Spider-Island, la recensione
Manhattan si trasforma in Spider-Island, quando tutti i newyorkesi ottengono gli stessi poteri dell'Uomo Ragno...
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
È soprattutto nell'ultimo decennio che il Tessiragnatele è diventato parte integrante dei principali maxi-eventi e cross-over, sfruttando la sua popolarità anche facendone un membro dei Vendicatori e per un breve periodo addirittura uno dei Fantastici Quattro. Anche sul grande schermo i diritti cinematografici hanno tenuto Spider-Man separato dai giochi Avengers e X-Men, relegandolo a un universo narrativo indipendente che si svilupperà con spin-off e cross-over incentrati sui comprimari e villain ragneschi.
Tra poco sarà pubblicata una saga dove si incontreranno tutte le versioni mai realizzate dell'Arrampicamuri, ma già qualche anno fa Dan Slott aveva messo in scena un'invasione di Spider-Man nel maxi-evento Spider-Island. Dopo esser stato responsabile della Saga del Clone, lo Sciacallo torna e riesce a infondere poteri ragneschi a tutti gli abitanti di Manhattan; la città ora è piena di persone con forza e agilità sovrumane, che si muovono tra i palazzi sparando ragnatele... ma purtroppo anche i malvagi hanno ottenuto le stesse abilità. Il ritorno di personaggi scomparsi da tempo e la presenza di un cast così numeroso riporta alla mente i mega-crossover degli anni '90 (uno su tutti, Maximum Carnage), dove la sensazionalità dell'evento corrispondeva a una qualità della storia discutibile. Cominciando la lettura l'impressione è proprio quella, ma gradualmente la vicenda diventa più interessante trasformando la miniserie in un kolossal d'azione a metà tra un film di zombie e un film con mostri giganteschi. Sembrerebbe una storia molto promettente questo punto di vista ma purtroppo lo sviluppo, anche se interessante, non sfrutta tutte le potenzialità di una situazione simile.
Ciò che rende Spider-Island una lettura comunque piacevole sono tanti piccoli momenti divertenti: il lettore prova una grande soddisfazione nel vedere Mary Jane o Jonah Jameson coi poteri del supereroe che hanno amato/odiato per così tanti anni, al punto che certe scene si meriterebbero più spazio. C'è spazio anche per alcune riflessioni sulla figura del protagonista: cosa lo rende speciale e diverso dagli altri, in un mondo dove tutte le persone normali sono diventate supereroi e il supereroe è diventato una persona normale? Humberto Ramos illustra la vicenda col suo stile riconoscibile, anche se in questo caso appare leggermente meno incisivo.
Cos'è quindi Spider-Island? Un blockbuster a fumetti, con una trama semplice ma intrigante, un giocattolo fracassone condito con un pizzico di ironia e una spolverata di esplorazione dei personaggi. Forse vorrebbe essere una miniserie volta a conquistare nuovi lettori, ma la presenza di villain di vecchia data rallenta la lettura, sicuramente ai più che devono andare a scoprire chi sia quel tal personaggio appena entrato in scena.... Una lettura valida, che però non si imprime nella memoria con momenti degni di nota; il tempo passa e un'altra storia prenderà il suo posto, mentre il lettore consuma popcorn e assiste al periodico evento editoriale organizzato dagli artisti Marvel.