Spiderwick - Le cronache


Dei ragazzini scoprono un libro magico che li farà entrare a contatto con un mondo incredibile. Cast interessante, ma fantasy mediocre, peraltro fuori tempo massimo...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloSpiderwick - Le cronacheRegiaMark Waters
Cast

Freddie Highmore, David Straithairn, Mary-Louise Parker, Nick Nolte, Joan Plowright

Uscita21 marzo 2008

Non so voi, ma io, sempre più spesso quando guardo un film, ho una fortissima sensazione di déjà vu, come se la pellicola in questione l'avessi già vista altre cento volte. Talvolta, sono le regole narrative ad esigere alcune costruzioni della storia simili tra loro. Ma più spesso, è la poca originalità dei realizzatori a provocare questo fenomeno.

Spiderwick - Le cronache è un esempio perfetto di questo discorso. Protagonista, un ragazzino con i soliti problemi familiari e che si ritrova coinvolto in vicende magiche e sovrannaturali, in cui non mancano troll, fate ed orchi. Se la vicenda è decisamente fritta e rifritta, non si può certo dire che dietro la macchina da presa ci sia un visionario all'altezza. Mark Waters, in effetti, rimarrà nella storia per il dubbio onore di aver lanciato Lindsay Lohan (anche se Mean Girls era molto carino), ma non è proprio la persona giusta per un lavoro del genere. D'altra parte, vedendo pellicole come Eragon o La bussola d'oro, si capisce che di Peter Jackson non se ne trovano molti in giro.

Per il resto, verrebbe da dire che la pellicola è rivolta decisamente ad un target molto basso, ma in realtà è difficile capire se questo pubblico esiste veramente, perché ormai, una volta che entrano alle elementari, è più probabile per i bambini vedere South Park che un prodotto del genere. Ma non era proprio possibile inserire delle musiche meno stucchevoli (opera di James Horner, che probabilmente ha avuto indicazioni precise in merito)? E magari rendere un tantino (poco poco) più paurose le scene che dovrebbero (almeno nelle intenzioni) incutere timore?

L'impressione generale è che si sia sprecato un bel gruppo di artisti. Era il caso di prendere (e pagare profumatamente) Michael Kahn (il tre volte premio Oscar montatore di Spielberg) e Caleb Deschanel (La passione di Cristo) per svolgere un lavoro così anonimo? Ma anche il cast è veramente stato buttato nella spazzatura. Quando si ha David Straithairn (uno dei migliori attori americani contemporanei), bisognerebbe non chiedergli soltanto di fare delle faccette buffe. Ma anche da Freddie Highmore, Mary-Louise Parker, Nick Nolte e Joan Plowright ci si aspetta molto di più.
Insomma, che altro dire di un film che, come elemento di forza, ha i titoli di coda?

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