Sputa tre volte, la recensione

Abbiamo recensito per voi Sputa tre volte, graphic novel di Davide Reviati pubblicata da Coconino Press

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Da Giovanni Verga a Niccolò Ammaniti, passando per Cesare Pavese e Pier Paolo Pasolini, nella vasta tradizione narrativa italiana, la periferia viene sovente dipinta come uno spazio vivo e pulsante in cui far convivere aspetti spesso contrastanti ma caratterizzanti di un luogo ben preciso. Uno degli elementi più controversi dello sviluppo selvaggio dell’urbanistica del Novecento è dunque diventato un’inesauribile fonte di ispirazione per autori di ogni genere.

A sei anni da Morti di sonno, Davide Reviati torna sul "luogo del delitto" conducendoci in un viaggio nello spazio e nel tempo della periferia rurale. Seguiamo le mirabolanti peripezie di Guido, Moreno - detto Grisù Annalita e tutto il vasto gruppo di personaggi alle prese con i piccoli grandi drammi che accompagnano i singoli episodi di Sputa tre volte. Attraverso gli occhi dei protagonisti, le vicende che hanno segnato i loro anni adolescenziali rivivono in queste quasi seicento pagine dense di emozioni vere, genuine e intense.

Ci troviamo di fronte a una graphic novel suddivisa in capitoli assemblati senza una sequenza temporale precisa. Reviati segue un flusso di coscienza che, ruotando attorno ai protagonisti, prende la forma di quelle vecchie scatole piene di istantanee di un tempo che fu e che mai tornerà: un vaso di Pandora dal quale emergono episodi densi di una vita di frontiera, in bilico tra paura e morte.

Come già successo con il fumetto precedente, l'autore mantiene un approccio conoscitivo della periferia con cui individuare gli stereotipi antropologici e comportamentali di un contesto così socialmente caratterizzante. Le scorribande in pianura o tra i banchi dell’Istituto Tecnico si intrecciano con la presenza della famiglia di nomadi slavi, gli Stancic, stanziata da una generazione nella città. Nella sua parte centrale il libro accoglie un’importante digressione sull’integrazione, che rappresenta il tema più forte dell’intera graphic novel. Le tante memorie raccolte, infatti, possono essere lette anche senza seguire un preciso ordine, mentre la sezione dedicata alla persecuzione delle popolazioni nomadi durante il ‘900 ha un piglio storico molto accurato da graphic journalism.

In appendice troviamo Storia di Pupusza, le origini della zingara galiziana che compose poesie e canzoni che deve la sua fama alla scoperta di Jerzy Ficowski. Si tratta di un episodio slegato dallo sviluppo centrale che aumenta la sensazione di avere a che fare con due racconti differenti. Sotto l’aspetto artistico, invece, realtà, immaginazione e superstizione vengono filtrate dalla sensibilità tipica dei fanciulli e tradotte in illustrazioni da Reviati attraverso il suo tratto morbido, evocativo e in grado di sublimare quest’enorme calderone di personaggi ed emozioni.

Sputa tre volte ha una struttura narrativa frammentata, in cui due anime coesistono in maniera apparentemente forzata, ma accomunante dalla compostezza e profondità dello stile di scrittura di Reviati. Un esperimento narrativo ambizioso che studia le diversità grazie all’accostamento di diversi popoli ed esperienze.

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