Spinning Out (prima stagione): la recensione

Personaggi e situazioni da manuale, Spinning Out è un teen drama a sfondo sportivo che non lascia scampo

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Spinning Out (prima stagione): la recensione

Se esistesse un elenco di punti da rispettare per un teen drama a sfondo sportivo, Spinning Out prenderebbe punteggio pieno. Anzi, praticamente è questa serie Netflix a candidarsi come artefice di quell'elenco che non sapevamo di voler avere. Si tratta di uno show implacabile e inarrestabile nel proporre un campionario di situazioni e personaggi da manuale, un melodramma familiare che non lascia scampo perché non lascia nulla nel cassetto. Arrivati ad un certo punto, non rimarrà altro da fare se non arrendersi all'intreccio, ai triangoli sentimentali, alle tragedie segrete che perfino il più secondario dei personaggi porta con sé.

La protagonista della storia è Kat Baker (Kaya Scodelario), promessa del pattinaggio artistico traumatizzata da un incidente in pista dal quale non si è mai ripresa emotivamente. Prova a ripartire, a rialzarsi, e forse questa è l'ultima occasione che le è rimasta. Viene notata da un'allenatrice russa tutta d'un pezzo, trova la chance che cercava formando una coppia con il coetaneo Justin. Lui, cattivo ragazzo (ma nemmeno tanto) di buonissima famiglia, corteggia la morte e ripensa alla madre che non c'è più.

Intanto, a casa, Kat deve trovare un difficile equilibrio con la madre Carol (January Jones) affetta da bipolarismo, malattia di cui forse soffre la stessa Kat. E c'è Serena (Willow Shields), anche lei pattinatrice, con il suo rapporto di amore e odio per la sorella Kat (va da sé che ovviamente anche Carol praticava questa attività). Questa comunque è solo la punta dell'iceberg di un intreccio che più avanza e più somiglia ad una valanga emotiva che procede per accumulazione. In ogni direzione e senza freni. Emancipandosi da subito dal puro dramma sportivo per andare a raccontare storie di faticosa riabilitazione, genitori scomparsi, abusi, e tanto altro.

Spinning Out, creato da Samantha Stratton, non brilla per sottigliezza. Non c'è nulla di stratificato o suggerito in questa sorta di versione teen drama di I, Tonya, ben lontana dagli innocenti sogni di gloria di pellicole come Ice Princess. Eppure, considerato il tipo di proposta, anche narrativa e di lungo periodo, della serie, si tratta probabilmente della scelta migliore. Lo show sgomita per scendere in una pista già abbastanza affollata di suo, e nel momento in cui arriva non trattiene nulla e dà tutto se stesso. Così facendo, trova da subito un suo senso, fatto di situazioni familiari e di una scrittura semplice, basilare, ma anche gratificante.

I personaggi, a partire da Kat, sono autodistruttivi, spesso egoisti e immaturi, commettono ogni sorta di errore. Potranno risultarci abbastanza antipatici, ma la scrittura è sempre lì, a sorreggerli dopo ogni caduta, a rimetterli in piedi per lanciarli ancora nell'intreccio, che sia per farsi perdonare o per peggiorare la loro situazione. E inevitabilmente anche noi saremo lì, magari senza crederci troppo, ma appassionandoci. Alla fine Spinning Out è una visione facile e soddisfacente, ma sa benissimo quel che vuole essere e riesce a raggiungere il risultato.

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