Spectateurs!, la recensione I Cannes 77
Tra film-saggio, autofiction e documentario, Spectateurs! di Arnaud Desplechin non convince in nessuna delle sue componenti
La nostra recensione di Spectateurs!, il nuovo film di Arnaud Desplechin presentato al Festival di Cannes 2024
Spectateurs! è un ibrido tra film-saggio, autofiction e documentario. Il racconto della vita di Paul (alter-ego del regista) come giovane appassionato di cinema, riflessioni formulate da una voce fuori campo (riassumibili in "Cosa accade quando la realtà è proiettate sullo schermo" ), interviste a vari spettatori sulla loro esperienza, fino all'intervento di Desplechin stesso che chiacchera con il celebre critico e regista Kent Jones. Allo stesso modo, il film parla sia di cosa vuol dire guardare un film in sala, le differenza tra cinema, teatro e televisione, ma finisce inevitabilmente per parlare dello statuto stesso delle immagini. La parte più narrativa dedicata a Paul è purtroppo minoritaria, per lasciare più spazio possibile alle parentesi puramente teoriche. E non è un bene.
A monte c'è anche una dimensione metatestuale sul regista stesso, che ripropone quel Paul Dedalus apparso più volte nei suoi lavori. In Comment je me suis disputé... (ma vie sexuelle) era un dottorando in filosofia, in I miei giorni più belli uno studente al liceo. Specatuers! è dunque in parte un'origin story del personaggio che ne sottolinea il lato cinefilo, in un'inevitabile rimando a Desplechin stesso: le riflessioni che emergono riguardano anche lui, a partire dal suo amore per Truffaut, che traspare di frequente. Ecco, era meglio quando questo emergeva con naturalezza e sensatezza nei suoi (ben più riusciti) film narrativi, piuttosto che esplicitamente e un po' vacuamente come accade in Spectateurs!.