Spider-Man: Un Nuovo Universo, la recensione
La forza di Spider-man: Un Nuovo Universo non è tanto di essere un ottimo film ma di raccontare al pubblico il nuovo equilibrio del cinema
Con uno stile che non sia il live action ma l’animazione, con un protagonista che non è quello che ci aspettiamo da una storia classica dell’Uomo Ragno, ma un adolescente afroamericano e ispanico, e con il dato più assurdo per un film di fumetti, cioè una pluralità di supereroi con stessi poteri e caratteristiche, Spider-Man: Un Nuovo Universo ribalta l’idea dell’unicità dell’eroe per adattarla al cinema. Il concetto che può esistere un solo Captain America, un solo Superman, un solo Hulk o un solo Batman in un dato momento è il primo a cadere. Anche nei fumetti ci sono state più identità per un solo eroe, come anche più storie di universi paralleli, ma al cinema è più frequente e dettato dall’invecchiamento degli attori come dai cambi di produzione e dalla necessità (in certi casi) di continui reboot. Questo è vero specialmente nel caso dell’Uomo Ragno, personaggio che ha avuto in meno di 20 anni 3 interpreti diversi. Ora Spider-man: Un Nuovo Universo è la grande legittimazione della sparizione del concetto di unicità, il film che spiega al pubblico, tramite una storia, la diversità tra eroi al cinema e eroi sulla carta. Ed è grandioso.
È la storia di diverse persone con poteri da Uomo Ragno che arrivano da dimensioni parallele a quella di un ragazzo che ha sostituito Peter Parker avendo i suoi medesimi poteri (più qualcosa di aggiuntivo), perfetta rappresentazione di come la Marvel lavori a diverse versioni dei suoi eroi in universi che di regola non si parlano, e di come tutte queste versioni dei personaggi vadano bene. Accartocciata qualsiasi forma di purezza o di debito verso la storia e lo stile dei personaggi sulla carta, il mondo di Spider-man: Un Nuovo Universo rompe con ogni tradizione e afferma che l’Uomo Ragno può essere chiunque, qualsiasi potere abbia, qualsiasi costume o background abbia: quello che conta l’atteggiamento e l’accettazione della responsabilità. Conta il brand, l’ufficialità della produzione e il marchio, è la più grande rivendicazione di potere produttivo possibile fatta tramite una storia che in realtà afferma la grande personalità di chi l’ha realizzata.