Spider-Gwen #1, la recensione

Dopo soli pochi mesi dal suo esordio, la serie a fumetti di Spider-Gwen viene rilanciata per l'operazione editoriale All-New, All-Different Marvel...

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Il personaggio di Spider-Gwen è nato durante l'evento Ragnoverso, riscuotendo un successo tale da meritarsi rapidamente una serie regolare nata lo scorso febbraio. Ha senso rilanciare una testata a fumetti dopo soli 5 numeri? Inoltre: che senso ha rilanciarla col medesimo team creativo?

Il dubbio è più che legittimo e ci rimane dopo aver iniziato la lettura di questo nuovo #1, che rientra quindi nell'operazione editoriale All-New All-Different Marvel: la trama riprende la vicenda della (breve) serie precedente, riassumendo in una tavola i fatti salienti che hanno definito le avventure di questo universo alternativo.

Qui è Gwen Stacy la vittima del ragno radioattivo, che le ha conferito i poteri aracnidi da sfruttare come supereroina; Peter Parker invece è morto, in un macabro scambio di ruoli, dopo un incidente che lo ha trasformato in Lizard. Gwen deve proseguire il suo operato portando con sé il peso della morte del suo amico, ricordando che da grandi poteri derivano grandi responsabilità; in tutto questo, cerca di non ignorare il ruolo da comandante della polizia rivestito da suo padre, mentre pericolose creature minacciano la città.

La sensazione è che non ci sia stato alcun rilancio, Spider-Gwen prosegue le sue avventure ma la numerazione è ripartita nel tentativo di far salire a bordo nuovi lettori; un espediente abbastanza spudorato, soprattutto considerando l'esigua durata della testata precedente.

Questo "primo" episodio scorre in modo piacevole e con tavole visivamente interessanti, complice un costume efficace e un personaggio già piuttosto delineato; Jason Latour, Robbi Rodriguez e il colorista Rico Renzi sono un buon team e appare sensato non averli separati dalla loro creatura.

Sorprende l'apparizione nel finale di una donna e di colore nei panni Capitan America: l'impressione è quella che stia prendendo forma una testata femminile simile a Spider-Girl di Tom De Falco e Ron Frenz, in cui sarà dato spazio alle quote rosa e alle minoranze in versioni alternative di supereroi che già ben conosciamo.

Un progetto parallelo come questo e avulso dalla continuity principale riesce senza dubbio a incuriosire, il setting dei personaggi è accattivante e spinge il lettore a proseguire l'acquisto, resta solo da scoprire nei prossimi mesi se queste buone premesse saranno mantenute anche in futuro.

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