Sputa tre volte, la recensione
Abbiamo recensito per voi Sputa tre volte, graphic novel di Davide Reviati pubblicata da Coconino Press
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
A sei anni da Morti di sonno, Davide Reviati torna sul "luogo del delitto" conducendoci in un viaggio nello spazio e nel tempo della periferia rurale. Seguiamo le mirabolanti peripezie di Guido, Moreno - detto Grisù - Annalita e tutto il vasto gruppo di personaggi alle prese con i piccoli grandi drammi che accompagnano i singoli episodi di Sputa tre volte. Attraverso gli occhi dei protagonisti, le vicende che hanno segnato i loro anni adolescenziali rivivono in queste quasi seicento pagine dense di emozioni vere, genuine e intense.
Come già successo con il fumetto precedente, l'autore mantiene un approccio conoscitivo della periferia con cui individuare gli stereotipi antropologici e comportamentali di un contesto così socialmente caratterizzante. Le scorribande in pianura o tra i banchi dell’Istituto Tecnico si intrecciano con la presenza della famiglia di nomadi slavi, gli Stancic, stanziata da una generazione nella città. Nella sua parte centrale il libro accoglie un’importante digressione sull’integrazione, che rappresenta il tema più forte dell’intera graphic novel. Le tante memorie raccolte, infatti, possono essere lette anche senza seguire un preciso ordine, mentre la sezione dedicata alla persecuzione delle popolazioni nomadi durante il ‘900 ha un piglio storico molto accurato da graphic journalism.
Sputa tre volte ha una struttura narrativa frammentata, in cui due anime coesistono in maniera apparentemente forzata, ma accomunante dalla compostezza e profondità dello stile di scrittura di Reviati. Un esperimento narrativo ambizioso che studia le diversità grazie all’accostamento di diversi popoli ed esperienze.