Stanlio & Ollio, la recensione
Dolcissimo e tarato su un'umanità sommessa senza dimenticare di fare un discorso sul cinema, Stanlio & Ollio è una celebrazione della scrittura
Non a caso nella dolcezza con la quale Laurel e Hardy a tratti sembrano vivere come Stanlio e Ollio sta molta della grazia di questo film.
Ovviamente Stanlio & Ollio è anche una celebrazione dei due, anche qui fatta nella maniera più complicata. Invece che farci vedere clip d’epoca, il film dà a Reilly e Coogan il compito ingrato di rimetterle in scena, certo in una versione decadente ma comunque colma di dignità. I due centrano alla perfezione il risultato, dimostrando (e forse qui sta il vero obiettivo del film) che più che nell’interpretazione la potenza di quelle idee stava tutta nella scrittura.
Non è infatti difficile capire come il film parteggi per il genio di Stan Laurel, per la sua voglia di essere indipendente, per la dignità da cineasta, per la tigna di non arrendersi e l’inventiva naturale, quasi domestica, apparentemente senza sforzi.
E se nel mettere a segno le gag il ruolo di Reilly e Coogan è proprio quello di dimostrare come non sia l’interpretazione ma la scrittura a dargli grandezza, nel resto del film splendono come titani capaci di raccontare l’asperità al fine di mettere in luce l’immensa dolcezza di un sentimento. Laurel e Hardy viaggiano in due oppure in 4 con le mogli ma l’impressione è sempre che siano solo loro due la vera coppia, che non ci sia nulla che possa dividerli, anche il più duro dei tradimenti.