Spider-Man: La storia della mia vita, la recensione
Una riscrittura radicale ma coerente dell'Universo Marvel che ci regala uno dei racconto di Spider-Man più accorati e riusciti di sempre
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Uno dei principali limiti dei fumetti di super eroi è la temporalità: mentre i lettori invecchiano, i protagonisti delle storie rimangono sempre uguali a loro stessi. In Spider-Man: La storia della mia vita, Chip Zdarsky si è cimentato con un lavoro ambizioso che per una volta vuole fare a meno di questa “mancanza”: il tempo comincia a scorrere per i personaggi della storia, e la creazione di Stan Lee e Steve Ditko viene sviscerata in sei capitoli, ognuno dedicato a un decennio della sua vita editoriale.
Nella sua interezza, l’opera di Zdarsky e Bagley si presenta come un affresco che scandisce la timeline dell’Universo Marvel con accadimenti reali, come la Guerra del Vietnam, la Guerra Fredda e l’attacco alle Torri Gemelle. La storia con la "S" maiuscola offre a Zdarsky l’impalcatura su cui strutturare i vari capitoli: la continuity viene rimodellata seguendo direttrici alternative (sul medesimo modello di Terra X, di Jim Krueger e Alex Ross), ma restando in qualche modo fedele a se stessa. Basti pensare a come, pur modificando in maniera sostanziale gli accadimenti, vengano brillantemente legati tra loro i grandi eventi della Casa delle Idee (che siano le prime Guerre Segrete o l’Atto di Registrazione dei super eroi) e gli specifici episodi della storia dell’Arrampicamuri: dalla prima Saga del clone, a L’Ultima caccia di Kraven, fino al recente esordio di Miles Morales.
"Una storia che riduce ulteriormente la distanza tra finzione e realtà e parla al cuore di ognuno di noi."Al centro di questo vortice di emozioni, il caro, vecchio Peter, con i suoi dubbi, il suo perenne senso di colpa per la morte di zio Ben e il peso schiacciante della responsabilità scaturite dal lutto. La storia della mia vita si focalizza parecchio sulle riflessioni personali e sul dolore, piuttosto che su battute e leggerezza, e in tal senso impressiona il processo di maturazione portato avanti nei vari capitoli, che giunge all’apice nell’ultima, intensa pagina.
Bagley ci regala una prova curata e suggestiva come poche: il suo tratto, così legato alla mitologia ragnesca, non poteva che arricchire questa esperienza di lettura, accompagnandoci ancora una volta - ma in maniera differente - attraverso i momenti topici della vita di Peter Parker e degli storici comprimari. Ogni aspetto dell'eccellente storia di Zdarsky viene valorizzato dallo stile inconfondibile del fumettista americano, sottolineando i diversi passaggi temporali con variazioni grafiche applicate tanto ai personaggi quanto al contesto in cui si muovono.
Non limitandosi a giocare con la nostalgia, La storia della mia vita si eleva a omaggio del mito di Spider-Man, una riscrittura che coglie l’essenza della lezione di Lee e Ditko per svilupparla in un contesto temporale più vicino al nostro. L'ennesima conferma del vero potere di Peter Parker: la capacità di incarnare più ogni altro super eroe la fragilità e la determinazione che albergano in ognuno di noi.
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