorazione di dungeon sono le componenti preponderanti. Il mondo di gioco, pur non adottando una struttura open world come molti suoi concorrenti, è composto da macro aree interconnesse tra loro, che trasmettono una discreta sensazione di libertà. Il design dei dungeon, nonostante risulti estremamente classico nella struttura, evidenzia una certa cura nella sua realizzazione che ne rende la perlustrazione assai piacevole anche durante le sessioni più prolungate. Numerose sono poi le città nelle quali il gruppo di eroi potrà soggiornare, ognuna dotata di negozi, locande ma soprattutto personaggi non giocanti e bacheche da cui attivare quest secondarie di vario genere.

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Per quanto concerne gli scontri, il gioco propone un battle system puramente action nel quale tutti e sette i membri del party contribuiscono all’azione offensiva. Rischio caos? Fortunatamente no, in quanto la telecamera mobile e le ampie location consentono di avere ben chiaro ciò che accade a schermo anche nelle situazioni più concitate. Ogni personaggio ha la possibilità di muoversi a 360 gradi all’interno dell’area di gioco, eseguire diverse tipologie di attacco assegnate ai tasti X e cerchio, parare e schivare i colpi nemici tramite quadrato, usare oggetti curativi ed offensivi ed infine attivare la propria abilità speciale. Il livello di difficoltà scelto da tri-Ace è inoltre più che soddisfacente ed alterna a nemici semplici da abbattere altri decisamente più coriacei.

"E' nella componente prettamente ludica che il gioco riesce a dare il meglio di sé"

Il sistema di sviluppo e gestione dei personaggi di Star Ocean: Integrity and Faithlessness non è esente da difetti. Le abilità si apprendono grazie ad appositi Skill Book che non sempre risultano essere facilmente reperibili, precludendo così la possibilità di sviluppare in maniera semplice e completa il proprio party di eroi. Decisamente più interessante è invece il sistema dei “ruoli”, il quale consente di assegnare diverse tipologie di comportamento ai restanti sei personaggi comandati dalla CPU. Ogni ruolo può essere migliorato e fatto salire di livello così da ampliare la gamma di azioni che potranno essere eseguite in battaglia, garantendo in questo modo un notevole livello di personalizzazione della squadra. Decisamente poco riuscite le subquest, tutte troppo simili tra loro e con un apporto narrativo che è pressoché inesistente: dopo il completamento della prima manciata la noia sarà inevitabile.

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Ciò che tri-Ace è stata in grado di realizzare da punto di vista tecnico è lodevole. Star Ocean: Integrity and Faithlessness nasce come titolo cross generation, sviluppato quindi sia per PlayStation 3 che per PlayStation 4, ma l’attento uso della paletta cromatica ed una direzione artistica di buona qualità riescono a mascherare qualche difetto. L’hardware dell’ammiraglia Sony consente poi di godere di una pulizia dell’immagine notevole ma soprattutto di una fluidità dell’azione spesso ancorata ai 60 frame al secondo, caratteristica fondamentale quando si tratta di JRPG dal taglio action. La componente audio è generalmente nella media, con brani piacevoli e mai noiosi che però faticano a far breccia nel cuore del giocatore, mentre il doppiaggio in inglese è buono per quanto concerne i personaggi principali e decisamente più scadente nel resto dei casi.

Star Ocean: Integrity and Faithlessness non è affatto il JRPG che molti si aspettavano. La qualità generale della produzione tri-Ace, seppur sia generalmente discreta, non riesce affatto a raggiungere i buoni livelli dei precedenti episodi e questo a causa di numerosi difetti relativi a più comparti del gioco. L'impianto narrativo è privo di personalità, il cast poco caratterizzato e la regia pressoché assente, mentre sul versante del gameplay non convincono le subquest ed il sistema di crescita del party. Certo, la struttura esplorativa di base è piacevole, così come il battle system, ciò però non basta a rendere questo quinto episodio un titolo in grado di spiccare all'interno della produzione ruolistica giapponese.

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