Spirit: The Corpse-Makers, la recensione
Abbiamo recensito per voi Spirit: The Corpse-Makers, opera di Francesco Francavilla
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Non avremmo voluto essere nei panni di Francesco Francavilla, quando ha ricevuto la telefonata da Dynamite Entertainment in cui gli veniva affidato l'arduo compito: lavorare su Spirit, l’investigatore partorito dalla mente di Eisner nel 1940. Dopo un primo rilancio negli anni Novanta targato Kitchen Sink Press – che ha coinvolto gente del calibro di Alan Moore e Neil Gaiman – e un secondo agli inizi del Terzo Millennio patrocinato dalla DC Comics e firmato da Cooke, Dynamite ha acquisito i diritti del personaggio e varato diversi progetti legati all’alter ego di Danny Colt: la miniserie di Francavilla, infatti, segue Who Killed The Spirit?, di Matt Wagner e Dan Schkade. Nasce così The Corpse-Makers, opera in cinque capitoli uscita originariamente a fin 2016 e portata in Italia questa primavera da Editoriale Cosmo.
A dispetto del percorso intrapreso da Cooke, Francavilla - così come Wagner prima di lui - preferisce ambientare il suo lavoro negli anni Quaranta, riportando il personaggio nel suo contesto originale. Partendo da una solida matrice noir, l’autore nostrano appare eccessivamente reverenziale nei confronti della creatura di Eisner: la sceneggiatura rifugge ogni tipo di approfondimento, sfruttando la costruzione dei personaggi ormai cristallizzata nell’immaginario collettivo.
Se i testi presentano delle mancanze, il volume può vantare una componente artistica decisamente all’altezza. Complice uno storytelling fortemente cinematografico, la lettura scorre nonostante la densità delle informazioni e degli eventi. Il tratto asciutto di Francavilla ci regala intense sequenze adrenaliniche, alternate a primi piani in grado di conferire emotività a dialoghi non così efficaci. La Central City tratteggiata da Francavilla è ricoperta da una pioggia costante che accompagna ogni sequenza del fumetto: una scelta molto suggestiva resa ancora più forte dai contrasti cromatici e da una costruzione della tavola libera e cangiante.
In chiusura non possiamo non sottolineare la buona qualità della carta di questo volume, mentre risulta meno convincente quella utilizzata per la copertina. La totale assenza di editoriali che introducano il personaggio e la sua storia, inoltre, è una pecca non da poco per chi, come Editoriale Cosmo, da sempre è attento a valorizzare i grandi autori del Fumetto.