Splice - La recensione

Una coppia di scienziati crea un ibrido uomo-animale, ma le conseguenze saranno disastrose. Pellicola horror con una tensione interessante all'inizio, ma con un finale insoddisfacente...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

Titolo Splice
RegiaVincenzo Natali
Cast
Adrien Brody, Sarah Polley, Delphine Chanéac, Brandon McGibbon, Simona Maicanescu, David Hewlettuscita13-08-2010
 

L'inizio è decisamente intrigante. Partono infatti dei titoli di testa che non possono che ricordare il maestro Kyle Cooper (il genio erede di Saul Bass, scoperto grazie a Seven) e si ha subito l'impressione di entrare in una storia inquietante. Va bene anche con la presentazione dei protagonisti, due scienziati in bilico tra voglia di migliorare il mondo e ambizione personale sfrenata.

In tutto questo, una sequenza di imprinting (no, non è Twilight, ma c'è anche qui) molto particolare, rovinata soltanto da effetti speciali non all'altezza. Insomma, si potrebbe pensare a un bel giro vorticoso sulle montagne russe con questa storia. Eppure, il film sembra non decollare mai, tanto che arriviamo all'horror vero e proprio solo a 15 minuti dalla fine, con tante occasioni sprecate per fare un film cronenberghiano che non si concretizzano.

In tutto questo, se qualcuno mi dicesse che la pellicola è sovvenzionata da qualche organizzazione religiosa, non stenterei a crederlo. Mostrare infatti due scienziati che, nel corso del film, fanno cose talmente assurde, autolesionistiche e pericolose (in un'unica parola, folli) porterebbe chiunque a odiare la ricerca moderna, considerando i risultati. Insomma, in confronto il buon dottor Frankenstein era una persona attenta e premurosa, mentre loro non fanno attenzione neanche ai pericoli più evidenti. E oltre ad avere questo atteggiamento, i due protagonisti si segnalano per come sembrano cambiare idea ogni due minuti, predisponendosi verso la 'creatura' in maniera sempre diversa e incoerente, tanto che a un certo punto ti viene da pensare che ritengano di essere una famiglia normale e che se non fosse per quella coda, la loro 'bambina' potrebbe giocare con i suoi coetanei.

Tuttavia, c'è da notare una notevole differenza nei due attori di testa. Adrien Brody conferma, dopo una pellicola come Giallo, di non stare vivendo un grande momento di forma. Diciamo che se nel corso del film in generale non brilla, nelle scene di sesso risulta incredibilmente ridicolo. Discorso ben diverso per Sarah Polley, che dopo averci deliziato dietro alla macchina da presa con Away From Her, riesce a dare spessore e credibilità a un personaggio schizofrenico che in altre mani sarebbe risultato disastroso. Certo, di fronte ad alcune battute e situazioni discutibili non può fare miracoli, ma è comunque bravissima a rendere veritiero questo personaggio.

Tutto questo però non basta per impedire al film di arrivare, nell'ultima mezz'ora, a situazioni talmente assurde da risultare involontariamente divertenti. Il che, peraltro, non è detto che sia un difetto assoluto, visto che lo spasso è assicurato, anche le intenzioni probabilmente erano diverse. Insomma, se vi ricordate la mia recensione di Legion, siamo da quelle parti (anche se non per tutto il film come in quel caso). Sicuramente, un regista come Natali dimostra di essere molto bravo tecnicamente, peccato che decida anche di scriversi le sceneggiature. Si togliesse questo vizio, penso sarebbe meglio per tutti...

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