Splatoon 2, il ritorno dello sparatutto cromatico - Recensione
Pronti per tornare a splattare? Ecco la recensione di Splatoon 2
Ecco, in attesa di quel futuro nel quale Splatoon sarà una saga decennale, c'è un presente da gustarsi, un presente che associa ad una console che sta andando fortissimo, Nintendo Switch, il nuovo capitolo di una serie capace di andare fortissimo su una console che fortissimo non è mai riuscita ad andare: ci sono fortissime probabilità che il matrimonio possa essere esplosivo, anche perché, iniziamo ad affondare le mani in quel barilone di vernice multicolore, gli ingredienti sono praticamente gli stessi, ma tutto sembra essere più grande, più bello, più ludicamente misurato, perché il passaggio di soli due anni dall'uscita del predecessore non poteva lasciar prevedere stravolgimenti nella formula di gioco (e non ci sono stati, infatti), ma è stato comunque sfruttato dal team di sviluppo per ritoccare qua a là alcuni elementi, per dare solidità ad una produzione che, a differenza del primo capitolo, è capace di fornire un'adeguata offerta ludica fin da subito, senza dover aspettare i futuri aggiornamenti gratuiti (che comunque arriveranno).
Splatoon 2 quindi si rinforzerà nel corso del tempo, per circa un anno, come il predecessore, con nuovi contenuti, saranno questi armi, pezzi di equipaggiamento, mappe, e per ancora più tempo coinvolgerà il giocatore, come il predecessore, in bizzarri festival da godersi splattando in compagnia, ma già nel momento del primo avvio sarà densa materia ludica, nella quale tuffarsi come un calamaro. La struttura è sempre la stessa, quella divisa tra una campagna in singolo godibile, ma che non è la summa dell'esperienza di gioco, ed un multiplayer che invece è il suo focus, luogo dedito allo splattaggio più indiscriminato, attraverso modalità note, su tutte la Mischia Mollusca, nella quale due team da quattro spruzzano, splattano, corrono, saltano per la supremazia cromatica, con il fine ultimo dell'imbrattamento color neon, ma anche quelle più particolari, Zona splat, Torre mobile e Bazookarp, che tornano praticamente immutate, buone per variare le opzioni di gioco (ma solo dopo che si sarà raggiunto il livello 10 per il proprio personaggio).
"Se il vero divertimento sta nello sporcare di vernice il mondo e nel far esplodere in una pozza di colori accesi il proprio nemico avere nuovi strumenti per farlo è quanto più esalta"[caption id="attachment_175515" align="aligncenter" width="600"] I picchi di maggior divertimento della modalità singolo giocatore vanno ricercate negli scontri con i boss[/caption]
Splatoon 2 è quindi nella sua prima forma più convincente di quanto fosse il suo predecessore all'uscita, si migliora persino nella campagna, che ancora consta di livelli brevi ma apprezzabili nel level design ed in alcune trovate, e che ancora ha i suoi picchi più elevati negli scontri con i boss, ma è nell'affinamento dell'esperienza multigiocatore che trova la sua ragion d'essere e visto quanto fatto da Nintendo col primo capitolo, rimpolpato costantemente di contenuti, ci sentiamo anche di ammorbidire il giudizio sulla quantità di mappe e modalità, sulla fiducia (ammorbidire, badate, non annullare: comunque si sarebbe potuto fare di più). Se andiamo a completare il verdetto sull'opera nella sua totalità con l'inevitabile apprezzamento verso una direzione artistica che è stata capace di creare un mondo nuovo, nella sua incarnazione su Nintendo Switch più dettagliato, più colorato, più vibrante, nel quale risuonano costantemente brani strani ma orecchiabili, dalle diverse ispirazioni, ecco come il gioco non solo diverta, ma splenda nelle mani del giocatore, che benedice, come in Mario Kart 8 Deluxe, la possibilità di portarlo con sé e di coinvolgere i propri amici. Splatoon 2 è buonumore fluido, colorato, inarrestabile, contagioso, è il piacere di imbrattarsi senza dover temere le ramanzine di nessuno.