Spider-Man 2

Visto che ce l'hanno cani e porci, anch'io ho deciso di aprire il mio blog personale, dove parlare dei film che vedo e in generale delle mie idee sul mondo del cinema. Iniziamo con un film molto atteso, Spider-Man 2

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Per iniziare questo blog, la cosa migliore da fare è mettere le carte in tavola.
Cosa è che ti fa amare o detestare un film? La domanda, ovviamente, non può che essere soggettiva. C'è chi è più interessato al lavoro del regista, chi stravede per un attore o chi si accontenta di vedere qualche effetto speciale venuto bene.

Se queste cose sono assolutamente normali per uno spettatore comune, sono convinto che un addetto ai lavori debba avere un atteggiamento diverso. Non si tratta di snobismo, ma di un differente punto di vista. Per chi studia il lavoro che viene fatto in una pellicola e ne analizza ogni piccolo dettaglio, non può bastare accontentarsi del solito prodotto stracotto. Un mio amico sceneggiatore mi diceva che, nonostante avesse apprezzato molto il film, non era riuscito a godersi pienamente "Il sesto senso" perché aveva capito fin dall'inizio quale sarebbe stato il finale.

Ecco, questo vorrebbe essere il mio standard (comunque no, io non l'avevo capito cosa era successo a Bruce Willis). Trovare film che riescano a sorprenderti, per una scelta registica anomala, per un'idea originale di sceneggiatura o per un'interpretazione fuori dagli schemi.
Ora, è abbastanza ovvio che queste attese non vengano quasi mai soddisfatte (o meglio, non con prodotti recenti), in particolare quando si parla di cinema americano.
Si potrebbe discutere per delle ore sulle motivazioni che portano a questo, ma direi che non è il caso.

Mi interessa invece affrontare l'aspetto riguardante il pubblico. E' evidente che gli spettatori si stiano sempre più spostando verso il cinema blockbuster, per ragioni magari diverse. Per quanto riguarda la provincia, è normale che anche per il cinefilo più accanito ci sia poca possibilità di scelta. Ma questo non spiegherebbe le motivazioni che portano a vedere solo cinema americano in città come Roma o Milano.

Perché questo è quello che piace? Francamente, non mi sembra che sia così. Sentendo i pareri di amici, conoscenti, spettatori comuni che escono dalla sala o anche colleghi (che poi magari quando si esprimono in maniera ufficiale diventano sempre più accondiscendenti che in privato), mi pare di notare che ci sia molta delusione nei confronti di questi prodotti.
E allora perché continuare a vederli? Beh, per quanto possa sembrare stupida, una mia teoria ce l'ho. Per molti andare al cinema significa uscire con una comitiva. Quindi dover decidere insieme ad un gruppo di persone con idee e gusti più o meno differenti
Si potrebbe pensare che un certo tipo di cinema possa soddisfare mediamente tutti i palati. Ma francamente, credo che sia più una questione di conformismo. Nessuno vi darà la colpa per aver consigliato un film di cassetta a stelle e strisce, perché magari tutti avevano la curiosità di vederlo.
Ma provate a proporre una pellicola del terzo mondo e vedere la reazione. Se anche riuscirete (con sforzi infiniti) a convincere le persone ad andare a vederlo, rischierete il linciaggio in caso di delusione (che magari può essere semplicemente mancanza di volontà nel confrontarsi con qualcosa di diverso). E state sicuri che la vostra opinione conterà come il due di picche quando si tratterà di scegliere il prossimo titolo...

Arriva quindi a proposito Spider-Man 2. Film che per molti versi mi ha sorpreso (più in positivo che in negativo). E che è un notevolissimo passo in avanti rispetto al primo capitolo (che avevo detestato), senza però essere quel capolavoro di cui si parlava nei media a stelle e strisce.

Fin dall'inizio, la pellicola sembra voler giocare con il suo predecessore e con i temi affrontati due anni fa. La creazione del villain (in questo caso il dottor Octopus, con motivazioni molto simili a quelle di Norman Osbourne), il rapporto di Spidey con la sua città (che anche questa volta è pronta a difenderlo), il rischio che devono affrontare le persone che stanno vicino a Peter.
Ma anche la necessità di rimanere onesti e fedeli alle proprie responsabilità , anche quando queste non ti permettono di vivere una vita soddisfacente.

Non è purtroppo la sceneggiatura a rappresentare il punto di forza di Spider-Man 2. La storia, nel voler rappresentare la parabola del povero e sfortunato Peter Parker, è fin troppo scontata e prevedibile. Inoltre, alcune pecche sono assolutamente difficili da digerire. Il dottor Octopus, il ricercato numero uno della città , torna al suo laboratorio e nessuno pensa di cercarlo lì. Lo stesso personaggio, nonostante abbia bisogno della "collaborazione" di Peter per trovare l'arrampicamuri, gli getta addosso una macchina (tranquilli, non è uno spoiler, è la stessa scena che abbiamo visto per mesi nel teaser).

D'altra parte, non siamo di fronte alle bassezze dell'originale firmato David Koepp. Qui lo script è di Alvin Sargent (Gente comune, Giulia, Paper Moon) e la differenza (pur con tutti i difetti rimarcati sopra) si vede. Già nei primi dieci minuti si nota il mestiere di Sargent, che ci permette di scoprire lo stato dei personaggi con grande semplicità e senza troppe chiacchiere.
Migliorano decisamente anche i dialoghi e ci sono comunque delle idee molto interessanti (l'impossibilità per Peter di soddisfare tutte le attese; un ribaltamento a 180 gradi delle priorità del supereroe). E l'appassionato non mancherà di notare la comparsa di tanti personaggi (il dottor Connors, John Jameson, per non parlare dell'evoluzione di Harry Osborn) che probabilmente avranno un ruolo di primo piano nei prossimi capitoli della saga. Pur con tutti i suoi difetti, Spider-Man sembra l'unico adattamento di un fumetto che cerca di lavorare con un'ottica tendente al futuro e conscio della sua condizione di racconto a episodi.

Fortunatamente, anche gli effetti speciali (che nel primo episodio erano stati quantomeno deludenti, per usare un eufemismo) migliorano molto e sono all'altezza di un film così importante (anche se alcune immagini di Spidey svolazzante tra i grattacieli, proprio all'inizio della pellicola, facevano temere il peggio).

Ma il grande passo avanti di Spider-Man 2, quello che lo eleva dallo status di semplice intrattenimento banale a qualcosa di ben più importante, è il ritorno alla forma migliore di Sam Raimi. Aiutato anche da un montaggio elegantissimo, il regista sembra decisamente più a suo agio con una produzione così colossale. La scena migliore è sicuramente quella con Octopus in ospedale (puro horror, anche se ironico, con motosega inclusa), ma Raimi riesce a farsi valere anche nei momenti più intimi della vicenda.

Insomma, dopo tanti blockbuster disastrosi (Van Helsing) o semplicemente insignificanti (Troy), finalmente un titolo meritevole di attenzione e che renderà la vita più facile alle comitive che devono decidere cosa andare a vedere. E che ovviamente fa già preoccupare la Columbia per il pericolo pirateria. Ma di questo parleremo la prossima volta...

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